Regione (15.080 kmq; 2.064.718 ab.) dell'Italia meridionale.
Occupa il territorio compreso tra il Monte Pollino (fra il mar Tirreno e lo
Jonio) e lo stretto di Messina (capo delle Armi) che la separa dalla Sicilia.
Confina a Nord con la Basilicata, a Sud e a Est si affaccia sul Mar Tirreno e a
Ovest sullo stretto di Messina. Capoluogo: Catanzaro. Amministrativamente
è divisa in cinque province: Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria
e Vibo Valentia. Crotone e Vibo Valentia sono state nominate province nel 1990,
in seguito alla legge dell'8 giugno 1990 n. 142 sull'ordinamento delle autonomie
locali. • Geogr. - La regione è percorsa
longitudinalmente dall'Appennino calabrese, con al centro l'altopiano della Sila
(1.929 m) e a Sud il massiccio dell'Aspromonte (1.956 m), senza contare i
rilievi della catena Costiera che corre lungo il Tirreno e la dorsale delle
Serre (1.420 m). Unici tratti pianeggianti sono la piana di Sibari sul golfo di
Taranto, a Nord, e le piane di Gioia e di Sant'Eufemia, a Sud, territori questi
un tempo sabbiosi e aridi ma ora resi fertili dalla bonifica. Il maggior fiume
della regione è il Crati (81 km) che scende dalla Sila e sfocia nel mar
Jonio, ma ve ne sono altri come il Leto e il Lao che hanno, specie il secondo,
una discreta portata d'acqua. Il clima è di tipo mediterraneo lungo le
coste con inverni assai miti ed estati molto luminose. Tuttavia sulle alture, in
inverno, cadono abbondanti nevicate e si ha quindi una temperatura alquanto
rigida. • Econ. - La principale risorsa
economica della
C. è l'agricoltura: olive, frumento, agrumi
(arance, cedri, chinotti), viti (zibibbo), fichi, barbabietole da zucchero sono
le colture più estese. Inoltre, grazie alle opere di bonifica che hanno
risanato il territorio e al sorgere di centrali elettriche che hanno regolato il
corso rovinoso dei torrenti (
fiumare), la regione può oggi far
fruttare a pieno il proprio territorio con coltivazioni boschive di castagni,
conifere e faggi. Altre tipiche produzioni calabresi sono la liquirizia, il
bergamotto e il gelsomino; da questi ultimi due fiori si estraggono essenze
largamente esportate per l'industria profumiera. Mentre lungo tutto l'ampio
sviluppo delle coste viene esercitata la pesca dei tonni e del pesce spada,
sulle radure erbose dei monti è sviluppato l'allevamento di ovini e
caprini. Industrie abbastanza fiorenti sono quella chimica e quella metallurgica
(Crotone), favorite dall'abbondanza dell'energia elettrica (centrale
idroelettrica della Sila). Un grandioso elettrodotto passa, dal 1956, al disopra
dello stretto di Messina e raggiunge la Sicilia. Abbastanza sviluppato è
l'artigianato del legno, delle terrecotte e delle essenze. Scarse sono invece le
risorse del sottosuolo: salgemma (Lungro) e zolfo (Catanzaro). Le comunicazioni
sono assicurate da due linee ferroviarie, la Napoli-Reggio e la Reggio-Taranto e
dall'autostrada che congiunge il capoluogo della Campania con quello della
C. • St. - Nell'antichità la
C. fu occupata verso il VI-V sec. a.C. dagli Enotri, dai Bruzi,
sottomessi in seguito dai Lucani, e dai Greci che vi fondarono le colonie di
Sibari, Crotone, Locri e Reggio chiamandone, forse per la prima volta, col nome
d'Italia la parte più meridionale. Cadde poi in potere di Roma che la
volle punire dell'aiuto dato ad Annibale durante la seconda guerra punica. Alla
caduta dell'Impero Romano d'Occidente fu preda volta a volta dei Goti, dei
Longobardi e dei Bizantini. Dopo un breve periodo di rinascita sotto i Normanni
e gli Svevi, ripiombò nelle più misere condizioni con Aragonesi,
Angioini, Spagnoli e Borboni. Nel 1860 fu liberata da Garibaldi che due anni
dopo prese le mosse dalla
C. verso la conquista di Roma. La storia della
C. è tristemente caratterizzata da violenti fenomeni naturali come
alluvioni e movimenti tellurici, di cui il più noto è stato il
terremoto del 28 dicembre 1908 (40.000 morti nella sola Reggio).
• Arte - Benché non si possa parlare di
un'arte calabra primitiva vera e propria, vi sono in
C. numerosi esempi
di arte antica risalenti alla dominazione greca. Ad un periodo successivo
risalgono invece resti di vasellame, terrecotte e bronzi di divinità a
testimoniare un'arte italiota abbastanza fiorente. L'influsso bizantino, che
durò fino al XV sec., lasciò numerose impronte artistiche, ad
esempio nelle chiese di Santa Filomena a Santa Severina, di San Giovannello a
Gerace e in alcune chiese della città di Rossano. La conquista normanna
lasciò testimonianze artistiche soprattutto con cattedrali e castelli; da
ricordare particolarmente il Duomo di Cosenza e quello di Santa Severina
restaurato in epoca barocca. Numerosi sono anche gli edifici barocchi come il
santuario di San Francesco di Paola a Paola, la collegiata della Maddalena a
Morano e la chiesa di santa Caterina a Gerace.
Cartina della Calabria
La rocca di Le Castella, in Calabria