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Arcobaleno.

Fenomeno fisico causato dalla rifrazione, riflessione e dispersione di raggi di luce solare che incontrano minuscole gocce d'acqua. L'a. ha la forma di un arco in cui compaiono, in fasce concentriche, tutti i colori dell'iride, con il violetto internamente e il rosso all'esterno. Generalmente l'a. appare in seguito a una pioggia o ad un temporale, ma può formarsi anche nei pressi di una fontana o comunque ogniqualvolta vi siano delle gocce d'acqua in sospensione nell'aria. Esse fungono allora da minuscoli prismi che rifrangendo i raggi del sole, scindono i colori che compongono la luce e determinano il mirabile effetto. Dal diametro delle gocce dipende l'intensità e la larghezza delle fasce colorate: più piccole sono, più sbiadito appare l'a. Spesso, per una duplice rifrazione, appaiono due a. concentrici di cui quello esterno risulta più pallido dell'altro e con i colori ordinati in senso inverso. Inoltre possono comparire anche delle frange colorate poste all'esterno del secondo arco e all'interno del primo; sono dette archi surnumerari e sono causate da fenomeni di diffrazione. Lo studio del fenomeno ebbe inizio con Cartesio nel 1637, ma la formulazione definitiva venne fornita da G.B. Airy nel 1831. Gli antichi greci considerarono l'a. una manifestazione divina e lo celebrarono in numerose leggende, definendolo sentiero della bella Iride alata d'oro, messaggero fra gli Dei e gli uomini. Gli Scandinavi lo credettero un ponte fra terra e cielo ad uso degli Dei. Nel racconto biblico dopo il diluvio, questo semplicissimo fenomeno fu considerato lieto presagio e le genti ne giubilarono.