(in assiro
Ashshūr-bān-apli).
Re dell'Assiria, noto ai Greci col nome di
Sardanapalos. Figlio di
Asarhaddon, regnò dal 668 al 629 a.C. Dopo essere succeduto al padre, il
quale lo aveva designato erede al trono preferendolo al fratello maggiore,
Shamash-shumukin (Saossuchino), egli dovette fronteggiare una vasta ribellione
capeggiata dal fratello stesso. Quest'ultimo ricorse anche all'aiuto dei popoli
vicini e sobillò Accadi, Alamei ed Elamiti.
A. sferrò una
vasta e fortunata controffensiva, che lo portò ad allargare il proprio
dominio, sottomettendo l'Elam e costringendo all'obbedienza l'Egitto
settentrionale. In tal modo riuscì ad allargare la propria influenza su
gran parte dell'Asia Minore. Durante il suo regno, la civiltà assira
raggiunse il massimo splendore, testimoniato ancora oggi dai tesori d'arte
raccolti nel suo palazzo di Ninive, tra cui vanno citati i bassorilievi, le
sculture raffiguranti scene di caccia o avvenimenti storico-militari. Egli
tuttavia non riuscì a dare al proprio regno un assetto stabile e
definitivo e ad assicurare di conseguenza l'ordine e la pace su tutto il regno.
Proprio per questi motivi, dopo la sua morte si scatenarono guerre civili e
insurrezioni da parte dei popoli assoggettati. I Greci lo conobbero come
Sardanapalos, protagonista della leggenda secondo cui egli sarebbe stato
l'ultimo dei trenta re assiri, amante del lusso e dei festeggiamenti,
dall'aspetto effeminato. Sempre secondo tale leggenda, dopo essere stato
sconfitto dai ribelli, avrebbe deciso di morire con tutta la sua famiglia arso
su una pira fatta appositamente costruire nel suo palazzo. Alcune delle statue e
dei bassorilievi che ornavano il suo palazzo di Ninive si trovano oggi al museo
Louvre di Parigi, mentre il British Museum di Londra conserva la sua biblioteca
che ospita importanti documenti storici e letterari (oltre 24.000 tavolette),
relativi sia alla sua epoca che a epoche anteriori.