Forma di artropatia della cartilagine delle estremità
ossee che compongono l'articolazione. È anche chiamata deformante o
degenerativa primaria. Generalmente questo tipo di malattia si manifesta in
individui non più giovani e colpisce, in modo primitivo, la cartilagine
diartoidale. L'infiammazione sinoviale ha luogo in via secondaria; questa
è la principale differenza tra l'
a. e le artriti vere e proprie:
in queste ultime infatti la reazione infiammatoria è di tipo primitivo.
La malattia insorge in genere a causa dello stato di usura fisiologica della
cartilagine; altri elementi patogenetici possono essere costituiti
dall'età dell'individuo, da disturbi soggettivi legati alla circolazione
e al metabolismo, da problemi a livello neuro-endocrino, da ipertensione e
traumi. L'infiammazione colpisce soprattutto le ginocchia, le anche e la colonna
vertebrale; dal punto di vista anatomopatologico, le cartilagini diartroidali
degenerano a livello velvetico, causando una fissurazione e uno sfibrillamento
che è all'inizio superficiale e successivamente profondo; inoltre gli
elementi cartilaginei presentano necrobiosi e il tessuto osseo sottostante
diviene denudato. In genere il decorso della malattia è piuttosto lento e
ha un andamento progressivo, senza provocare febbri o alterazioni dello stato di
nutrizione e sanguificazione. L'infiammazione è caratterizzata da una
precisa sintomatologia, caratterizzata da dolori acuti, crepitii ossei,
abbassamento della funzionalità. Talvolta insorge anche una deformazione
a livello articolare, riscontrabile però in misura più evidente
attraverso l'esame radiologico. Da questo tipo di esame possono infatti emergere
le seguenti patologie: alterazione, a livello morfologico, dei capi articolari,
di intensità variabile; riduzione degli spazi articolari, a causa
dell'usura delle cartilagini; osteofiti marginali. L'
a. cronica primaria
insorge primitivamente in seguito all'usura e a disturbi circolatori della
cartilagine; le
a. secondarie comportano invece un processo degenerativo
articolare successivo ad altre manifestazioni morbose, che possono costituire,
ma non necessariamente, la causa di danni alle articolazioni. Le malattie che
provocano l'
a. secondaria sono la gotta, alcune patologie del sistema
nervoso come la tabe, la siringomielia, le paralisi, il morbo di Parkinson, le
nevriti, i traumi e gli squilibri statici del corpo e, infine, alcune malattie
del sangue, tra le quali l'emofilia. L'
a. vertebrale colpisce
prevalentemente individui di sesso maschile; il processo degenerativo è a
carico dei dischi intervertebrali, cioè dei cuscinetti cartilaginei
interposti tra vertebra e vertebra, i quali perdono elasticità e si
trovano a essere compressi. Le vertebre invece formano un osso reattivo nelle
loro estremità e questo dà, alle vertebre stesse, un aspetto a
rocchetto. Questo tipo di
a. colpisce il settore del collo e provoca
intensi dolori che si irradiano al collo, alla nuca e alle spalle. L'
a.
lombare interessa invece i lombi e, oltre a causare dolori alla zona,
può provocare nevralgie di tipo sciatico: questo a causa dell'offesa alle
radici nervose del nervo sciatico (le quali hanno origine dal midollo spinale a
livello lombare) che percorre internamente il canale vertebrale. L'
a.
viene curata nella fase dell'attacco acuto e in quella dello stato artrosico.
Nel primo caso, la medicina tradizionale interviene cercando di combattere il
dolore (e il gonfiore, se presente), attraverso la somministrazione di alte dosi
di piramidone. Anche il fenilbutazone, tra i farmaci di nuova produzione, ha
dimostrato di dare risultati efficaci. Come antinfiammatori vengono
prevalentemente impiegati il cortisone e l'ACTH. A volte si ricorre a iniezioni
locali di idrocortisone, effettuate soprattutto nel ginocchio, che però
possono provocare infezioni purulente locali. L'attacco infiammatorio viene
ancora attualmente curato tramite salicilici e prodotti similari. Come cura al
dolore, si fa invece ricorso ai mezzi di cui dispone la terapia fisica: quelli
che sortiscono risultati migliori sono tuttora i raggi X e gli ultrasuoni. Per
lo stato artrosico vengono ancora usati prodotti che sono tramandati dalla
consuetudine, quali lo iodio, lo zolfo e la vitamina B
1. È
utile condurre una vita ordinata, evitare il freddo, non eccedere
nell'alimentazione, limitare tabacco, caffè, alcool, mantenere la carne
nella dieta. Buoni risultati si ottengono anche con i fanghi e le cure delle
acque termali.