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Asfissia.

(dal greco a privativo e sphygmós: polso). Soffocamento in seguito a prolungata sospensione di ossigenazione del sangue nei polmoni (V. anche ANNEGAMENTO). Diversi sono i motivi per cui si verifica l'a.: può avere luogo a causa di una modificazione della composizione dell'aria e cioè nel caso in cui la percentuale di ossigeno (in condizioni di normalità presente in misura del 21%) scende sotto la soglia del 7%; oppure quando si accumulano nel sangue acido carbonico o altri gas irrespirabili. L'a. ha luogo anche quando viene ostacolato, per qualche motivo, l'ingresso dell'aria nelle vie aeree: la meccanica respiratoria viene così inceppata quando i polmoni subiscono compressioni o quando si paralizza il centro respiratorio o quando si bloccano i muscoli respiratori. L'a. conosce una fase acuta, che si divide in quattro momenti precisi: una fase di dispnea respiratoria violenta, una fase di dispnea espiratoria violenta, una fase di pausa respiratoria e un'ultima fase terminale, che comporta il respiro periodico, il boccheggiamento e quindi la morte. Se si riescono a rimuovere in breve tempo le cause contingenti che hanno provocato il soffocamento, bisogna intervenire prontamente con la respirazione artificiale, l'inalazione di ossigeno e la somministrazione di analettici.