Magnete. Risale, forse, ai tempi di Talete la conoscenza di
un minerale di ferro, detto
magnetite o
magnete o
c.
naturale, che ha la proprietà permanente di attirare a sé il
ferro, l'acciaio e, in misura minore, il cobalto, il nichel, il platino, il
cromo, il manganese (secondo Dewar, anche l'ossigeno liquido). Per la sua
composizione chimica, la
c. viene chiamata anche tetraossido di ferro,
essendo i suoi componenti (ferro e ossido) nel rispettivo rapporto atomico di 3
: 4. La
c. artificiale è costituita da acciaio, cui è stata
trasmessa la proprietà magnetica; detta anche
magnete, essa
è la sola a essere adoperata, prestandosi meglio allo studio e alle
applicazioni dei fenomeni magnetici. I suoi punti massimi furono da Gilbert
denominati
poli, mentre la parte in cui la
c. non attira il ferro
è detta
zona neutra. Si dice
c. temporanea quel pezzo di
ferro dolce che, in presenza d'una
c. permanente o perché
circondato da un rocchetto di filo di rame percorso da corrente, presenta
temporaneamente le caratteristiche d'una
c.