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Àbaco.

Tavoletta di forma rettangolare usata per eseguire calcoli. ║ Per estens. - Libretto delle prime elementari nozioni di aritmetica; tavola pitagorica; arte di conteggiare.

• Encicl. - L'a. era già conosciuto e usato da Cinesi, Babilonesi, Greci e Romani. Nella forma più perfezionata l'a. romano era formato da un certo numero di sottili aste di ferro o bacchette, in cui venivano infilati e fatti scorrere gettoni o palline forate indicanti progressivamente, in sezioni di diverse dimensioni, le unità, le decine, le centinaia. In Occidente l'uso dell'a. si diffuse a partire dal Mille, soprattutto grazie a Gerberto d'Aurillac, poi papa Silvestro II. Cadde in disuso progressivamente in seguito all'introduzione delle cifre arabe (XII sec.), ma fu usato fino al Seicento, nelle attività commerciali. Oggi l'a. è ancora impiegato nei Paesi orientali, mentre in Occidente ha conservato una funzione didattica come pallottoliere nella prima istruzione.

• Mat. - Rappresentazione grafica di una funzione che consente di calcolarne in modo approssimativo, ma immediato, i valori.

• Arred. - Presso i Romani, tavolino in marmo usato per esporre suppellettili preziose o offerte agli dei.

• Arch. - Negli ordini architettonici classici, parte superiore del capitello, detta anche dado, sulla quale poggiava l'architrave o l'arco. Nell'ordine ionico greco, l'a. era molto sottile e aveva una sola scanalatura, nel corinzio aveva la forma di un parallelepipedo a facce piane. L'a. fu adottato anche in epoca medievale, ma la sua forma e la sua funzione mutarono, ed esso si trasformò in un elemento piuttosto alto e robusto. Nell'architettura moderna l'a. è quasi del tutto scomparso.