(dal francese
canot). Piccola imbarcazione a remi, a
vela, oppure a motore. ║
C. pneumatico: imbarcazione di gomma o di
altro materiale similare il cui galleggiamento è consentito dal fatto che
alcune sue parti sono riempite d'aria; si tratta di un natante praticamente
inaffondabile che rimane a galla anche se i vari elementi tubolari di cui
è formato sono sgonfi. Il
c. aggiunge alla notevole
capacità di carico la possibilità di essere utilizzato in diversi
modi: dal diporto costiero allo sci nautico, da punto d'appoggio per i subacquei
a battellino di servizio (
prain o
annexe) per le imbarcazioni
maggiori, ecc. Di norma un
c. è formato da due grossi tubolari
gommati che si uniscono a prua e terminano a poppa in forma conica; tra i due
tubolari paralleli è teso un diaframma di tessuto gommato che serve da
piano di appoggio e da carena. Se il modello non è totalmente circondato
dai tubolari esterni, presenta la parte posteriore chiusa da uno specchio, in
genere di legno, utilizzato anche per sostenere l'eventuale motore fuoribordo.
La forma della carena varia in base al modello e all'impiego cui è
destinato il
c.; nei tipi moderni da corsa viene anche adottato il
"cuscino d'aria" mentre altri modelli dispongono di una chiglia particolare.
• St. - Su un antico bassorilievo dell'880 a.C.
della Nimrud Gallery del British Museum, a Londra, si può vedere il
più antico esemplare di
c.: si tratta di una zattera formata da un
certo numero di otri pieni d'aria costruita secondo una tecnica ancora impiegata
nella Mesopotamia, sull'Indo e sul Gange per il guado di fiumi e torrenti. Nel
1824 e nel 1846 la Gutta Percha Co., inglese, costruì dei battelli
pneumatici di gomma che furono utilizzati in due diverse spedizioni artiche. Nel
1915 la ditta tedesca Flossboot brevettò dei natanti costruiti con tela
da vela impregnata di resine (non gomma) e i cui tubolari erano riempiti di
paglia; nel 1918 il capitano Forstmann sbarcò da un modello come questo
armi e munizioni, destinate ai guerriglieri libici del Gran Senusso. Negli anni
Venti una ditta francese di dirigibili, l'Ancien Etablissement Maurice Mallet,
si specializzò nella fabbricazione di natanti simili, come forma, ai
kayak dei Canadesi. Esperimenti e realizzazioni diverse si susseguirono
quasi senza sosta fino al 1936 quando la Zodiac francese realizzò i primi
modelli di
c. che si avvicinavano già a quelli attualmente in uso;
la stessa ditta applicò anche motori fuoribordo derivati da quelli
d'automobile. Anche in Italia, dopo quella data, si cominciarono a costruire
c. che vennero chiamati "gommoni". La Francia fu la prima Nazione a far
uso dei
c. come mezzi ausiliari militari, nel 1938, imitata subito da
quasi tutte le altre nazioni che adottarono i
c. anche per le Guardie
Costiere, la Polizia Marittima, le Capitanerie di Porto, le Guardie di Finanza,
ecc; durante la seconda guerra mondiale la sola ditta tedesca Scheibert ne
costruì più di 70.000. Dopo il 1948 il
c. si espanse
rapidissimamente anche come mezzo da diporto e da competizione. Oggi il
c. è stato adottato come mezzo ausiliario di salvataggio a bordo
delle navi mercantili e passeggere, soprattutto dopo il naufragio della Andrea
Doria, nel 1956, quando non fu possibile calare in mare le scialuppe a causa
dello sbandamento della nave. Sono considerate
c. anche le "zattere
autogonfiabili di salvataggio", derivate da modelli del 1930 che facevano parte
dei mezzi di salvataggio a bordo dei dirigibili. Secondo il regolamento sulla
navigazione da diporto, esse sono obbligatorie per le imbarcazioni abilitate
alla navigazione oltre le 6 miglia dalla costa e sulle navi di stazza lorda
superiore alle 3 t.