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Cambňgia.

Stato (181.035 kmq; 13.542.410 ab.) dell'Asia sud-orientale, in Indocina. Confina a Nord con la Thailandia e il Laos, a Est e a Sud-Est con il Vietnam, a Ovest ancora con la Thailandia ed č bagnato a Sud-Ovest dal Mar Cinese Meridionale. Capitale: Phnom Penh. Cittŕ principali: Kompong Thom, Battambang, Siem Reap. Ordinamento: Monarchia costituzionale. Moneta: riel. Lingua ufficiale: khmer; è usato il francese. Religione: buddhista; esistono esigue minoranze cattoliche e musulmane. Popolazione: č in maggioranza cambogiana, composta dai discendenti degli antichi Khmer.

GEOGRAFIA

Il Paese è caratterizzato da una fascia di bassipiani, cinta da una serie di rilievi di mediocre altitudine. Il bacino alluvionale del Mekong, sul quale si estende il Paese, è occupato dal lago Tonlé Sap (Gran Lago). Il clima è tropicale e fortemente influenzato dalla presenza del monsone: dopo due-tre mesi di siccità, si verifica l'inondazione annuale che sommerge per mesi gran parte delle pianure, incrementandone la produzione agricola. Cionondimeno la barriera montuosa costiera oppone uno sbarramento alla penetrazione del monsone in alcune zone interne, che sono danneggiate dal permanere della siccità anche con l'arrivo del monsone estivo.
Cartina della Cambogia


ECONOMIA

Risorsa maggiore è l'agricoltura, che si presenta più varia e caratterizzata da livelli di rendimento più elevati nelle zone interessate dalle inondazioni monsoniche: i quattro quinti della superficie coltivata sono occupati da risaie. Altre colture importanti sono: cotone, pepe, indaco, gelso, kapok, cocco, caucciù, cardamomo. La foresta dà legni pregiati e gomma-lacca. Abbastanza diffuso l'allevamento del bestiame e quello del baco da seta che sostiene una fiorente industria. Celebri le attività artistiche indigene (scultura in legno, madreperla lavorata). La pesca ha notevole importanza per il consistente patrimonio ittico del Mekong e del Tonlé Sap. Le attività legate alla pesca prosperano anche sul Golfo del Siam: la produzione di pesce essiccato costituisce una voce importante dell'esportazione. Giacimenti di ferro e pietre preziose.

STORIA

Abitato da popolazioni Khmer, il territorio cambogiano si costituì in Stato autonomo nel VI sec. d.C., in seguito alla disgregazione del Regno di Fu-nan (Regno della montagna), fondato nel I sec. d.C. da una dinastia di origine indù. Divenuta la maggiore potenza politica khmer, attuò un'espansione territoriale che, nel XII sec., giunse a comprendere gli attuali territori di Laos, Thailandia, parte del Myanmar e della penisola malese. Nel XIII sec. ebbe inizio la crisi provocata da conflitti interni e guerre. In parte si trattava di lotte a sfondo religioso e sociale che vedevano l'opposizione tra Buddhisti, contrari alle divisioni in caste, e Brahmani, la cui base ideologica era invece costituita dalla struttura castale. Questi contrasti portarono alla caduta della dinastia Khmer, al ripudio del Brahmanesimo e allo sfaldamento dello Stato cambogiano che, per difendersi dai frequenti interventi di Siam e Cocincina (Vietnam del Sud), fu costretto a ricorrere alla protezione portoghese e spagnola. Successivamente entrò nell'orbita francese sino a essere completamente assoggettato. A sollecitare l'intervento della Francia, la cui penetrazione nel Sud-Est asiatico era cominciata nella prima metà del XVIII sec., furono gli stessi sovrani cambogiani, Ang Duong (1845-1859) e Norodom (1859-1904) che, chiamando in causa una potenza coloniale, ritenevano di rispondere a molteplici esigenze: ristabilire l'ordine interno, scongiurare la spartizione del Paese tra Siam e Cocincina, nonché salvaguardare i privilegi dell'aristocrazia. Il protettorato francese fu istituito nell'agosto 1863 e nei decenni successivi la monarchia locale fu progressivamente esautorata e costretta ad accettare una serie di riforme dettate dai preminenti interessi coloniali: tali provvedimenti, come quello riguardante l'abolizione della schiavitù, erano destinati a sconvolgere il tradizionale assetto aristocratico-feudale. I territori della C. del Nord furono occupati durante la seconda guerra mondiale dalla Thailandia (ex Siam), sostenuta dai Giapponesi, che consideravano la C. strategica per mantenere i collegamenti con la Thailandia in vista di un attacco ai possedimenti britannici dell'Asia Meridionale. Nel 1946 la C. ritornò alla Francia e, nonostante la proclamazione dell'indipendenza (dicembre 1947), rimase sotto protettorato francese sino al 20 luglio 1954. Molto abile si mostrò in quegli anni la politica del giovane sovrano Norodom Sihanouk, salito al trono a diciannove anni nel 1941. Fattosi interprete della rinascita nazionale, Sihanouk era riuscito, da un lato, a contenere la pressione francese e, dall'altro, quella del movimento rivoluzionario, legato alle forze operanti nel Vietnam. Nel 1955 egli rinunciò al trono abdicando in favore del padre, Norodom Suramit, e fondando un partito - la Comunità socialista popolare (Sangkum Reastr Niyum) - con cui si presentò alle elezioni generali dell'ottobre 1955 e riuscì a conquistare la maggioranza dei seggi dell'Assemblea consultiva. Divenuto capo del Governo alla morte del padre, nel 1960, preferì non succedergli come sovrano per poter rimanere alla guida del movimento della Comunità socialista popolare da lui fondato. Si fece peraltro nominare capo dello Stato, senza la qualifica regia. Egli impostò una politica di rigoroso non allineamento, successivamente definita di "neutralismo positivo", che suscitò l'ostilità dell'Occidente e la violenta reazione del Vietnam del Sud e della Thailandia. Si registrò pertanto un susseguirsi di incidenti di frontiera, sino alla rottura delle relazioni diplomatiche con il Vietnam meridionale nel maggio 1965, e, nel novembre successivo, con gli stessi Stati Uniti. L'accusa statunitense era di aver sostenuto i guerriglieri Vietcong, ragion per cui la C. venne coinvolta nei bombardamenti sul Vietnam del Nord. Il Governo cambogiano fu pertanto costretto a rinunciare agli aiuti americani sin dal 1963, venendosi a trovare in una situazione di isolamento politico nei confronti dell'Occidente, proprio mentre crescevano le pressioni cinesi. La necessità di contenere tali pressioni, oltre a precise esigenze economiche (l'economia cambogiana si regge ancora prevalentemente sull'agricoltura) determinarono nel dicembre 1968 un'importante svolta nella politica cambogiana, tesa a conservare la difficile posizione di equilibrio tra Est e Ovest. Nei mesi successivi si ricorse all'aiuto finanziario di vari enti internazionali (BIRD, FMI, Banca Asiatica) e si ebbe un riavvicinamento agli Stati Uniti per bilanciare l'influenza cinese. Venne riaffermata la posizione di neutralità dello Stato cambogiano e Sihanouk non mancò di denunciare il pericolo che il piccolo Stato sud-orientale potesse essere risucchiato nell'orbita statunitense, per far fronte alle pressanti necessità economico-finanziarie. Il 18 marzo 1970, mentre si trovava a Mosca, il principe Sihanouk venne destituito da un colpo di Stato orchestrato dal generale Lon Nol. Con l'avvento di un regime anticomunista, il Paese fu investito in parte dalla guerra vietnamita: da una parte intervennero truppe sudvietnamite e reparti statunitensi, dall'altra larghe fasce di territorio furono conquistate dai guerriglieri appoggiati da unità vietcong. All'indomani del colpo di Stato, su iniziativa di Sihanouk, rifugiatosi a Pechino, si costituì il FUNK (Fronte unito nazionale di Kampuchéa) che combatteva a fianco del movimento comunista dei Khmer Rossi. Verso il FUNK andò via via coagulandosi anche il sostegno di molti di coloro che in un primo tempo avevano aderito al regime di Lon Nol. Nell'agosto 1972 anche il Partito repubblicano di Sirik Matak (dimessosi dalla carica di presidente del Consiglio delegato) ritirò la propria fiducia al Governo di Lon Nol, rifiutandosi di partecipare alle elezioni di settembre, come già aveva fatto il Partito democratico di In Tam. Sospese le elezioni, il Partito social-repubblicano si aggiudicò tutti i seggi dell'Assemblea nazionale. Frattanto il Governo d'Unione nazionale annunciò che le forze fedeli a Sihanouk erano giunte a controllare oltre l'85% del territorio cambogiano, restringendo l'area governativa alla capitale. L'inefficienza dei piani difensivi della capitale venne clamorosamente dimostrata nel marzo 1973 dal bombardamento compiuto sul palazzo presidenziale di Phnom Penh, ad opera di un ex genero di Sihanouk. L'offensiva del FUNK, interrotta nell'agosto 1973 a causa delle pesanti perdite subite, dovute alle piogge stagionali e agli ultimi massicci bombardamenti americani, riprese verso la fine dell'anno. Resi più liberi nei loro movimenti dalla cessazione delle incursioni aeree americane, i Khmer rossi cominciarono a stringere d'assedio la capitale, cercando di isolarla militarmente ed economicamente, in modo da provocare il collasso del regime di Lon Nol. Tuttavia neppure nel corso del 1974 poté essere sferrato l'annunciato attacco decisivo per il definitivo insediamento del nuovo regime a Phnom Penh. Dopo aver concentrato le proprie forze attorno alla capitale, i ribelli ne alleggerirono l'assedio, rivolgendosi contro alcune città di provincia e riuscendo, tra l'altro, a conquistare Oudong. Inoltre, intensificarono le operazioni sul fiume Mekong. Data la cautela della Cina e dello stesso Vietnam del Nord, per le loro operazioni essi potevano contare soprattutto sulle armi di fabbricazione americana sottratte al nemico. Inoltre, alla scarsità di mezzi militari si aggiungevano le divisioni interne tra le varie componenti del FUNK, in particolare fra i tre gruppi principali, costituiti da due formazioni rivali comuniste e dai cosiddetti Khmer Rundoh, cioè i neutralisti di Sihanouk e altri gruppi non comunisti. Questi dissidi, oltre che sul piano interno e militare, ebbero ripercussioni negative anche sul piano internazionale favorendo la permanenza della delegazione di Lon Nol alle Nazioni Unite. Il 28 novembre 1974, con due soli voti di maggioranza, l'Assemblea generale dell'ONU respinse la proposta cinese di sostituire la delegazione del Governo di Lon Nol con rappresentanti del Governo in esilio del principe Sihanouk. Venne invece approvata una risoluzione che invitava il Governo di Unione nazionale, facente capo a Sihanouk, e il Governo di Lon Nol a intavolare negoziati, congelando in tal modo lo status quo della C. sul piano internazionale e consentendo al Governo di Phnom Penh di continuare a occupare il seggio all'ONU come legittimo rappresentante del Paese. Ripresero in seguito le ostilità, fino a quando, il 17 aprile 1975, le truppe del FUNK entrarono a Phnom Penh concludendo la lunga guerra di liberazione e costringendo Lon Nol alla fuga. Il 2 maggio 1975 venne riconosciuto il nuovo status quo. Ma la situazione creatasi all'indomani della proclamazione della Repubblica democratica di C. (o Kampuchea Democratica), fondata il 14 dicembre 1975 dal Fronte unito nazionale Khmer (FUNK), venne ribaltata dal Fronte unito nazionale per la salvezza della C. (FUNSK), appoggiato da un massiccio intervento militare del Vietnam. Nel frattempo, nel 1976, gli eventi erano precipitati con le dimissioni di Sihanouk e l'instaurazione di un regime di terrore da parte dei due maggiori leader dei Khmer Rossi, Pol Pot e Khieu Samphan, rispettivamente nominati primo ministro e presidente della Repubblica. L'11 gennaio 1979 il FUNSK proclamò la nuova Repubblica Popolare di C., affidandone il Governo a un Consiglio rivoluzionario popolare di otto membri; capo dello Stato e del Governo diventò Heng Samrin, presidente del FUNSK, mentre il detronizzato Pol Pot, accusato di efferate atrocità e di "socializzazione astratta", si diede alla macchia con pochi seguaci. In questa situazione estremamente ingarbugliata si erano delineate tre forze principali: il FNLPK, formazione politica dei Khmer liberi, anticomunista e nazionalista, politicamente orientata a destra e sorretta nella propria azione di guerriglia armata dagli aiuti di Cina, Stati Uniti, Giappone ed Europa occidentale; i Khmer rossi, marxisti, appoggiati da Cina e USA; i Khmer moulinaka, guidati da Sianouk. Tali formazioni si erano alleate nel Fronte unitario cambogiano, o Fronte unito della resistenza. Lo schieramento avverso vedeva invece affiancati i soldati vietnamiti e i militari del regime di Phnom Penh guidato da Heng Samrin. Nel 1982 le varie componenti del Fronte di resistenza cambogiana si allearono in un Governo di coalizione presieduto da Sihanouk, che venne ammesso a rappresentare la C. all'ONU: così il regime di Samrin e il Governo di Hanoi giunsero a formulare la proposta di un articolato piano di pace. Nel 1985 venne assediata e conquistata la roccaforte del FNLPK, Ampil: evento decisivo in quanto si interruppero così i rifornimenti ai Khmer rossi. Con il continuo alternarsi di scaramucce e segni di distensione, e nel contesto di una situazione economica che dava segnali di ripresa per il regime filovietnamita di Phnom Penh e la conferma da parte di Hanoi della volontà di ritirare le proprie truppe entro il 1990, si arrivò alla data storica del 25 luglio 1988: a Bogor, nei pressi di Jakarta, si riunirono intorno allo stesso tavolo tutte le parti in causa di un conflitto che durava ormai da dieci anni. I rappresentanti del regime filovietnamita di Heng Samrin, i tre membri della coalizione antivietnamita presieduta da Sihanouk, il Governo di Hanoi e dell'Indonesia iniziarono così una lunga trattativa che, al di là dei gravi problemi del Sud-Est asiatico, portò al ritiro delle truppe vietnamite dal Paese e al varo di una nuova costituzione. Nel 1990 la creazione di un Consiglio Nazionale Supremo, in cui confluirono esponenti governativi e delegati delle forze di guerriglia, rispose all'esigenza primaria di guidare il Paese in una fase di transizione dalla guerra civile alla democrazia, da instaurarsi attraverso l'indizione di libere elezioni sotto il controllo delle autorità dell'ONU. Nel 1993 le consultazioni popolari videro l'affermazione della lista di opposizione e la successiva costituzione di un Governo di unità nazionale, composto per il 45% da ministri del partito del principe Norodom Sihanouk, il FUNCINPEC (Fronte unito nazionale per una Cambogia indipendente, neutrale, pacifica e cooperativa), per un altro 45% da esponenti del PPC (Partito del popolo cambogiano) di Hun Sen e per il 10% da membri del PLDB (Partito democratico liberale buddhista) di Son Sann. Alle elezioni non partecipò il PKD (Partito della Kampuchea democratica), il movimento dei Khmer rossi, che accentuò via via l'ostilità nei confronti dell'APRONUC (Autoritŕ provvisoria delle Nazioni Unite in Cambogia), denunciando le presunte parzialità dell'ONU e le interferenze vietnamite. In questo clima i Khmer rossi violarono più volte il "cessate il fuoco" e orchestrarono azioni terroristiche contro la comunità vietnamita e intimidazioni contro personalità politiche cambogiane. Nonostante le ripetute condanne comminate dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU, sono stati compiuti numerosi tentativi di negoziato per ricondurre i Khmer rossi nell'alveo del processo di pacificazione nazionale. Nel settembre 1993 venne promulgata la nuova Costituzione che trasformò l'Assemblea Costituente in Parlamento e, soprattutto, il Paese in monarchia parlamentare della quale Sihanouk venne nuovamente proclamato re; nella stessa occasione il Governo venne diviso tra i due primi ministri, il principe Norodom Ranariddh e Hun Sen. Nel 1994, anno della permanenza in Cina di Sihanouk per la cura di un tumore, ci fu un tentativo di colpo di stato da parte dell'ex ministro dell'interno Sing Song e di uno dei figli del re, Nordom Sirivudh, successivamente esiliati. Nonostante i grossi aiuti economici da parte della comunità internazionale, la C. non riuscì a migliorare la situazione interna, ma ciò non fermò l'interesse turistico, portando il numero di visitatori a 200.000 nel 1995. Nell'ambito di tensioni politiche governative, nel 1997 Hun Sen esautorò il suo co-ministro Ranariddh, sostituendolo con Ung Huot del FUNCINPEC. Intanto notizie incerte sulla fine di Pol Pot e l'esecuzione di Son Sen, altro capo storico dei Khmer, fecero sì che l'organizzazione di indebolisse sempre più fino al 15 aprile 1998, quando venne annunciata la morte di Pol Pot. Il 26 luglio 1998 si tennero le prime elezioni legislative pluraliste della storia recente della C., garantite da un piano di pace giapponese che permetteva al deposto Ranariddh di concorrere a patto di accettare l'abbandono della lotta armata. La vittoria andò alle stesse forze di Governo e il 13 novembre si arrivò a un accordo tra Hun Sen, riconfermato primo ministro unico, e Rahariddh, divenuto presidente dell'Assemblea Nazionale. Contemporaneamente venne graziato anche l'altro figlio del sovrano, Sirivudh, che divenne suo alto consigliere privato. Nell'ambito di questo clima di distensione, il 30 aprile 1999 la C. divenne il decimo Stato dell'ANSEA (Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico). L'8 luglio 2000 l'ONU e il Governo cambogiano raggiunsero un accordo per l'istituzione di un Tribunale incaricato di giudicare i crimini compiuti dai Khmer rossi durante la dittatura comunista, che fu operativo dal 2001. Il 3 febbraio 2002 si tennero le prime elezioni municipali multipartitiche (fu un avvenimento storico, dato che non se ne erano mai svolte prima), che furono vinte dal Partito del popolo cambogiano guidato dal primo ministro Hun Sen. Le elezioni politiche del 27 luglio 2003 si svolsero senza le violenze e i soprusi che avevano caratterizzato la precedente tornata elettorale, ma pur sempre in un clima di intimidazione. Designarono anch'esse la vittoria del Partito del popolo cambogiano, che non raggiunse, perň, il numero di seggi necessario per governare da solo, e fu costretto a stringere delle alleanze con il FUNCINPEC. In settembre la C. e il Nepal furono ammessi nell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). Nell'ottobre 2004 il re Sihanouk abdicň a favore del figlio Norodom Sihamoni.