Zool. - Amputazione spontanea di una parte del proprio corpo
a scopo di difesa. Tipico di alcuni animali come le lucertole e i granchi, tale
fenomeno si verifica in seguito a uno stimolo particolare di natura meccanica,
termica, chimica, ecc. In genere la parte mutilata viene poi sempre rigenerata;
molti opilionidi, afferrati per una zampa, se ne liberano spezzandola di netto
all'articolazione fra anca e trocantere e l'arto staccato continua a contrarsi
ritmicamente anche per più di un'ora; varie larve di insetti e numerosi
crostacei superiori sono in grado di abbandonare al nemico una o più
zampe e anche in questi casi esse si rompono in punti ben definiti, addirittura
preformati a tale scopo. La mantide religiosa amputa una delle proprie zampe
all'estremità inferiore del femore mentre le lucertole, pronte a lasciar
andare parte della coda pur di fuggire di fronte al pericolo, hanno il punto di
rottura nelle vertebre che si trovano dietro il bacino. In casi di emergenza le
oloturie possono espellere totalmente l'intestino, che si verrà in
seguito a ricostituire dall'esofago in giù. Le stelle di mare, invece,
abbandonano le loro braccia. Tipico di alcuni cefalopodi è il distacco
dell'ectocotile, uno dei bracci trasformato in organo di accoppiamento, che,
dopo essersi separato dal corpo del maschio, va a raggiungere la femmina per
fecondarla.