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Arte.

(dal latino ars). Ogni attività umana regolata da capacità tecniche specifiche o basata sulla genialità e originalità individuale. In questo concetto rientrano le cosiddette a. manuali, termine usato per designare qualsiasi azione pratica destinata a realizzare oggetti concreti, e le a. liberali, che esigono l'applicazione dello spirito e dell'intelletto. ║ Mestiere, professione per il cui svolgimento sono necessarie specifiche competenze. ║ Lavoro svolto nell'ambito dello spettacolo. ║ Antiche corporazioni medioevali sorte per tutelare gli interessi di artigiani, mercanti e lavoratori in genere. ║ Astuzia, raggiro. ║ Qualsiasi attività umana i cui prodotti siano destinati ad essere sottoposti a un giudizio estetico. ║ Insieme dei precetti necessari allo svolgimento di attività di carattere artistico, letterario. ║ A. poetica: precetti regolatori dell'attività poetica e delle sue tecniche stilistiche. • Mil. - A. militare: le norme della scienza militare per la preparazione delle forze armate, delle strategie e delle tattiche da attuare nelle varie circostanze. • Filol. - Per i Greci il termine a. aveva una valenza molto più ampia di quella attuale. La parola téchne, infatti, poteva essere utilizzata anche in riferimento all'artigianato e solo abbinata ad aggettivi, come he grafké (la pittorica) o he mousiké (la musica), serviva a indicare certe a. figurative; per i Pitagorici, ad esempio, he mousiké poteva riferirsi a tutte le attività ispirate dalle Muse, in particolare la musica e la poesia. Platone, nelle Leggi, incluse nel concetto di téchne anche l'agricoltura e la medicina e, nei 10 libri della Repubblica, lo estese all'architettura, all'a. del ricamo e alla tessitura; secondo Aristotele, nel Protrettico, a. era tutto ciò che imita la natura mentre nella Poetica, il termine téchnai indicava le belle a. e soprattutto l'a. letteraria. Nel trattato De Sublime di un autore anonimo del I sec. d.C., si legge che la "vera a." altro non è che la "persuasione"; Sant'Agostino, nel De Ordine e nel De Musica, chiamò "liberali" le a. del trivium (grammatica, retorica, dialettica) e del quadrivium (aritmetica, geometria, musica e astronomia) perché esse servono alla ragione, a differenza di quelle meccaniche o servili che "servono solo al corpo". San Tommaso, invece, definì le a. come una "attività operativa" quia habent aliquid per modum operis (Summa Theologica). Nel Quattrocento si cominciò a distinguere con chiarezza le "a. maggiori" da quelle "minori" insieme al processo di rivalutazione della pittura che prese le mosse dal Libro dell'arte di Cennino Cennini, ispirato alle teorie aristoteliche e platoniche, e poi dal Trattato della pittura (1436) di Leon Battista Alberti. In questo periodo, tuttavia, il concetto di a. era ancora molto confuso ed elastico, almeno quanto lo era stato quello di téchne presso i Greci; Leonardo affermò che la pittura e la musica avevano un'"eccellenza divina" sopra le altre a., tuttavia, in polemica contro la poesia, riconobbe a questa un rango di "a. superiore", affermando che "la pittura è una poesia muta, e la poesia una pittura cieca". La polemica sulle a. proseguì con grande intensità nel Cinquecento e nel Seicento ma anche in questi due secoli non vi fu rigore di definizione e distinzione fra le a. "pure" e le a. artigianali; il concetto di a. belle, anticipatore dell'idea romantica delle cinque a. estetiche, si affermò solo nel Settecento; tra le opere di questo periodo ricordiamo il saggio Les beaux arts reduits a un même principe (1746) di G. Batteux, seguito, nel 1767, da quello di G.F. Meyer Considerazioni sui primi principi di tutte le belle arti e scienze. Lo stesso Batteux in Les quatre poëtiques (1771) riprese la disputa affermando: "Le belle a. formano un'unica famiglia avente la stessa sorgente che è il gusto naturale che abbiamo per l'imitazione; lo stesso fondamento, che è la natura imitata; lo stesso fine, che è di piacere e di istruire per la via più breve di tutte, attraverso l'immagine". Nella seconda metà del Settecento si giunse anche a sottolineare le differenze specifiche, di creazione e di fruizione, alla base delle distinzioni tra le a. Nel 1802, F.W.J. Schelling pubblicò la sua Filosofia dell'arte in cui sostenne che l'a. è l'espressione reale delle idee comprendente un "momento ideale" e un "momento reale"; il primo costituisce le "a. figurative" (compresa la musica) e il secondo le "a. della parola" (lirica, epica, drammatica). Da questo momento le definizioni delle a. belle si susseguirono numerose e varie nell'ambito dell'estetica romantica; tra di esse, ricordiamo il tentativo di Hegel di storicizzare il sistema delle diverse a., considerando ciascuna di esse come tipica di una determinata epoca; secondo Hegel la prima a., in ordine di tempo, fu l'architettura seguita dalla scultura, dalla musica, dalla poesia e dalla pittura. In Lezioni di estetica, pubblicate postume (1836-1838), Hegel sostenne, inoltre, il concetto della "morte dell'a." soggetta, in quanto attività umana, a un progressivo dissolversi. Agli inizi del Novecento Konrad Lange (1901) suddivise le a. in due gruppi: a. costruttive e ludiche (danza, musica, architettura, lirica) e a. d'illusione e di imitazione (mimica, drammatica e a. figurative); sempre in questo periodo, il Bauhaus di Gropius affiancato dalla scuola De Stijl fondata da Van de Velde, avvicinò le a. belle alla tecnica industriale. Il concetto romantico di a. continuò a perdurare soltanto in Italia, nell'estetica di B. Croce; nel resto del mondo infatti si diffuse un nuovo modo di considerare l'a. e di praticarla, in armonia col progresso della tecnica e il concetto di a., anche a causa dell'avvento di nuove forme quali il cinema, la televisione, la musica elettronica, divenne una determinazione molto più elastica di quella Romantica. • Preist. - Le incisioni e le pitture dei ripari e delle grotte di età paleolitica costituiscono la più antica forma d'a. Sono diffuse a Altamira, in Spagna, Lascaux, in Francia, nel Sahara, e in Italia, soprattutto in Val Camonica; in questa località il patrimonio figurativo è estremamente vario e complesso, distribuito lungo un arco cronologico che va dalla Preistoria al Medioevo. Alla Preistoria appartengono anche primitive sculture, come la Venere di Savignano o il Bisonte in osso di renna ritrovato nelle grotte di la Madeleine. • St. - Nell'età dei metalli, rame, oro e argento fecero la loro apparizione sotto forma di utensili e di suppellettili che si affiancarono gradualmente agli oggetti in pietra tipici delle età precedenti. Tra le prime sculture ricordiamo le statuette rinvenute durante gli scavi effettuati in Egitto e in Mesopotamia e i bellissimi esemplari di a. sumerica ritrovati a Ur, come la famosa aquila dalla testa di leone in rame e il caprone nel bosco in oro e pietre preziose, a cui si devono aggiungere i numerosi reperti rinvenuti nelle regioni di Ninive, di Babilonia, nella Fenicia, ecc. L'architettura ebbe un grandissimo sviluppo in Mesopotamia e in Egitto. Lo sviluppo della tecnica consentì la costruzione delle gigantesche piramidi e dei colossali templi egizi come anche delle famose tombe dei re achemenidi scavate nella roccia non lontano da Persepoli, in Persia. ║ A. dell'antica Grecia: le più antiche testimonianze dell'a. della Grecia appartengono all'architettura. Ciò che resta degli antichi palazzi di Argo, Micene, Tirinto, Creta attesta l'enorme sviluppo della tecnica delle costruzioni, regolata dal senso dell'armonia e delle proporzioni, che portò alla definizione dei tre celebri stili, dorico, ionico e corinzio, e di numerosi elementi basilari dell'architettura come la colonna, la trabeazione, il capitello. La statuaria ebbe uno sviluppo parallelo; tra gli scultori più famosi del periodo classico ricordiamo Fidia, Mirone, Policleto, Prassitele, Scopa, Lisippo, i cui capolavori sono conosciuti in tutto il mondo. La ceramica, invece, ci ha restituito le più antiche attestazioni della pittura greca; nei vasi venivano usati solo 4 colori: il bianco (terra di Melos), il rosso (terra di Sinope), il giallo (ocra d'Attica) e il nero (avorio bruciato o sostanze vegetali). La pittura vera e propria comparve verso il 460 a.C., quando Polignoto di Taso dipinse il portico noto come Pecile insieme a Paneno, il fratello di Fidia, e Micone. I primi soggetti furono ispirati all'epica, a cui seguirono temi tratti dalla natura; tra gli altri maestri ricordiamo Apelle, originario dell'Asia Minore, autore di celebri cavalli, della Venere Anadiomene e di molti altri capolavori di cui non ci è restata traccia. ║ A. dell'Italia antica: le prime testimonianze artistiche risalgono agli Etruschi, a cui sono attribuiti templi e necropoli della Toscana e del Lazio ricchi di affreschi e di preziosi corredi; tra le più famose sculture etrusche, invece, ricordiamo la Lupa capitolina e la Chimera di Arezzo. Dall'a. etrusca prese avvio l'a. romana che, dopo la conquista di Siracusa ad opera del console Marcello, si avvicinò all'a. greca imitandone i capolavori; si sviluppò così l'a. monumentale imperiale che si diffuse dalla Britannia alla Sarmazia, dall'Algeria alle terre dei Galli e dei Germani. Tra i più famosi monumenti romani ricordiamo la Domus aurea, il Pantheon, le Terme di Caracalla e, nella statuaria, il ritratto di Bruto, conservato al Museo di Napoli, le statue di Ottaviano, di Agrippina, di Antonino, di Caracalla, di Nerva, ecc. ║ Medioevo: le prime attestazioni dell'a. medioevale sono di chiara derivazione romana. In campo architettonico, ad esempio, ricordiamo le basiliche, sviluppate in origine attorno alle aree di mercato, spesso affiancate dal battistero, il luogo dove si amministrava il battesimo, che manteneva quasi sempre la forma circolare delle antiche terme romane. Decaduto l'Impero romano, con l'avvento dell'Impero d'Oriente fiorì l'a. bizantina caratterizzata da un largo uso dei mosaici a sfondo dorato. L'arrivo dei Longobardi prima e dei Franchi di Carlo Magno poi, segnarono la fine dell'a. bizantina, che coincise con la restaurazione romana. Si sviluppò così l'a. romanica, che raggiungerà il suo apogeo subito dopo il Mille, diffondendosi in tutta Europa; la scultura conobbe un grande impulso, come attestano i ricchi bassorilievi, portali, pulpiti, portoni bronzei che adornano tutte le chiese di questo periodo, e anche la pittura conobbe un discreto sviluppo come sembrano testimoniare i soffitti e le pareti degli edifici religiosi che recano le immagini tratte dalle Sacre Scritture, ad esempio, le vite dei Santi, la passione di Gesù, immagini allegoriche come l'Albero della Vita. Quasi contemporaneamente all'a. romanica, nei Paesi musulmani si sviluppò l'a. araba con le sue moschee, le sue tipiche cupole e i suoi arabeschi caratterizzati dalla completa assenza della figura umana. A partire dalla seconda metà del XII sec. in Francia si sviluppò lo stile gotico, esteso ben presto a tutta l'Europa, caratterizzato dalla volta ogivale, dall'arco a sesto acuto, archi esterni rampanti e dal predominio delle linee verticali. Tra le più note architetture gotiche italiane ricordiamo i duomi di Orvieto, di Genova e di Siena, la chiesa superiore di san Francesco ad Assisi, il duomo di Milano, il campanile di Giotto a Firenze, ecc.; all'estero modelli gotici sono la cattedrale di Orléans, quella di Rouen, quella di Reims, la chiesa di Notre-Dame a Parigi, il Duomo di Colonia, la chiesa di Santo Stefano a Vienna, ecc. ║ Rinascimento: il grandioso movimento letterario, filosofico e artistico che va sotto il nome di Rinascimento ebbe come culla l'Italia e si svolse dalla fine del XIV a tutto il XVI sec. Sua prima manifestazione fu l'Umanesimo volto a riscoprire l'antichità sulla base di un rinnovato Aristotelismo e di un autentico Naturalismo. Tutte le conoscenze umane vennero coinvolte nella costruzione di una nuova dimensione; al medievale rigore del Gotico si sostituì il gusto di una estrema armonia formale, ispirato agli esempi dell'antichità classica. Insieme all'a. di ispirazione ancora medioevale, esclusivamente religiosa, nel Quattrocento cominciarono ad apparire le prime manifestazioni di a. profana; si sviluppò l'architettura civile e, insieme, la pittura si aprì a una maggiore naturalezza, liberandosi dai rigidi schemi imposti dalla Chiesa. Tra gli artisti più famosi di questo periodo ricordiamo Masaccio, Andrea del Castagno, Piero della Francesca, Gozzoli, Ghirlandaio, Botticelli, Jacopo Della Quercia, Donatello, Ghiberti, i fratelli Della Robbia, il Pollaiolo, ecc. L'a. rinascimentale raggiunse l'apice con il Cinquecento: Firenze, Venezia, Roma e Milano accolsero una nutrita schiera di artisti nei vari settori dell'a. come Giorgione, Tiziano Vecellio, Tintoretto, Paolo Veronese, Lorenzo Lotto; a Milano lavorarono, tra gli altri Leonardo da Vinci, G. Moroni, Moretto da Brescia, mentre a Roma, oltre allo stesso Leonardo, operarono Michelangelo Buonarroti, Benvenuto Cellini e Raffaello Sanzio. Nell'architettura rinascimentale italiana i maggiori nomi furono quelli di Palladio, Sansovino, Sangallo, Bramante, Vignola, che realizzarono opere come la chiesa di San Giorgio a Venezia, le meravigliose ville venete, la sacrestia nuova di San Lorenzo a Firenze e la libreria del Palazzo Ducale a Venezia. Dall'Italia l'a. rinascimentale si estese in tutta l'Europa collegandosi alla bravura di artisti come El Greco, Cranach, Holbein e Albrecht Dürer. ║ Seicento e Settecento: il XVII sec. segnò il trionfo del Barocco, la corrente artistica i cui caratteri essenziali furono una esuberanza accesa e un'interiore inquietudine; accanto al Barocco, tuttavia, coesistettero il Classicismo dei Carracci, la rivoluzione del Caravaggio, il libero realismo di Velazquez e il naturalismo borghese della pittura fiamminga. I più famosi architetti furono Bernini, Maderno, Borromini, Lemercier, Mansart, Wren, Holl e Rastrelli; in pittura le personalità più rappresentative furono Carracci, Reni, S. Rosa, Magnasco, Poussin, Lorrain, Murillo, Velazquez, Rubens, Rembrandt, Van Dyck e Vermeer, mentre i più grandi scultori furono Algardi, Bernini, Mochi, Sarrazin, Anguier, Guillain e Verbruggen. Nel Settecento il Barocco andò ingentilendosi, specialmente a Venezia, nel Barocchetto e in Francia nel Rococò che si sviluppò rapidamente anche in Austria e in Germania, in particolare nell'architettura. In pittura accanto ad artisti di chiare origini rococò, come il francese Watteau, prese il via anche un'a. borghese di costume, con il veneziano Pietro Longhi e il francese Chardin; altri grandi pittori furono Tiepolo, il Canaletto, Fragonard, Boucher, Goya, Mengs, Gainsborough, Hogarth, mentre tra gli scultori settecenteschi segnaliamo Morlaiter, Pietro Bracci, autore della fontana di Trevi, e i francesi Pigalle e Paiou. Verso la metà del secolo si sviluppò in Francia il Neoclassicismo, reazione alla frivolezza dovunque imperante, che ebbe tra i suoi primi rappresentanti l'architetto francese J. Soufflot e Rinaldi. ║ Ottocento: è il secolo del Romanticismo, la reazione al Neoclassicismo in nome della sensibilità individuale e della fantasia collegata a forme arcaiche e medievali, ai primitivi tedeschi e ai preraffaelliti. Nel romanticismo di Delacroix e nel realismo di Courbet si ebbero le premesse dell'Impressionismo: ribellione all'accademia, emozioni che traspaiono attraverso la luce e il colore. La tecnica, seguita dai francesi fu adottata anche in Italia dove i seguaci dell'Impressionismo si chiamarono Macchiaioli (macchia di colore). Nei primi anni del secolo il Neoclassicismo ebbe ancora qualche seguace rappresentato, nella scultura, da Canova, V. Vela, V. Gemito, Medardo Rosso e, in pittura, da Appiani, Ingres, David, ecc. Importanti architetti del secolo furono Paul Abadie, C. Barry (neogotico), W. Morris, e in America H.H. Richardson e B.L. Sullivan; nelle a. figurative ricordiamo i romantici Hayez, Fontanesi, Palizzi, Morelli, Carnovali (il Piccio), Mosè Bianchi, G. Fattori, S. Lega, De Nittis, Segantini, Boldini, gli impressionisti francesi Manet, Monet, Renoir, Pissarro, Sisley, Degas, i neoimpressionisti Seurat (divisionista), Modigliani, Cézanne, Bonnard, Gauguin, Matisse (fauves). ║ Novecento: in questo secolo si sono susseguiti numerosi movimenti. I primi ad affermarsi furono i Fauves, gli amanti dei colori violenti (Matisse, Derain, Dufy, Braque) e i Futuristi, che adottarono la scomposizione delle forme e il dinamismo plastico (Boccioni, Balla, Severini, Carrà, Russolo); nel 1908 si sviluppò il Cubismo (Braque, Picasso) che rifiutava la teorica dei Fauves e, nel 1924, sorse il Surrealismo spiegato dal manifesto di André Breton come l'intenzione di esprimere in a. la vita dell'inconscio (Ernst, Dalì, Miró, ecc.). Tra le altre correnti di questo secolo ricordiamo l'Espressionismo, l'Astrattismo, reazione alla riproduzione figurativa della realtà e, in Italia, la Pittura metafisica di De Chirico, Morandi e Carrà. In architettura, dopo il breve trionfo del Liberty con l'uso di nuovi materiali, prese vita il Razionalismo dei grandi architetti come Le Corbusier, Wright, Neutra e Nervi.