(dal latino
ascia). Attrezzo da taglio impiegato per
la lavorazione del legname. È formata da un manico di legno non molto
lungo e da una lama tagliente di acciaio di forma lunata. Si differenzia dalla
scure e dall'accetta, in quanto il taglio della lama si presenta ad angolo retto
rispetto al manico. • Preist. - L'
a.
risulta essere uno dei più antichi attrezzi da lavoro, e rientra anche
tra le armi da caccia e da difesa. All'inizio del Paleolitico, l'
a. era
di pietra scheggiata in modo molto rozzo e solo successivamente la forma divenne
più evoluta e la lavorazione più accurata. Nel Neolitico, invece,
la pietra cominciò a non essere più scheggiata, ma levigata;
inoltre la selce venne sostituita dall'ossidiana e dalla quarzite. In questo
periodo il manico era generalmente di osso, ma poteva anche essere di legno.
Successivamente, e cioè durante l'Età dei Metalli, l'
a. di
pietra verde subì una riduzione delle dimensioni e acquisì invece
valore di amuleto e di oggetto votivo e rituale.
A. di metallo trovarono
largo impiego nel lavoro, nella caccia e nella difesa: in un primo momento si
trattò di strumenti piatti, mentre in seguito iniziarono a presentare
bordi rialzati e manico di legno. Da questo tipo di
a. ne venne poi
creato un modello provvisto di alette, chiamate
paalstas. Caratteristica
dell'Età del Ferro fu invece l'
a. a cannone, dotata di un incavo
nella testa per l'immanicatura. • Rel. - Il
significato religioso dell'
a., sia nella sua forma semplice che nella sua
forma doppia (
bipenne), con manico posto al centro, è documentato
presso molti popoli del mondo mediterraneo antico, e soprattutto in Mesopotamia
e a Creta. Gli studiosi, sulla base delle numerose testimonianze di
a.
rinvenute in particolar modo presso templi dedicati a divinità sovrane
della folgore, hanno supposto che tale strumento simboleggiasse il fulmine e il
dio stesso che lo scaglia. Ancora oggi presso varie popolazioni primitive,
pietre a forma di scure vengono considerate amuleti contro il
fulmine.