Copricapo, per uomo o per donna, di vario materiale e
foggia, solitamente provvisto di tesa. ║ Preambolo, introduzione a uno
scritto. ║ Massa formata dalle vinacce che tende ad affiorare nei tini
durante il processo di fermentazione. • Arald. -
Ornamento a forma di
c. posto al di sopra dello scudo dei dignitari
ecclesiastici. • Bot. - Parte superiore del
corpo fruttifero di molti funghi basidiomiceti.
• Costr. - Nelle costruzioni, traversa
orizzontale che copre le testate superiori di due montanti; traversa che serve
d'appoggio agli scalini più alti di una scala in legno.
• Abbigl. - Accessorio voluttuario e non, il
c. ha conosciuto continue trasformazioni nel corso dei secoli e delle
mode: realizzato di norma in panno e in feltro, con filati di lana o misti e
rifinito con fodere interne e nastri, il
c alimenta un'industria di
settore che è molto fiorente in Italia nel Monzese, nel Biellese e
nell'Alessandrino. In Toscana si fabbricano i rinomati
c. di paglia,
realizzati con steli di frumento opportunamente trattati. ║
C. a
lucerna: con due falde rialzate davanti e dietro, in voga in età
napoleonica e adottato odiernamente dall'arma dei carabinieri. ║
C. a
cilindro: elegante copricapo da sera, in raso o in altro materiale pregiato
di gran moda nell'Ottocento, ora utilizzato solo per cerimonie particolarmente
esclusive. ║
C. prelatizio: a forma rotonda degli appartenenti al
clero cattolico, il cui colore varia secondo la dignità e può
essere adornato da cordoni e fiocchi. ║
C. cardinalizio: di foggia
rotonda, rosso con bordo largo con cordoni di seta che si indossa sopra lo
zucchetto, introdotto da papa Innocenzo IV nel XIII sec. ║
C.
pontificale: introdotto anch'esso da papa Innocenzo IV, è di forma
rotonda, identico a quello riservato agli altri ranghi ecclesiastici, tranne che
per il color cremisi che lo distingue. • Mil. -
C. di ferro o
c. d'arme: armatura protettiva del capo con coppo
cilindrico, o tronco conico, calotta tonda, corta tesa circolare e nasale
scorrevole, molto in voga nelle fanterie dal XIV al XVI sec., che poi venne
abbandonato a favore dei più maneggevoli
c. di feltro.
• Mar. - Ghia semplice che serve ad alzare e
sostenere ognuna delle vele quadre al centro, nel punto dove si concentra la
maggior quantità di tela e quindi di peso. ║
Far c.:
espressione identica a
far scuffia, usata per indicare la contromanovra
necessaria a una barca che sbanda su un fianco, rischiando il rovesciamento per
l'eccessiva forza del vento o per un'azione azzardata.