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Armadio.

(dal latino armarium: ripostiglio per le armi). Mobile in legno, costituito da vari piani sostenuti verticalmente da fiancate, dotato di sportelli nella parte anteriore. È usato per contenere oggetti di ogni tipo, sia in case private che in luoghi pubblici. • Encicl. - L'uso dell'a. risale ai Romani. Generalmente a muro, veniva impiegato soprattutto dai mercanti, che se ne servivano per conservare libri, abiti, utensili, denaro. Con l'avvento della Chiesa, l'a. divenne il mobile usato più comunemente nelle sacrestie: era a più scomparti e vi venivano conservati l'Eucarestia, i vasi sacri, le reliquie, gli arredi ecclesiastici. Famosi sono gli a. che furono fatti costruire nel 1394 per il duomo di Milano: raggiunsero infatti dimensioni tali da rendere necessario l'abbattimento delle porte per introdurli. Nell'età di mezzo l'a., come gli altri mobili, diventa più raro; gli esemplari esistenti sono di fattezza semplice e massiccia e sono tenuti insieme da borchie, che costituiscono anche l'unico elemento ornamentale. Il Gotico riporta in auge l'uso dell'a., che subisce anch'esso l'influenza dell'architettura: il mobile acquista infatti forme snelle, con montanti ornati di nervature, colonnette e sottili statuette. Nel 1400 l'a. diviene solido e di forma cubica, fornito di sportelli divisi in pannelli quadrati che, con il passare del tempo, si fanno rettangolari e ricchi di intarsi. In epoca rinascimentale, come per gli altri mobili, anche gli a. si fanno più ricchi e ispirati allo stile classico: il corpo diventa unico e con cassetti alla base; compaiono caratteristiche architettoniche e si fa ricorrente la presenza, nella parte superiore, di timpani o colonne. L'a. soppianta il cassone. In epoca successiva non si rende più necessario il trasporto e diventa prassi la costruzione di a. sul posto, dovuta anche alle notevoli dimensioni del mobile. Nel primo Seicento l'a. si fa ancora più grande, pesante e carico di decorazioni: gli angoli vengono comunemente ornati di cariatidi e di cornicioni, seguendo l'esempio di quelli di Palazzo Farnese o Palazzo Strozzi; gli intagli assumono ormai l'aspetto di sculture, con figure di satiri, giganti e fanciulli. In questo periodo l'a. risponde più a esigenze di vita collettiva e rappresentativa, che familiare. Famosi sono gli a. di Palazzo Davanzati e Palazzo Vecchio, a Firenze, e quelli di Santa Maria delle Grazie, a Milano. Tale tendenza si accentua ancora di più nel Barocco; gli a. sono grandi, di linea rigida, decorati con intarsi, intagli, sculture, e impiallacciati secondo il gusto del tempo, con pannelli circondati da cornici ondulate, cappello e cimasa. Nel Barocchetto, poiché si fa forte l'esigenza di ridistribuire gli spazi funzionali, nasce l'ambiente-guardaroba: l'a. riduce così le sue dimensioni divenendo più leggero, data l'esigenza di un ambiente più intimo; la linea resta curva, le superfici gonfie e gli sportelli adorni di intarsi e applicazioni di bronzo. I migliori esempi di questo genere sono costituiti dagli a. di Versailles e da quelli veneziani, decorati a lacca. Con il periodo neoclassico l'a. si adegua ai caratteri architettonici: il cornicione a trabeazione classica sostituisce la cimasa. Nell'Impero si accentua la stessa tendenza, e l'a. presenta angoli sottolineati da colonne dotate di capitello, che reggono cornicioni e cappello in stile classico. L'a. mobile tende a scomparire da questo momento e ad essere sostituito da quello a muro. Questa tendenza si accentua nell'Ottocento, periodo nel quale si ha inoltre la produzione di grandi a. domestici, dalle linee molto semplici e dallo scarso valore artistico. Nel Novecento diventa ormai generalizzata la tendenza ad adottare l'a. a muro, per un'esigenza di tipo sia estetico che funzionale. ║ A. frigorifero: magazzino di piccole dimensioni, che fece la sua comparsa intorno al 1910. Viene adottato sia per uso domestico che da laboratori scientifici, alberghi, negozi. Dotato di un gruppo frigorifero, con una capacità da 50 a 400 l, ha pareti doppie in legno o in lamiera sottile, con un'intercapedine dotata di materiale isolante termico, quasi sempre agglomerato di sughero. • Elettr. - A. di distribuzione o a. ripartilinee: apparecchio di commutazione delle reti telefoniche urbane, costituito da una cassa metallica dotata di porta a chiusura stagna e contenente le testine terminali dei cavi principali e secondari. Serve a smistare le coppie di un cavo principale proveniente dalla centrale, verso cavi secondari che escono dall'a. di distribuzione. Ogni cavo secondario raggiunge un distributore o una cassetta di distribuzione, quindi arriva agli abbonati attraverso un cavetto o linee aeree. ║ A. a relé: telaio di ferro che sostiene gli apparecchi predisposti per modifiche all'interno di un circuito.