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Aristòtele.

(detto lo Stagirita; dal nome della sua città natale). Pensatore e filosofo greco. Dopo la morte del padre Nicomano, medico di corte presso Aminta II re di Macedonia, si stabilì ad Atene e fu discepolo per vent'anni di Platone. Nel 347 a.C., dopo la morte del maestro, si trasferì ad Asso, nella Troade, e sotto la protezione di Ermia, tiranno di Atarneo, frequentò il circolo di studi platonico. Si recò poi a Mitilene, nell'isola di Lesbo; nel 343-342 venne chiamato come precettore di Alessandro alla corte del re di Macedonia. Nel 335 tornò ad Atene e fondò la scuola del Liceo, denominata peripatetica perché A. teneva le lezioni passeggiando con i suoi allievi. Morto Alessandro Magno, Atene insorse contro i Macedoni, e A. dovette ritirarsi nell'Eubea dietro accusa di empietà, dove morì. ║ Opere: si è soliti distinguere le sue opere in scritti esoterici o acroamatici, destinati a una cerchia ristretta di discepoli, ed essoterici, rivolti al pubblico. Gli scritti esoterici sono andati perduti quasi tutti; sono rimasti frammenti dell'Eudemo, nel quale è affrontato il tema dell'immortalità, del Protreptico, nel quale la filosofia è presentata come l'attività conoscitiva propria della parte superiore dell'anima e di Sulla filosofia o sul bene, tutte opere giovanili. Gli scritti essoterici, pervenuti a noi per intero, comprendono un gruppo di 6 opere di logica (Categorie, Dell'interpretazione, Analitici primi, Analitici secondi, Topici, Confutazioni sofistiche), definite complessivamente dal VI sec. Organon; la Metafisica, in 14 libri; 4 opere di scienza naturale (Fisica, Sul cielo, Sulla generazione e la corruzione, Sulle meteore); un gruppo di opere sugli animali (Storia degli animali, Le parti degli animali, Sulle trasmigrazioni degli animali, Sul movimento degli animali); Dell'anima, in 3 libri, legata a otto trattati minori riuniti più tardi sotto il titolo di Parva naturalia; un gruppo di opere morali e politiche (Etica Eudemea, Etica Nicomachea, Grande etica, Politica, Costituzione degli Ateniesi); la Retorica, in 3 libri; la Poetica, rimasta incompiuta. ║ Il sistema filosofico: A. sovrasta, per vastità e potenza di pensiero, l'intera storia del sapere ellenico. Le sue opere raccolgono in sintesi i problemi di tutti i filosofi greci, abbracciando lo scibile ed esercitando sulla scienza delle età che seguirono un influsso determinante. Discepolo di Platone, ne continuò la filosofia concettuale, perfezionando la teoria degli esseri e deducendone le regole del sillogismo e della definizione; operò la distinzione tra le sostanze e le varie categorie e il rigoroso spirito di metodo lo portò a fondare una classificazione delle scienze. Riconobbe l'esistenza della realtà, non nell'eterna e immutabile idea platonica, ma nell'individuo e nell'atto. Platone, nella sua concezione filosofica, aveva separato il mondo delle idee dalla realtà sensibile. Ne risultava una netta separazione della ragione dai sensi, del corpo dall'anima, cosicché la loro coesione nella realtà empirica era necessariamente dovuta a un intervento divino. A., pur ammettendo la superiorità dell'Ente razionale, avvertì la necessità di legare in modo inscindibile l'elemento astratto (le idee) alla materia. Affermò, quindi, che le idee sono intrinseche alla sostanza, eliminando, di conseguenza, ogni necessità di interventi trascendenti perché esse potessero manifestarsi. Da questo punto di vista A. può considerarsi rappresentante del Realismo in antitesi all'Idealismo platonico. Il sistema cosmico di A., che informa e compenetra tutta la sua filosofia, è un sistema chiuso dai due estremi insuperabili della pura materia e della pura forma; l'intervallo è coperto da un ascendere per gradi secondo lo schema che segue: 1) materia indifferenziata, cioè amorfa; 2) materia dei corpi fisici (in essa la forma si identifica col movimento); 3) materia organica (la forma assume caratteri specifici di vita); 4) materia animata (la forma è data dal predominio dell'anima razionale sulla materia sottoposta); 5) pura forma (la forma sussiste sola, fuori e oltre la materia). L'indirizzo logico della ricerca scientifica, ereditato da Socrate e da Platone, è posto a base del sistema aristotelico, ma da A. compiuto e codificato nella sua Logica. Per A. la scienza è una sequenza di proposizioni che possono essere vere o false; è possibile costruire sequenze di proposizioni tali che da proposizioni vere derivino sempre proposizioni vere. Si tratta dei sillogismi, che A. analizza negli Analitici primi. Un sillogismo è una sequenza in cui da due proposizioni (premesse) che hanno un termine comune (il medio) deriva una terza proposizione. I sillogismi sono caratterizzati da diverse figure, nelle quali il termine medio ha un ruolo logico-sintattico differente. Se il medio è soggetto in una premessa e predicato in un'altra, si ha la prima figura (se A = B e A = C, ne consegue che B = C); se il medio è predicato in entrambe, si ha la seconda figura (se ogni B è A e nessun C è A, nessun C è B); se il medio è soggetto nelle due premesse, si ha la terza figura (se ogni A è B e ogni A è C, allora qualche C è B). Le figure possono avere modi diversi a seconda che le premesse siano universali o particolari, affermative o negative. Dal sillogismo nasce il metodo della dimostrazione scientifica che trova conforto nella realtà dove sussiste un ordine gerarchico di precedenze: dai generi agli individui attraverso le specie. La reversibilità induce due metodi: il deduttivo, che ricalca il pensiero divino; l'induttivo, che è il cammino inverso con cui l'uomo procede nell'appercezione della conoscenza. Ma per A. il primo metodo è l'unico valido. Partendo dalla concezione del movimento dei corpi fisici inteso quale elemento intrinseco alla loro natura, A. concepì così la sua fisica; ogni corpo è mosso da un altro corpo in movimento in una concatenazione di sollecitazioni il cui principio si identifica nel primo motore immobile, cioè Dio. Ma esistono due tipi di moto: il primo dall'alto in basso (la gravità), cui partecipano i quattro elementi classici stratificati in ordine decrescente di peso (terra, acqua, aria e fuoco), a cui A. aggiunge un quinto elemento, l'etere; il secondo, quello circolare dei corpi celesti, sottratti alla gravità in quanto corpi celesti. Nasce quindi una contrapposizione terra-cielo, che produrrà in seguito la concezione tolemaica dell'universo. Il pensiero filosofico di A. acquista particolare importanza in riferimento alla concezione platonica dell'immortalità dell'anima, di cui rovescia le conclusioni. Infatti, se la forma non può sussistere senza la materia cui dà specificazione - modo di essere e di manifestarsi della forma stessa - risulta evidente che la morte del corpo comporta anche quella dell'anima. A completamento del sistema, A. tratta dell'etica, della politica e della poetica. La prima è intesa come attività del pensiero mirante alla conoscenza del bene; la seconda, in cui le virtù dell'uomo si determinano in vista del fine comune che è il benessere sociale, si attua con tre forme perfette di governo: monarchia, aristocrazia, democrazia; la terza, definita come imitazione dell'universale, è la presentazione ideale delle cose. A. ne riscontra il tipo nella tragedia, il cui coronamento è la catarsi. A. viene considerato il precursore dell'anatomia comparata; per primo tentò una classificazione sistematica di animali e piante. Fra le sue grandi opere zoologiche si ricordano: Storia degli animali, Parti degli animali, Movimento degli animali (Stagira 384 - Calcide 322 a.C.).