Capitale (3.096.775 ab.) della Grecia e capoluogo della
provincia dell'Attica. Sorge nella parte orientale della Grecia, sul luogo
dell'antica città, ai piedi dell'Acropoli (156 m s/m.), la rocca occupata
dai massimi edifici pubblici e religiosi, consacrata al culto della dea Atena.
Situata nella piana costiera solcata dai fiumi Cefiso e Ilisso, la città
è circondata dalle alture dell'Egaleo, del Parnaso, del Pentelico e
dell'Imetto, mentre a Sud si affaccia sul golfo di Egina, dove il Pireo
costituisce il suo porto, con il quale comunica per mezzo di un'autostrada e una
ferrovia. Nel XIX sec., lo sviluppo della città è stato tale da
renderla sovrappopolata, con numerosi quartieri popolari e talvolta malsani e
con una vastissima periferia, nella quale non mancano le bidonvilles.
• Econ. - Oltre che centro governativo,
A. è anche centro finanziario e il maggiore della Grecia per il
commercio internazionale. L'industria occupa buona parte della popolazione
attiva; le più importanti sono le industrie tessili (cotoni e seta),
meccaniche, alimentari, siderurgiche, farmaceutiche, di materie plastiche e del
tabacco. • St. - Costituita già a partire
dal III millennio a.C., la città si sviluppò rapidamente e
costantemente grazie alla sua favorevole posizione sotto il punto di vista delle
comunicazioni tra il mare e l'interno della Grecia. Secondo la tradizione, la
città di
A. sarebbe stata fondata da Cecrope, oriundo di Saide, in
Egitto; fra l'altro, egli vi avrebbe introdotto i riti, le cerimonie religiose e
il matrimonio. Successivamente il leggendario re Teseo
(V.) congiunse in un solo corpo politico i dodici
Stati indipendenti nei quali Cecrope aveva diviso questo centro miceneo e fece
di
A. la capitale del nuovo regno. A ricordo dell'unione, egli
istituì celebrazioni in onore di Atena (V. ATENEE). A lui si deve anche la divisione dei cittadini in tre classi:
nobili (Eupatridi), agricoltori (Geomori), artigiani (Demiurgi). La vera storia
documentata di
A. incomincia nel 683 a.C., data di una certa sicurezza
che coincide con l'istituzione degli Arconti (V.),
i magistrati supremi, designati dalle famiglie aristocratiche, i quali
esercitavano il potere in precedenza riunito nelle mani del re. Ma chi pose il
fondamento della grandezza di
A. fu Solone
(V.), un nobile decaduto e impegnato nel
commercio, oltre che un legislatore eccelso. Durante il proprio arcontato (594),
egli si impegnò a fondo nella soluzione della crisi che da tempo
affliggeva la città a causa delle lotte tra le famiglie nobili per
mantenere o conquistare il potere. Egli si impegnò nella compilazione di
un nuovo statuto e di un nuovo codice di leggi. In tal modo egli attuò
anche un sistema fiscale molto più equo di quello allora esistente e, a
tal fine, divise i cittadini in quattro classi: Pentacosiomedimmi (cioè
coloro che avevano un'entrata annuale di 500 medimmi di grano, per un valore
pari a 500 dracme); Cavalieri (fra i 200 e i 500 medimmi); Zeugiti (da 200 a 300
medimmi); Teti (cioè coloro che non raggiungevano i 200 medimmi). I
membri delle prime tre classi dovevano pagare una tassa proporzionale al
reddito, l'ultima era invece esente. Solone creò inoltre il Senato (o
Consiglio dei quattrocento), con poteri deliberanti, mentre il vecchio areopago,
Consiglio della città e tribunale supremo, manteneva intatte le sue
attribuzioni, cui si aggiunse anche il compito della sorveglianza generale delle
leggi e delle istituzioni. Le leggi di Solone furono incise sopra cilindri di
legno e tavole triangolari, conservate nell'Acropoli e successivamente nel
pritaneo. Egli infine introdusse la dracma leggera al posto di quella pesante,
il che rese più facile la restituzione dei prestiti, la ripresa
dell'economia e nel contempo aprì alla città nuovi e più
ampi mercati. Successivamente, ulteriori problemi politici portarono alla
divisione della città in diverse fazioni, fino a che il capo della
fazione dei diacri, Pisistrato, instaurò la tirannide a partire dal 561
a.C. Questo permise quantomeno di ottenere una certa stabilità politica,
la quale influì positivamente anche sull'economia cittadina. Nel 510 a.C.
circa venne istituita la democrazia ateniese ad opera di Clistene, capo degli
Alcmenoidi, i quali, appoggiati da Sparta, erano usciti vittoriosi in seguito a
una rivolta cittadina. La nuova democrazia tendeva a dare al popolo una parte
adeguata al governo, grazie all'istituzione di tribù e consigli. Tra il
490 e il 479 gli Ateniesi vinsero le due guerre persiane, dopodiché ebbe
inizio la vera e propria potenza ateniese, rafforzata anche grazie al rapido
sviluppo delle abilità marittime. Nel 445 a.C. iniziò una tregua
di trent'anni fra Sparta e
A. Dopo la costituzione della lega
delio-attica, si arrivò (nel 431-404 a.C.) alla cosiddetta guerra del
Peloponneso, la quale pose fine al predominio ateniese (nel 430
A. era
inoltre stata decimata e quindi indebolita da una terribile pestilenza). In
seguito continuarono, tra alti e bassi, le lotte contro Sparta e altre guerre,
le quali impedirono la ricostituzione della potenza di
A. A partire dal
146 a.C., la Grecia divenne una provincia romana e la città fu posta
sotto il governatore della provincia di Macedonia, come città libera.
A. aderì alla sollevazione greca con Mitridate (88-87) e in
seguito a ciò venne devastata e saccheggiata da Silla, il quale
determinò il rafforzamento del dominio romano. Nel Medioevo venne
devastata dai Goti. Dal 1204 al 1456 fu governata dai signori feudali
dell'Europa occidentale; poi i Turchi la conquistarono (1456) e la tennero fino
al 1883. La guerra d'indipendenza (1821-1833) ridiede la libertà alla
Grecia e
A. risorse. Nel 1834 ebbe inizio la sua storia moderna,
allorché divenne residenza della famiglia reale e capitale del nuovo
Stato; così cominciò a risorgere e ad ingrandirsi. La seconda
guerra mondiale la risparmiò: fu occupata nel 1941 dai Tedeschi ai quali
succedette nello stesso anno l'occupazione italiana. Tornata sotto il controllo
germanico nel 1943, venne liberata dagli alleati nell'ottobre del 1944.
• Arte - Per quanto concerne il periodo miceneo,
rimangono oggi soltanto alcuni resti nell'Acropoli, come le mura, i bastioni e
qualche edificio. Gli altri resti risalenti all'età arcaica fanno
ritenere che la città fosse costituita da gruppi di abitazioni e piccoli
centri separati intorno all'Acropoli. Al periodo di Pisistrato risalgono
l'acquedotto, il primo Partenone in stile dorico, abitazioni private e monumenti
sepolcrali. Al periodo di Pericle risale il massimo splendore architettonico,
espresso dal Partenone (447-432), dedicato alla dea Atena e simbolo della
città, dai Propilei, la monumentale porta dell'Acropoli con colonne
dorico-ioniche, nonché dal tempio di Atena Nike, costruito dopo il 430 in
stile ionico e opera di Callicrate. Accanto al Partenone si trovava l'Eretteo,
antico luogo di culto dedicato ad Atena Poliade e a Posidone Eretteo, con la
loggetta delle Cariatidi, le sei statue di giovani donne che sostenevano il
tetto. La collina dell'Areopago ospitava il tribunale per i delitti, mentre
l'Agorá era il centro della vita amministrativa e commerciale della
città. Ai secc. I-II d.C. risalgono altri monumenti significativi: l'Arco
di Adriano, il tempio di Giove Olimpio, il piccolo tempio dorico di Teseo, il
teatro di Dionisio, il Ginnasio, situato nel centro dell'antica Agorá. I
Bizantini costruirono numerose chiese a partire dal V sec., tra cui S. Dionigi,
S. Teodoro, S. Nicodemo, la chiesa del monastero di Omorfi Ekklisia, decorata da
notevoli pitture di scuola macedone (XIII sec.), nonché quella del
monastero di S. Giovanni Kinigos. Della dominazione turca sono rimaste in
particolare due moschee, quella della Vittoria e quella del Bazar. A partire dal
1700 molti monumenti furono depredati a favore dei musei occidentali e solo nel
secolo successivo iniziarono seri e ufficiali scavi archeologici. Dopo la
designazione di
A. quale capitale greca, si misero in atto piani
urbanistici finalizzati a dare ordine all'incessante sviluppo della
città. Vennero anche eretti numerosi edifici in stile neoclassico, tra
cui il Palazzo Reale (1836), la Biblioteca Nazionale (1862) e il Museo
Archeologico (1866). Nel 1985 e di nuovo nel 1991 il Governo greco ha chiesto al
Governo inglese la restituzione dei fregi del Partenone esposti al British
Museum di Londra, per ricollocarli nel loro contesto originale, ma in entrambi i
casi ha ottenuto un rifiuto.
Atene: il Partenone
Atene: rovine dell'Agorà e del Portico di Attalo