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Àttila.

Re degli Unni. Chiamato il "flagello di Dio"; con l'uccisione del fratello Bleda (442), restò unico signore degli Unni, fondando un vasto impero. Verso la metà del V sec., muovendo dalla Pannonia con un'orda di cavalieri, devastò l'impero d'Oriente; successivamente penetrò nella Gallia, ma l'eroica resistenza di Parigi e Orléans permise a Ezio, comandante delle truppe romane, di stringere alleanza coi Visigoti e di accorrere in forze. Sui campi Catalauni, A. fu parzialmente sconfitto (451), ma l'anno dopo riapparve con un forte esercito. Distrusse Aquileia, Padova, Verona; ma vedendo le sue schiere decimate dalla pestilenza e temendo Ezio che campeggiava poco distante, preferì accettare le proposte di pace offertegli da un'ambasceria capeggiata dal pontefice Leone I (che gli recava ricchissimi doni e promesse di un tributo annuo). Tornato in patria, A. moriva improvvisamente e il suo regno crollava con lui. La sua figura colpì vivacemente l'immaginazione dei contemporanei (si pensi a storici come Giordane o Prisco) e delle generazioni a venire (è presente, ad esempio, nelle saghe dell'Edda e nei poemi nibelungici) (407-453).