Organizzazioni medioevali di artigiani, mercanti, semplici
lavoratori, che si associavano con lo scopo di difendere gli interessi comuni.
Questo tipo di associazione, anche se in forma leggermente diversa, esisteva
già nell'antichità, nelle testimonianze dovute, ad esempio,
all'arte dei
magistri comacini, abili nelle opere murarie, o a quella dei
saponai piacentini. Tra queste antiche associazioni e le
a. medioevali
non è possibile comunque istituire un rapporto di continuità, dal
momento che esistono anche notevoli differenze fra le due. Lo sviluppo
dell'economia cittadina favorì, almeno all'origine, la nascita delle
a. come libere organizzazioni. Tali associazioni si davano quindi capi,
ministri,
consules, tenevano riunioni, discutevano ed elaboravano
programmi e statuti. Inoltre si dotavano di una sede dove tenere i consigli. Non
era assolutamente possibile che insorgessero concorrenze illegittime, grazie
allo stretto controllo che l'
a. esercitava sui propri associati e sulle
loro attività; inoltre veniva assicurata la quantità e la
qualità del prodotto. Nella gerarchia delle
a. si distinguevano il
mastro o
capitano, che grazie alla sua abilità
professionale dirigeva il lavoro della bottega, e il
lavorante o
garzone, che aiutava il mastro per un certo numero di anni e, se
disponeva di mezzi finanziari, poteva anche aspirare a diventare mastro lui
stesso. Ogni tipo di controversia che poteva verificarsi tra gli associati e che
riguardasse problemi del lavoro, veniva affrontata e risolta all'interno
dell'
a. Le
a. che svolgevano la loro attività nei liberi
comuni urbani assunsero maggiore importanza economica e peso politico, mentre il
loro sviluppo fu limitato e rimasero semplici associazioni artigiane nei casi in
cui il potere centrale era molto forte, come ad esempio a Venezia e nel
Meridione. Le
a. si distinsero in
maggiori e
minori: mentre
le prime si riferivano ai gruppi dediti alle attività economiche
più impegnative, di carattere finanziario e commerciale, le seconde
facevano riferimento ai lavoratori salariati che erano stati in grado di darsi
un'organizzazione. A Firenze le
a. furono sette: quella dei giudici e dei
notai, quella dei mercanti di Calimala, quella dei cambiatori, quella dei medici
e speziali, quella della lana, quella della seta, e infine quella dei
pellicciai. A Pisa si organizzarono tre
mercanzie: l'arte del mare, dei
mercatanti, dei lanaiuoli, e sette delle cosiddette
a. minori. Le
a. maggiori, grazie al loro grande potere economico, riuscirono sovente a
impadronirsi del potere politico, imponendo così alla città i
propri interessi. A Firenze questo processo si delineò molto chiaramente
quando, nel 1293, una oligarchia finanziaria riuscì a escludere dal
governo della città i nobili, tramite gli "Ordinamenti di giustizia". Fu
questo il periodo di massimo splendore delle
a., la cui esistenza ebbe
fine nel XVIII secolo. • Arte -
A.
liberali: le sette discipline, raggruppate nel Trivio e nel Quadrivio, che
costituivano la base didattica nelle scuole medioevali. Trattate in alcune opere
di Sant'Agostino e nella
Enciclopedia di Marziano Capella, vennero
descritte come figure femminili. Ad esse corrispondevano figurazioni comuni
nella scultura, nella pittura e nella miniatura romanica e gotica; in età
comunale si aggiunsero ad esse le raffigurazioni delle
a. meccaniche o
mestieri. In Italia le
a. compaiono scolpite nel pulpito della
cattedrale di Siena, ad opera di Nicola Pisano; nel pulpito del duomo di Pisa,
scolpito da Giovanni Pisano; nella Fontana Maggiore di Perugia; in Germania;
nell'atrio della cattedrale di Friburgo. Con il Rinascimento il mutato clima
culturale toglie la raffigurazione delle
a. dall'atmosfera metafisica,
per farne il simbolo della cultura e dell'attività individuali: ne sono
esempi quelle scolpite da Agostino di Duccio, nel Tempio Malatestiano di Rimini;
e quelle del Pollaiolo, nella lastra tombale di Sisto IV (Roma, Grotte
Vaticane). Raffaello, nella sua
Scuola d'Atene, sostituisce al simbolo la
raffigurazione personale dei massimi cultori delle
a. La rappresentazione
allegorica delle varie attività umane fu comunque utilizzata ancora a
lungo, fino alla fioritura liberty del tardo XIX sec.