Traslitterazione greca del nome della dea siriaca
'Atar'ata, menzionata da Diodoro come
Derketo e da Luciano, nella
sua opera omonima, come
Dea syria. Divinità femminile della
fecondità e fertilità, corrisponde all'Astarte fenicia e alla
Grande Madre asiatica. Aveva come paredro il dio della tempesta
Adad, che
nei suoi confronti si trovava sempre in posizione di netta subordinazione: lo
stesso rapporto che intercorreva fra la Grande Madre e il suo sposo e di cui
resta qualche traccia anche nella coppia Zeus-Era. Il suo culto era diffuso in
tutto il bacino mediterraneo e fu introdotto in Roma dagli schiavi siriani, fino
a raggiungere attenzioni anche a livello ufficiale, per esempio con Nerone. Nel
culto di
A. sono comprese forme di confessione dei peccati, da parte dei
devoti come dei sacerdoti che, flagellandosi, portavano in processione la statua
della dea. Di queste processioni restano interessanti descrizioni
nell'
Asino di Luciano e, soprattutto, nelle
Metamorfosi di
Apuleio.