Matematico e fisico greco. Compiuti gli studi ad Alessandria
d'Egitto, dove ebbe per maestri l'astronomo Conone di Samo, Dositeo ed Euclide,
tornò a Siracusa e si dedicò agli studi scientifici,
particolarmente di geometria e di meccanica.
Dopo aver trovato un metodo per calcolare il
π, perfezionò il sistema di numerazione
riuscendo a rappresentare anche numeri infinitamente grandi; scoprì nuove
formule per le operazioni con gli archi e per calcolare l'area di un segmento di
parabola e dei solidi di rotazione; inventò diversi congegni quali la
vite senza fine, la carrucola, i paranchi, la ruota dentata; progettò
ingegnose macchine da guerra, utilmente impiegate contro i Romani all'epoca
dell'assedio di Siracusa, tra cui sono restati famosi gli specchi ustori che
erano in grado di incendiare le navi al largo della costa. Tuttavia il nome di
A. è rimasto legato soprattutto alla scoperta di una nuova legge
fisica (V. OLTRE) che diede origine agli studi
sull'idrostatica e al successivo perfezionamento dei galleggianti idrici e aerei
e che, secondo la leggenda, egli scoprì casualmente mentre faceva il
bagno. Curiose sono le motivazioni che lo spinsero a compiere studi in quella
direzione. Secondo la leggenda, infatti, il re di Siracusa, Gerone, conoscendo
l'abilità di
A., gli chiese di verificare che la corona che
portava fosse stata fabbricata con oro puro, non frammisto ad altri metalli, ma
lasciando intatta la corona. Fu proprio lavorando per risolvere questo problema
che
A. giunse a formulare il famoso
principio che porta il suo
nome. Particolari sono infine le circostanze della morte dello scienziato,
sopraggiunta al termine dell'assedio di Siracusa da parte dei Romani, quando
questi riuscirono ad occupare la città. Infatti, pur avendo il console
Marcello ordinato di risparmiare la vita al grande scienziato, un soldato che
non lo aveva riconosciuto lo uccise poiché
A., assorto nei suoi
calcoli non aveva risposto ad un comando del milite. Tra le numerose opere
scritte da
A. e pervenuteci nella versione originale o nella traduzione
latina o araba, citiamo
Dei corpi galleggianti, Dell'equilibrio dei piani,
Della sfera e del cilindro, Delle spirali, Conoidi e sferoidi, Misura del
cerchio, Arenario (Siracusa 287-212 a.C.). ║
Principio di A.:
costituisce uno degli elementi basilari dell'idrostatica. L'enunciato dice che
un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso l'alto pari al peso del
volume di fluido spostato. Per dimostrare sperimentalmente tale teoria
occorre una bilancia ad uno dei cui piatti vengono appesi due cilindri, uno
sotto l'altro. Il primo cilindro deve essere vuoto, mentre il secondo deve
essere pieno ed avere un volume equivalente a quello della cavità del
primo. Sull'altro piatto della bilancia vengono posti tanti pesi quanti sono
necessari perché venga raggiunto l'equilibrio. Immergendo interamente il
cilindro pieno in un vaso colmo d'acqua l'equilibrio della bilancia si modifica,
causando una discesa del piatto con i pesi ed evidenziando quindi la spinta che
il cilindro immerso subisce. Per ristabilire l'equilibrio è sufficiente
riempire di acqua il cilindro cavo e ciò dimostra che effettivamente la
spinta equivale al peso del volume di liquido spostato.