Strada a due o più corsie riservata alla circolazione
di autoveicoli provvisti di ruote gommate, priva di accessi intermedi che
consentano l'attraversamento delle correnti di traffico e atta a favorire rapide
comunicazioni. L'
a. viene progettata, studiata, calcolata e costruita in
modo da permettere alte velocità col massimo grado possibile di
sicurezza; a tale scopo il tracciato prevede una successione di rettilinei
collegati l'uno all'altro da curve a largo raggio. Le asperità
determinate dalla particolare configurazione del terreno vengono superate
mediante ponti, viadotti, tunnel. Lungo il nastro stradale dell'
a. si
trovano aree di servizio con distributori di carburante, gommisti, officine di
riparazione, ristoranti, bar, motel, servizi igienici, stazioni di rifornimento,
parcheggi. In corrispondenza dei vari centri abitati, speciali diramazioni
consentono l'entrata o l'uscita dall'
a. stessa. Possono poi esserci
tratti di strada comune collegati all'
a., che permettono un più
comodo attraversamento delle città o il trasferimento da un'
a. a
un'altra (tangenziali, raccordi, svincoli, ecc.). Nella maggior parte delle
a., in Italia e all'estero, si paga un pedaggio, giustificato
dall'altissimo costo di costruzione e dalle notevoli spese di manutenzione e dei
servizi relativi al funzionamento dell'
a. stessa. ║
Tecniche e
dati di costruzione: nella progettazione di una moderna
a. si deve
tener conto dei seguenti dati tecnici: le carreggiate devono comprendere almeno
due corsie di scorrimento ciascuna, oltre a quella per la sosta di emergenza;
perciò la larghezza di una carreggiata dev'essere al minimo di 10,50 m
(3,75 m per ciascuna corsia di scorrimento e m 3 per la corsia di sosta), mentre
le prime
a. avevano una carreggiata complessiva di soli 9 m;
poiché la sezione stradale comprende le carreggiate nei due sensi di
scorrimento, separate l'una dall'altra da una
zona divisoria larga non
meno di 3 m, risulta che la larghezza totale di un'
a. a due carreggiate
parallele, ciascuna delle quali a 2 corsie di scorrimento, raggiunge normalmente
i 25 m. A tale proposito ricordiamo che la zona di separazione in molti altri
Paesi europei è notevolmente più larga di quella adottata in
Italia: in Inghilterra è di m 5,50, in Svezia di m 7, in Belgio di ben 14
m. In fase di progettazione vengono poi calcolate le velocità-base di
scorrimento che non devono essere inferiori agli 80 km/h nei tratti di terreno
più accidentato e ai 120 km/h nelle zone pianeggianti. Nelle porzioni di
a. dove la velocità-base minima è valutata sugli 80 km/h le
curve devono avere un raggio di circa 200 m, mentre sui tratti adatti a
velocità minime di 120 km/h il raggio non può essere inferiore ai
500 o 600 m. Le curve circolari di raccordo devono essere precedute o seguite da
"curve di transizione" che consentano un più dolce allacciamento ai
rettilinei. Nelle zone accidentate (a velocità-base di 80 km/h) la
pendenza longitudinale deve rimanere al di sotto del 5%, mentre non deve
superare il 40% nelle zone pianeggianti. Sia per favorire i lavori di
costruzione, particolarmente nelle zone accidentate, sia per evitare la
possibilità di scavalcamento della zona di separazione, le due
carreggiate possono seguire tracciati diversi l'una dall'altra scostandosi, a
volte, anche notevolmente, come se si trattasse di due strade - ciascuna a
scorrimento unico - totalmente indipendenti; ne abbiamo un esempio
sull'
a. dei Fiori, nel tratto fra Serravalle Scrivia e Genova.
All'ingresso e all'uscita di un'
a. sono posti i
caselli per le
operazioni relative al pedaggio, mentre lungo l'intero tracciato, in
corrispondenza dei centri abitati, vi sono
svincoli collegati alla
normale rete stradale; all'inizio o al termine di ciascuno svincolo sono
allestiti caselli con personale addetto alla riscossione dei pedaggi. Prima
dell'imbocco di uno svincolo di uscita è prevista una
corsia di
decelerazione destinata al rallentamento dei veicoli in uscita mentre per i
veicoli in entrata c'è la
corsia di accelerazione che fiancheggia
quella di scorrimento e consente agli automezzi di accelerare e di immettersi
facilmente nel traffico. È considerata
corsia di sorpasso quella
più interna; verso l'esterno si trova, quasi sempre, una
corsia di
sosta di emergenza dove è ammessa la sosta solo in caso di effettiva
necessità. Se non c'e una vera e propria corsia di sosta, in caso di
emergenza, i veicoli possono fermarsi - ma solo se è appositamente
attrezzata - lungo la
banchina compresa fra la carreggiata e i cigli
della scarpata o nelle trincee fra la carreggiata e i cigli interni delle
cunette. Ciascuna corsia della carreggiata è separata dalle altre da una
riga bianca segnata sulla pavimentazione; la riga è gialla se serve a
indicare la separazione dalla corsia di sosta. La banchina portante ovvero
quella che deve sopportare il peso dei veicoli è costruita su un
sottofondo (massicciata) adatto a impedirne lo sprofondamento. Tale sottofondo
è costituito solitamente da uno strato di materiale lapideo (ciottoli,
ghiaia, pietrisco) sul quale poggia la pavimentazione superficiale. Lo spessore
della massicciata dipende dai carichi che la sollecitano e dalla natura del
terreno sul quale essa poggia; per calcolare lo spessore si deve tener conto del
TGM attuale (traffico medio giornaliero) e del
TGM futuro (TGM
attuale maggiorato dell'incremento previsto per i successivi 20 anni). Le
massicciate moderne sono delle vere e proprie fondazioni in
macadam il
cui strato superiore costituisce direttamente il piano visibile di scorrimento;
questa tecnica non può tuttavia esser usata per
a. a grande
traffico. La pavimentazione oggi più usata è quella "rigida",
formata da materiali litoidi cementati, che sotto l'azione dei carichi si
comporta come una struttura elastica; di questo tipo sono le pavimentazioni in
calcestruzzo di cemento ottenute posando lastre spesse dai 16 ai 20 cm su un
sottofondo ben spianato e resistente. I giunti di dilatazione vengono riempiti
di mastice bituminoso. Le strutture di calcestruzzo cementizio possono avere
anche un'armatura metallica formata da una sorta di griglia. Questi tipi di
manto sono generalmente chiamati pavimentazioni continue. La
carreggiata
di un'
a. è limitata verso l'esterno dal
ciglio e il margine
può essere messo in maggior evidenza da un
cordolo, una specie di
bordo continuo e di piccola sezione con la faccia superiore piana e ondulata. Il
punto in cui un rettilineo si innesta in una curva vien detto
punto di
tangenza, nome usato anche per indicare il flusso, ovvero il punto in cui
una curva cambia direzione. Nei punti dove l'
a. può essere
particolarmente pericolosa (curve, burroni, ecc.) vengono sistemati dei
guard-rails di acciaio in grado di impedire ai veicoli l'uscita di
strada; guard-rails sono posti anche ai due lati della zona di separazione per
impedire lo scavalcamento da una carreggiata all'altra. Speciali spartitraffico
vengono collegati anche là dove l'
a. presenta delle diramazioni;
si tratta, dunque, di dispositivi di separazione materiale delle correnti di
traffico. La zona di separazione presenta quasi sempre una vegetazione a
cespuglio, utilissima per impedire l'abbagliamento fra due veicoli che si
incrociano. Nel progettare un'
a. grandissima importanza ha anche la
scelta del tracciato, per il quale si preferiranno le zone che richiedono il
minor numero di manufatti, pur tenendo presente la necessità di servire
con l'
a. quanti più centri abitati è possibile. Notevole
importanza hanno gli espropri di terreno e la scelta di un itinerario il
più possibile panoramico. Occorre anche cercare di evitare
l'imbruttimento delle zone attraversate dall'
a. riducendo al minimo i
lavori di sterramento. Tra le opere necessarie alla costruzione di un'
a.
quelle più impegnative sono indubbiamente le gallerie necessarie per
attraversare una montagna, le
gallerie artificiali, quelle costruite a
mezza costa per impedire la caduta sull'
a. di materiale litoide franato
dalla montagna, i viadotti necessari a sorpassare canaloni, vallette o altro, i
ponti sui corsi d'acqua, gli sbancamenti di terra e di materiale roccioso e i
terrapieni. Assolutamente necessaria, poi, è la segnaletica sia
orizzontale sia verticale, una tra le voci più costose della manutenzione
stradale. Opere complementari di una grande arteria autostradale sono i grandi
raccordi anulari, le
tangenziali, i
quadrifogli, ovvero gli
interscambi costituiti da un sovrappasso, quattro rampe dirette per la svolta a
destra e quattro rampe indirette per la svolta a sinistra; le
trombette,
altro tipo di interscambio a "T" a due livelli che comprende un sovrappasso, due
rampe dirette per la svolta a destra, una rampa semidiretta e una rampa
indiretta per la svolta a sinistra. ║
A. urbane: strade di
scorrimento in città, generalmente collegate con la rete stradale
cittadina e con la rete autostradale esterna. Come sulle vere
a. anche in
queste è permesso l'ingresso soltanto ai veicoli motorizzati e dotati di
gomme alle ruote; possono essere "sotterranee", "sopraelevate" (in genere su
pilastri metallici o di cemento), "in trincea" ovvero a cielo scoperto ma
fiancheggiate da pareti più o meno alte, "a raso" quando attraversano
zone verdi della città o degli immediati dintorni. Oltre che a unire i
vari tronchi autostradali - e in questo caso si parla per lo più di
tangenziali - le
a. urbane servono a facilitare la penetrazione dei mezzi
motorizzati nelle zone centrali delle città snellendo, in tal modo, anche
il normale traffico cittadino. Fino a qualche anno fa l'unica
a. urbana
esistente in Italia era quella di Genova, sopraelevata; poi con la costruzione
delle tangenziali si sono create reti di
a. urbane anche in altre
città come Milano, Roma, Bologna. ║
Regolamento per l'uso delle
a.: ci limiteremo a ricordare i principali articoli del Codice che gli
utenti delle
a. devono rispettare. Non possono circolare sull'
a.
veicoli le cui condizioni di uso, equipaggiamento e gommatura possano costituire
pericolo per se stessi e per gli altri; i veicoli che trasportino attrezzi e
bagagli sistemati sul tetto, sulle fiancate o sulla parte posteriore, sporgenti
lateralmente per oltre 20 cm o che non risultino adeguatamente fissati al
veicolo. Qualora, per qualsiasi motivo, le condizioni di cui sopra vengano
accertate a ingresso del veicolo già avvenuto, il veicolo dovrà
abbandonare l'
a. alla prima stazione oltre il punto in cui ha avuto luogo
l'accertamento. È vietata sull'
a. la circolazione di pedoni e di
animali, eccezion fatta per le aree di servizio e le aree di sosta. In dette
aree i cani potranno circolare solo se tenuti a guinzaglio. In qualsiasi tratto
dell'
a. la velocità massima dei veicoli può essere limitata
nella misura indicata dai segnali regolamentari. Sui tipi di
a. a due
carreggiate, ciascuna di esse è riservata esclusivamente a un senso di
circolazione. Nessun veicolo può transitare, essere spinto o comunque
muoversi in senso contrario al normale flusso del traffico e ciò, oltre
che sulle carreggiate, anche sui tratti di svincolo e sulla viabilità
interna delle aree di servizio o di sosta. Nessun veicolo può passare da
una carreggiata all'altra allo scopo di invertire il proprio senso di marcia,
avvalendosi delle interruzioni aperte per servizio lungo lo spartitraffico
centrale. In corrispondenza delle stazioni i veicoli in entrata o in uscita
possono disporsi su tante file quante sono le porte aperte al traffico,
segnalate da semafori verdi; i conduttori devono mantenere, nell'avvicinamento,
la fila prescelta. In corrispondenza degli svincoli, chi intende abbandonare la
carreggiata deve portarsi al più presto nell'apposita corsia di
decelerazione, situata sulla destra della corsia di marcia normale. In
corrispondenza degli svincoli, chi deve immettersi sulla carreggiata
autostradale ha l'obbligo di dare la precedenza ai veicoli in transito sulla
carreggiata stessa. Il parcheggio sull'
a. è assolutamente vietato.
I veicoli non possono sostare lungo l'
a. fuorché nelle aree di
servizio e di sosta oppure, in situazioni di emergenza, sulla banchina a
ciò riservata, sulla destra della corsia di marcia normale. Per
situazioni di emergenza si intendono tutti quei casi in cui il veicolo risulti
inusabile per avaria o per malessere fisico del conducente o dei viaggiatori. In
ogni caso si deve portare il veicolo sulla corsia di emergenza e disporlo in
modo da evitare qualsiasi ingombro alla corsia di marcia normale. Se non ci
fosse l'apposita banchina di sosta di emergenza e il veicolo fosse immobilizzato
per guasto, il conducente provvederà a porre l'apposito segnale di auto
ferma (triangolo rosso) posteriormente alla macchina a una distanza adeguata
dalla stessa (40 m). Ciò fino all'arrivo della polizia o dei mezzi di
soccorso. La banchina di sosta d'emergenza non deve essere mai usata per la
marcia. In caso di necessità il veicolo può rimanere sulla
banchina per un tempo massimo di 5 ore (8 per gli autocarri); trascorso tale
termine il veicolo verrà rimosso d'autorità. È vietato
all'automobilista bloccato per guasto o altro motivo chiedere ai veicoli in
transito il traino del proprio veicolo. Egli dovrà attendere il passaggio
della polizia in servizio o del personale di soccorso per i provvedimenti del
caso. Su tutti i tratti di
a. provvisti di illuminazione artificiale
è vietato l'uso dei proiettori abbaglianti. È vietato chiedere
passaggi su qualsiasi tratto dell'
a., comprese le stazioni e le aree di
servizio e di sosta. È vietato pure ai conducenti in transito di
acconsentire alle eventuali richieste. È vietato impartire lezioni di
guida lungo tutta l'
a. È vietato far uso degli spazi compresi
nell'ambito dell'
a. per campeggio o picnic, a eccezione delle aree a
ciò predisposte. Il conducente è tenuto a conservare accuratamente
il biglietto rilasciatogli all'entrata evitando di danneggiarlo. Chiunque venga
trovato sull'
a. sprovvisto di biglietto dovrà pagare il pedaggio
previsto per la classe del suo veicolo, calcolato dalla stazione più
lontana. I conducenti devono sempre segnalare, nei modi stabiliti dalla legge,
l'intenzione di effettuare un sorpasso. Per tutto quanto concerne il
comportamento del conducente, valgono del resto le stesse regole contemplate nel
Codice della Strada per le strade normali. • St.
- L'idea di costruire una strada riservata ai veicoli a motore e che evitasse
incroci, passaggi a livello, attraversamenti di paesi, venne a Piero Puricelli,
ingegnere italiano che nel 1922 progettò la prima
a. del mondo. Il
18 novembre dello stesso anno fu costituita una società concessionaria
per le
a. lombarde: Milano-Gallarate (32,758 km); Gallarate-Varese
(16,235 km); Lainate-Como (24,507 km); Gallarate-Sesto Calende (11,119 km). Il
26 marzo 1923 si iniziarono i lavori; nel settembre 1924 venne inaugurato il
tratto Milano-Varese; il 28 giugno 1925 venne aperta la Lainate-Como e il 3
settembre 1925 il tratto Gallarate-Sesto Calende. Il complesso venne chiamato
A. dei Laghi e fu il primo costruito in Europa. Dieci anni dopo furono i
Tedeschi a imitare l'iniziativa di Puricelli, e solo 40 anni dopo gli Svizzeri
ebbero la loro prima
a., la Ginevra-Losanna. Quando venne costituita la
"Società per le
a. lombarde", in tutta Italia circolavano 65.484
autoveicoli (41.035 autovetture, 23.269 autocarri e 1.180 autobus). Il continuo
aumento del traffico motorizzato, abbastanza intenso già negli anni che
precedettero la seconda guerra mondiale, consigliò la costruzione di
nuove
a.; queste furono: la Milano-Bergamo (1927); la Roma-Ostia (1928);
la Napoli-Pompei (1929); la Bergamo-Brescia (1931); la Torino-Milano (1932); la
Firenze-Mare (1932); la Padova-Mestre (1933); la Genova-Serravalle (1935);
quest'ultima fu detta "camionale", perché non presentava tutte le
caratteristiche di una vera e propria
a. Ragioni politiche ed economiche
arrestarono lo sviluppo delle costruzioni autostradali e soltanto dopo la
seconda guerra mondiale, nel 1956, si ebbe una ripresa molto intensa dei lavori
di tal genere. Questi si avviarono secondo due direzioni distinte; la
realizzazione di nuove
a. e l'adeguamento delle
a. già
esistenti alle nuove esigenze del traffico divenuto ormai notevolissimo.
Naturalmente l'enorme sviluppo della circolazione motorizzata ha portato a nuove
concezioni tecniche per la costruzione delle
a., soprattutto per quanto
concerne la sede stradale, originariamente a carreggiata unica, con una sola
corsia per ciascun senso di marcia. Oggi i sensi di marcia sono nettamente
distinti da uno spartitraffico, quando le due carreggiate non si snodano
addirittura indipendentemente l'una dall'altra. I tratti rettilinei di lunghezza
eccessiva vengono interrotti da ampie curve allo scopo di evitare nei guidatori
l'effetto della monotonia, che provoca una riduzione della prontezza di
riflessi. Per quanto riguarda l'Europa, la Francia, che disponeva di una fitta
rete stradale normale, ha cominciato a costruire le proprie
a. con molto
ritardo rispetto alla Germania e all'Italia; anche la Gran Bretagna è
stata una delle ultime Nazioni ad adottare le strade chiuse a veicoli non
motorizzati e non gommati. Per quanto riguarda gli altri Paesi europei, si
rimanda alla tabella. In Asia non esistono praticamente vere e proprie
a.
perché è stata data la precedenza alle
a. urbane, allo
scopo di rendere più snello il traffico cittadino, mentre in aperta
campagna si corre su ottime strade statali ben pavimentate ma che non
corrispondono alle nostre tipiche
a. Anche la famosa
a. del
Karakorum è sì un nastro stradale asfaltato sul quale possono
inserirsi soltanto veicoli motorizzati ma che non garantisce la sicurezza ai
viaggiatori dato che viene spesso attraversata da animali selvatici della zona.
Le uniche strade intese in senso proprio in Asia sono tuttora le strade statali,
quasi sempre rivestite da una pavimentazione di asfalto. In Africa, nel 1974,
è stata posta in cantiere la
a. Transahariana che unisce la costa
mediterranea del Marocco con la zona costiera del Senegal sul Golfo di Guinea;
il tracciato è di circa 3.000 km. Sempre nello stesso anno sono iniziati
i lavori per la costruzione di una grande nuova arteria: l'
a.
Transafricana, lunga circa 6.400 km, da Mombasa, nel Kenya, sull'Oceano Indiano,
a Lagos in Nigeria, sull'Oceano Atlantico; attraversa l'Uganda, l'ex
Zaire, la Repubblica Centrafricana e il Camerun. Contemporaneamente hanno avuto
avvio i lavori per la costruzione dei tronchi Mogadiscio-Nairobi,
Lusaka-Nairobi, Addis Abeba-Nairobi, Niamey-Lagos, e di altri due tronchi che
collegano all'
a. Transafricana il Ciad, il Gabon e il Congo. Queste nuove
a. hanno uno sviluppo complessivo di 7.000 km. In Australia l'
a.
che unisce Perth, sulla costa occidentale, ad Adelaide, la capitale
dell'Australia Meridionale, attraversa l'arida Nullarbor Plain all'interno della
linea costiera che abbraccia la Gran Baia Australiana. In America, dove la rete
autostradale è abbastanza fitta nella parte settentrionale, esiste
un'unica lunghissima
a. che partendo dall'Alaska raggiunge - salvo
qualche breve interruzione - la Patagonia. In realtà si tratta di tre
distinti e lunghissimi tronchi autostradali il primo dei quali ha origine a
Dawson Creek (nella provincia canadese della Columbia Britannica) e attraversa
il Canada e l'Alaska per una lunghezza di 2.451 km, in direzione Sud-Nord fino a
Fairbanks. Nel Canada è aperta al traffico anche una seconda
a.
che attraversa il Paese dall'Oceano Atlantico fino al Pa#ifico: è la
a. Transcanadiana, lunga 7.820 km; inizia a Saint John, Terranova, e
termina nella Columbia Britann)ca (presso Vancouver). A Dawson Creek si raccorda
con l'Alaska Highway che giunge da Fairbanks e prosegue fino a Vancouver presso
il confine statunitense. Negli Stati Uniti esistono
a. dalle
caratteristiche diverse in rapporto agli scopi cui sono destinate; ciascun tipo,
naturalmente, è distinto da un nome diverso. Ci sono le cosiddette
toll-roads, vere e proprie
a. sul modello europeo, chiuse al
traffico non motorizzato e sulle quali si paga il pedaggio. Simili ad esse sono
le
super-highways, sulle quali però non si paga il pedaggio; sono
sempre a due carreggiate con numero variabile di corsie. Non si paga il pedaggio
neppure sulle
freeways, anch'esse a due carreggiate, ognuna con
più di due corsie. Le
expressways sono strade a scorrimento
veloce, simili alle nostre
a. Altro tipo di
a. statunitense
è la
parson kway, di norma a percorso non molto lungo e sempre
allacciata a un'altra
a. della rete statunitense; sono
a.
panoramiche costruite appositamente per la visita dei posti turisticamente
più interessanti, come i "parchi nazionali". La vastissima rete che oggi
si estende nel territorio statunitense da Nord a Sud e da Est a Ovest,
rappresenta il secondo tronco - se così possiamo chiamarlo - che fa parte
dell'
a. Alaska-Patagonia. Il terzo tronco, che poi si suddivide in vari
rami nell'America del Sud, è costituito dalla Grande Strada
Automobilistica Panamericana. Progettata già intorno al 1923, iniziata
nel 1936, la Panamericana parte da Nuova Laredo, nel Messico, attraversa tutta
l'America Centrale (salvo un breve tratto del Panama); riprende poi in Colombia
(a Turbo) per raggiungere Santiago del Cile e proseguire verso Buenos Aires
(Argentina); vari rami si staccano da quest'ultimo tronco per arrivare in
Brasile e fino alla Terra del Fuoco. Il tratto che va da Nuova Laredo fino a
Chepo, nel Panama, viene chiamato Strada Interamericana.