Scienza e tecnica della navigazione spaziale extraterrestre.
Il desiderio di uscire dai confini della Terra compiendo viaggi avventurosi e
fantastici è sempre stato radicato nell'uomo. Ciò è
testimoniato in larga misura nella letteratura di tutti i tempi da molte
descrizioni di viaggi fantastici, oltre che da veri e propri studi scientifici,
di cui i primi risalgono addirittura a Keplero. In tempi più vicini a
noi, al di là della pura fantascienza, i primi studi rigorosamente
scientifici in materia vanno attribuiti al russo Kostantin E. Zioltkovskij, a
cavallo tra il secolo scorso e l'attuale. In seguito, scritti sulla scienza e
sulla tecnica dell'
a. si moltiplicarono rapidamente. I primi progetti
veri e propri di astronavi furono quelli del tedesco Hermann Gandswindt (1891) e
dello stesso Zioltkovskij (1903). Nel 1924 venne fondata, in URSS, la
Società per lo studio del volo interplanetario (OLMS), alla quale
seguirono, sempre in Russia, il Centro moscovita di ricerche astronautiche,
nonché nel 1931, negli Stati Uniti, la
American Interplanetary
Society. Per quanto riguarda l'Europa, in Germania un nutrito gruppo di
ricercatori, tra cui Werner von Braun, lavorò nello stesso periodo per la
Verein für Raumschiffahrt (Associazione per la navigazione
spaziale). Nel 1937, von Braun passò a dirigere il centro di
Peenemùnde per la sperimentazione dei missili balistici, il primo dei
quali, il V-2, entrò in funzione nel 1944. Nel 1950, si tenne a Parigi il
primo congresso mondiale di
a., su iniziativa di Alessandro Ananov. Il 4
ottobre 1957, l'URSS lanciò nello spazio il primo satellite artificiale
(
Sputnik I), e il primo satellite (
Sputnik II, 3 novembre 1957)
con un essere vivente a bordo, un cane. Seguirono la prima sonda lunare
(
Lunik I, URSS, 1959), le prime sonde verso Venere (
Pioneer V,
USA;
Venusik, URSS, 1960), il primo volo orbitale umano (Yuri Gagarin
sulla Vostok I, URSS, 12 aprile 1961), il primo volo orbitale femminile
(Valentina Thereshkova sulla
Vostok VI, URSS, 1963), la prima sonda verso
Marte (
Mariner IV, USA, 1964), la prima attività umana
extraveicolare nello spazio (Leonov sulla
Voshod II, URSS; White, USA,
1965), il primo sbarco umano sulla Luna (Neil Armstrong ed E. Aldrin
sull'
Apollo XI, USA, 21 luglio 1969), trasmesso in diretta televisiva in
tutto il mondo. I programmi spaziali proseguirono con l'invio di sonde
planetarie per rilevazioni scientifiche su Marte, Venere, Giove, Saturno e
Urano, grazie alle quali è stato possibile ottenere dati di estremo
interesse, consentendo di ampliare notevolmente la conoscenza di questi pianeti.
Tuttavia, dopo la conclusione del programma statunitense di esplorazione lunare
(programma Apollo), vi è stato un temporaneo abbandono di missioni lunari
e planetarie con equipaggio, in parte conseguente alla fine della
rivalità americano-sovietica nel campo dell'
a., e in parte dovuto
alla recessione economica e alla necessità di contenere gli elevatissimi
costi necessari per portare avanti questo tipo di attività. Il temporaneo
abbandono non ha posto però fine alla ricerca spaziale delle due
superpotenze, orientata verso campi di ricerca specifica, collocabili anche
nell'ambito strategico-militare. Negli anni recenti, si sono intensificati la
produzione e il lancio di satelliti impiegati per diversi compiti:
dall'osservazione militare (satelliti-spia), alle rilevazioni meteorologiche;
dalla prospezione geologica per l'individuazione di risorse naturali, alle
stazioni per collegamenti radio e televisivi, alle ricerche scientifiche in
campo astronomico, geofisico e delle radiazioni cosmiche. In particolare, in
questi ultimi ambiti si intravvede la prospettiva di creare laboratori e
stazioni orbitali abitate permanentemente e destinate a compiere una serie di
attività, fra cui quella relativa alla conversione dell'energia solare in
energia elettrica da trasmettere alla Terra. Gravi problemi, dal punto di vista
ecologico, sono suscitati dall'impiego di materiali energetici radioattivi, che
comportano il pericolo di una crescente disseminazione radioattiva sulla Terra.
Un ancor più grave pericolo è costituito dalla militarizzazione
dello spazio, disseminato di numerosi e talvolta misteriosi congegni in orbita
attorno alla Terra, con scopi sia difensivi che offensivi. Di questo
preoccupante fenomeno si sono fatte interpreti le stesse Nazioni Unite,
convocando a Vienna una conferenza sulla non-militarizzazione dello spazio,
nell'agosto 1982. L'ingresso ufficiale del Pentagono, il dipartimento americano
della Difesa, nella ricerca spaziale extraterrestre si è avuto nel 1982,
con la quarta impresa del
Columbia, il grande veicolo spaziale (nove
miliardi di dollari è stato il suo costo nel 1981), primo "aereo
spaziale" della NASA, costruito in versioni differenti e destinato a fare la
spola tra la Terra e lo spazio, per il montaggio direttamente in orbita di nuovi
satelliti destinati a usi diversi. Alto quanto un grattacielo (con un serbatoio
di idrogeno e ossigeno) e fiancheggiato da due razzi a combustibile solido, il
Columbia è in grado di atterrare quasi come un aereo e la
missione, compiuta nel luglio 1982, con a bordo nove militari, è stata la
prima di una serie di missioni precluse alla curiosità del pubblico e
all'interesse degli scienziati. Il programma spaziale statunitense è
proseguito con il lancio di altri veicoli sul modello del
Columbia: il
Discovery e il
Challenge. Nel 1986 quest'ultimo, dopo nove
missioni perfettamente riuscite, è esploso subito dopo il lancio; lo
scoppio ha causato la morte di tutti i sette componenti dell'equipaggio,
bloccando i programmi spaziali degli Stati Uniti fino al dicembre 1988, quando
è stato felicemente effettuato il lancio e il successivo volo orbitale
del
Discovery. Approfittando dell'inattività americana, tra la
fine degli anni Ottanta e l'inizio del decennio successivo l'Europa, che nel
frattempo aveva iniziato le ricerche nel campo spaziale, realizzando il vettore
Ariane, si è assicurata circa il 40% dei lanci in orbita di
satelliti a scopo commerciale e scientifico. Nel 1986 l'Unione Sovietica ha
mandato in orbita la stazione orbitale
Mir, che dovrebbe costituire il
primo elemento di una stazione spaziale permanente, in grado di ospitare
astronauti e apparecchiature scientifiche. Anche gli Americani hanno portato
avanti un progetto analogo per la stazione orbitale
Freedom, il cui
lancio in orbita sarebbe previsto per la metà degli anni Novanta. I
progetti spaziali degli anni Novanta hanno visto inoltre un aumentato interesse
per la ricerca scientifica (sonda
Ulysses verso il Sole, USA, 1990; sonda
Muses-A sulla Luna, Giappone, 1991) e la nascita di un nuovo spirito di
collaborazione tra le potenze, probabilmente in seguito ai mutamenti politici
avvenuti e alla concomitante crisi economica che ha necessariamente causato un
taglio ai fondi destinati alla ricerca spaziale.
"Ambiente spaziale: ricerca e progresso" di Aurelio C. Robotti
Il progetto della costruzione di una stazione spaziale internazionale