Lunghi peli che, nell'uomo, si sviluppano sul capo, e
più precisamente sulla parte del rivestimento cutaneo detto cuoio
capelluto, in corrispondenza del neurocranio. I
c. hanno origine
epidermica, dal momento che sono costituiti di cellule cornee che hanno subito
una particolare modificazione. Essi costituiscono, insieme allo sviluppo
pilifero di altre parti del corpo (quali le ascelle, il pube, ecc.) una delle
caratteristiche sessuali secondarie dell'individuo. Il
c. è
strutturato in due parti, il
fusto e la
radice. Il fusto è
formato da tre parti fondamentali, e cioè la
cuticola (il
rivestimento esterno), lo
strato corticale e lo
strato midollare
(che occupa la parte cava). La radice ha una struttura complessa, terminante in
un ingrossamento a boccia (
bulbo) che affonda nell'ipoderma. La parte
inferiore del bulbo è rientrante e si può paragonare, come forma,
alla parte inferiore di una bottiglia; inoltre essa è riempita da un
corpo a forma di pera, la
papilla, che è la parte attiva del
c. Ad ogni
c. corrispondono una o più ghiandole sebacee
secernenti il
sebo, che è un lubrificante naturale. A differenza
degli altri peli, i
c. crescono notevolmente se non viene ostacolato il
loro accrescimento naturale. Nelle donne, i
c. possono superare il metro
di lunghezza. La sezione dei
c. varia a secondo della razza,
dell'individuo e dell'età; dal punto di vista fisiologico, essi sono
più sottili nei bambini e nei vecchi. Gli albini hanno
c. di
colorazione quasi bianca, mentre le razze scandinave e anglosassoni li hanno
biondi; tutte le razze meridionali e celtiche hanno invece
c. bruni o
neri. I
c. con sezione circolare sono diritti e lisci, con sezione ovale
sono ondulati, con sezione appiattita sono invece crespi. Il colore viene
modificato anche dall'età: infatti i bambini che nascono con
c.
biondi, tendono a scurirsi verso i 5-6 anni, ma più solitamente nel
periodo della pubertà. I
c. delle persone anziane subiscono invece
una decolorazione progressiva fino a imbiancarsi definitivamente, a causa della
distruzione del pigmento. Generalmente il
c. biondo è più
morbido e sottile di quello scuro. Il
c., oltre ai normali mutamenti di
colore che intercorrono nel corso della vita, può essere trattato per
cambiarne artificialmente la colorazione. Già i Galli Celti si
schiarivano i
c. scuri con la calce. Anche il
c., come tutto
ciò che è legato alla cute, risente del generale stato di salute
dell'organismo, e in particolar modo della pelle. Il bulbo pilifero può
infatti subire delle modificazioni strutturali a causa di eczemi o altre
dermatosi, che portano alla perdita (in genere temporanea) del
c. La
calvizie è invece una perdita progressiva del
c., che arriva poi a
una forma definitiva, anche se di solito non completa. Soprattutto nelle
stagioni primaverile e autunnale si assiste a una normale caduta del
c.,
cui segue poi un periodo di ricrescita in tempi brevi. Il muscolo orripilatore,
situato alla base del bulbo, consente al
c. di drizzarsi in seguito a
determinate stimolazioni, solitamente forti (emozioni, temperature molto
basse).
La struttura del capello