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Archeologìa.

Disciplina che studia le civiltà passate dell'uomo attraverso le testimonianze della cultura materiale e della arti figurative. Il termine, già usato da Platone nel significato di storia delle origini di un popolo o di una città, in seguito ritornò di moda nel XVIII sec. a indicare appunto lo studio dei documenti storici a esclusione di quelli letterari. ║ Rami della a.: la disciplina presenta dei limiti geografici e cronologici estremamente ampi, cosa che ha determinato nei secc. XIX e XX la suddivisione in varie specializzazioni. Dal punto di vista geografico si può distinguere tra una a. classica che si occupa del mondo greco e romano dalle origini al Medioevo; una a. del Vicino Oriente che si occupa dei territori dalla penisola anatolica all'Iran; una a. del Medio ed Estremo Oriente che studia le civiltà della Persia, dai territori dell'Iran a quelli del Pacifico, includendo le regioni steppose della Siberia e della Russia; una a. precolombiana che studia i grandi imperi dell'America centrale. Alle divisioni settecentesche risalgono poi le specializzazioni in a. cristiana, egittologia, etruscologia, assirologia, discipline del resto non strettamente archeologiche. Dal punto di vista cronologico va anzitutto separata la a. dalla paleontologia, che si occupa delle civiltà preistoriche, dalla prima apparizione dell'uomo fino alla formazione di civiltà più complesse. Ad essa si affiancano specializzazioni che riguardano epoche più recenti: la a. medioevale, la a. industriale. Inoltre nell'ambito della a. classica si vanno delineando ulteriori specializzazioni. Un'ulteriore distinzione va fatta sulla base dei differenti materiali esaminati: di fronte a civiltà molto complesse e articolate si sono delimitati degli ambiti di studio più ristretti: si sono distinte così alcune specialità quali l'epigrafia, la numismatica, la topografia. Infine si è creata una distinzione tra gli studiosi che si occupano del momento cosiddetto acquisitivo e conservativo e quelli che si dedicano alla fase più propriamente speculativa. Tale divisione ha però indotto talvolta a una eccessiva specializzazione e a casi di reciproca ignoranza. Per rimediare a tale situazione si è cercato di porre un freno alla ulteriore parcellizzazione del sapere favorendo specializzazioni di carattere sincronico e non diacronico, così che lo studioso divenga esperto sia delle discipline tecniche che dei metodi storici. Inoltre si è cercato di favorire il lavoro di équipe. Oggi si tende comunque a sottolineare come l'aspetto tecnico (che ha avuto negli ultimi anni un notevole progresso) non debba costituire un momento autonomo ma debba essere sempre collegato ai fini per cui è compiuto. ║ Tecniche di ricerca: l'a. oggi si vale di strumenti e tecniche di indagine che permettono una più sicura analisi della zona di scavo, una scientifica opera di ricomposizione e conservazione dei manufatti e degli oggetti portati alla luce. Le prospezioni archeologiche hanno come scopo l'individuazione di resti archeologici senza bisogno di effettuare scavi. Il sistema più usato è quello della fotografia aerea. È infatti possibile, in determinate condizioni atmosferiche di umidità e temperatura, individuare le linee delle antiche mura oppure i tracciati di antichi fossati preistorici: nel primo caso infatti l'erba appare più rada mentre nel secondo caso la vegetazione fiorisce più rigogliosa. Attraverso il confronto tra più fotografie e con le fonti storiche è poi possibile stabilire la aerofotogrammetria della zona. Per mezzo di questo tipo di prospezione è stato possibile ad esempio ricostruire il limes romano in Africa e in Asia; si è tracciata la planimetria di alcune città antiche (Agrigento, Siracusa), e ancora il percorso delle principali vie di comunicazioni romane. Nel tavoliere delle Puglie si sono individuati sistemi di irrigazione, villaggi preistorici, antichi vigneti e colture. Altri tipi di prospezioni sono quelle geofisiche, quelle elettriche, quelle geochimiche, queste ultime basate sul rilevamento della quantità di fosforo presente nel terreno; in particolar modo l'impiego di questa tecnica ha permesso di conseguire importanti risultati nelle necropoli etrusche. Le prospezioni magnetiche sono basate sulla misurazione del campo magnetico che varia in presenza di resti antichi sepolti. In fase di sperimentazione sono poi le prospezioni che si basano su sistemi radioattivi o su radiazioni infrarosse. Al limite tra lo scavo e la prospezione è la prospezione stratigrafica, che consiste nell'esplorazione del terreno mediante sonde a rotazione. La Fondazione Lerici ha ad esempio adottato una sonda a circolazione d'acqua che ha permesso di far risalire in superficie i reperti. Alla stessa fondazione si deve inoltre il cosiddetto occhio di Minosse, una sonda fotografica che permette di fotografare l'interno delle tombe a camera. Per quanto riguarda la datazione, oltre ai sistemi tradizionali quali il confronto tra oggetti di cui già si conosce la datazione o l'analisi dello strato dove l'oggetto è stato ritrovato, si fa sempre più ricorso al sistema basato sul Carbonio 14 che permette la datazione di oggetti che contengono questa sostanza. Per datare le ossa in genere si rileva invece la quantità di fosforo in esse contenute. La datazione fondata sul paleomagnetismo si basa sul fatto che oggetti che contengono anche piccole quantità di sostanze influenzate dal magnetismo (in particolar modo ceramiche, mattoni, o anche mura bruciate da incendi) conservano il magnetismo dell'epoca in cui è avvenuta la cottura. Stabilendo quindi le curve magnetiche del tempo, è possibile individuare, con approssimazione di pochissimi anni, l'età di numerosi oggetti. Con la dendrologia, che permette di determinare l'età dei tronchi, si può risalire infine all'epoca durante la quale vennero costruiti villaggi di cui rimangono resti lignei. ║ A. classica: ha come oggetto i monumenti non letterari delle civiltà classiche, greca e romana, e delle civiltà etrusca, egiziana, ecc. Mira a congiungere lo studio storico dell'arte a quello della cultura classica. Già nell'antichità si ha notizia di scoperte casuali (come quella di tavolette forse in lineare B) oppure di scavi effettuati volontariamente da coloni inviati a Corinto da Cesare, a scopo collezionistico (già in epoca antica si diffuse infatti il collezionismo quale ad esempio quello dei sovrani ellenistici). Durante l'epoca medioevale, la superstizione e il terrore per ogni cosa dissotterrata, portarono sistematicamente a distruggere ogni reperto archeologico. Il collezionismo continuò però nei tesori delle cattedrali e dei principi (si pensi fra gli altri al tesoro di San Pietro a Roma o a quello di Carlo Magno). Lo stesso vescovo di Roma si preoccupò di salvare alcuni reperti dell'arte romana (quali la lupa capitolina o la tavola bronzea con la lex de imperio Vespasiani) che Sisto IV avrebbe donato poi al Museo Capitolino nel 1471. È questo il più antico museo del mondo non a caso istituito nel XV sec. Fu infatti solo nel primo Quattrocento che, contemporaneamente al fiorire degli studi umanistici, l'a. trovò i suoi primi illustri cultori: Ciriaco de' Pizzicolli di Ancona fu il primo a compilare preziose raccolte di epigrafi, e a disegnare i frontoni del Partenone di Atene; al disegno si dedicarono inoltre F. Brunelleschi e G. Rucellai che a Roma iniziarono a studiare, a misurare e riprodurre i ruderi e la topografia dei Fori imperiali. Leone X diede l'incarico a Raffaello di disegnare una pianta dell'antica Roma (che non fu però mai realizzata e della quale rimangono i progetti nelle grandi collezioni del Belvedere). L'amore per l'antichità giunse a una vera e propria frenesia per il pezzo antico, sì che si spogliò quanto restava dei monumenti romani per riunire le prime collezioni di statue antiche (Chigi, Farnese, Medici); in assenza di reperti, modelli e ideali si ricercavano nelle descrizioni delle opere antiche tracciate da autori quali Plinio e Vitruvio. Dopo un periodo di relativa stasi (nel Seicento si ricordano gli scavi ad Atene di De Nointel e in Oriente di G. Sponn tra il 1674 e il 1675), furono i Borboni di Napoli a incrementare la ricerca dei reperti archeologici dando il via agli scavi di Ercolano tra il 1709 e il 1711 e successivamente, tra il 1738 e il 1765, di Pompei (poi interrotti nel 1748), e di Stabia tra il 1759 e il 1782. A Parma il ramo cadetto dei Borboni intraprese scavi a Velleia dal 1760, mentre a Roma i Farnese promossero alcune ricerche sul Palatino tra il 1720 e il 1729. Proseguirono anche le spedizioni in Siria a Palmira ad opera di G. Stuart e N. Revett, tra il 1751 e il 1754. Durante l'epoca napoleonica ebbe inizio la a. filologica (C. Fea, E.Q. Visconti), continuata successivamente dalla scuola tedesca tra il 1830 e il 1860 (C. Gerhard, O. Jahn, J. Overbek, H. Brunn, C. Friedericks). Le ricerche si allargarono ulteriormente: in Grecia a Egina (1801-1803) e, dopo la liberazione dal dominio turco, a Olimpia (1829) e ancora in Egitto (1828) e in Mesopotamia (1834). Specie nell'ultimo trentennio dell'Ottocento si attuò la grande stagione della ricerca archeologica; si fondarono o ampliarono i grandi musei, il British Museum a Londra, il Musée de Napoléon a Parigi, il Museo Gregoriano in Vaticano, il Borbonico a Napoli e più tardi, i nazionali di Roma e Atene; si organizzarono numerosi viaggi e si intrapresero o ripresero con maggior vigore gli scavi etruschi a Pompei e al Foro romano. Tra le grandi imprese archeologiche si possono ricordare quelle dei Tedeschi a Olimpia (dal 1878); quelle dei Francesi a Delo (dal 1879) e a Delfi (dal 1880). Ai Greci si devono le scoperte a Epidauro e quella di un complesso artistico del periodo arcaico sotto la cosiddetta colmata persiana tra il 1885 e il 1891. Altri scavi vennero eseguiti a Efeso a partire dal 1869 per opera di Inglesi e Tedeschi; questi ultimi si impegnarono inoltre anche a Magnesia e al Meandro (dal 1891), a Priene (dal 1895), a Mileto (dal 1899) e a Pergamo (dal 1878). Tra gli scavi condotti in Oriente in questo periodo meritano particolare menzione le fortunate spedizioni di Hissarlik, Micene e Tirinto attraverso le quali un dilettante geniale, H. Schliemann, scoprì, dal 1871 al 1884, la cultura preellenica, che avrebbe assunto la denominazione di cretese-micenea dopo le scoperte di Evans a Cnosso nel 1900. In particolare Schliemann applicò per la prima volta il metodo di uno scavo scientifico, basandosi sulla successione stratigrafica. Ancora a fine Ottocento dominava l'indirizzo speculativo di stampo accademico, che considerava momento culmine dell'arte le manifestazioni della civiltà greca a cui avrebbe fatto seguito una lenta decadenza con il geometrico del vicino Oriente e con le forme ellenistiche. All'inizio del Novecento si fece strada però un nuovo indirizzo neostoricistico, fondato a Vienna da Riegl nel 1901, basato sull'assunto della validità di ogni forma artistica in quanto espressione della volontà d'arte di un'epoca. Intanto nel XX sec. continuarono le grandi imprese di scavo e ricerca sistematica nei grandi centri archeologici, (particolarmente notevoli sono quelle che riguardano le civiltà precolombiane nelle due Americhe). In Grecia hanno continuato a lavorare sia i Greci che alcuni studiosi stranieri. Nel Dodecanneso e nell'isola di Creta si sono impegnati soprattutto gli Italiani, mentre i Tedeschi hanno operato a Olimpia, gli Austriaci a Efeso, i Francesi a Delo, Delfi, Manlia, gli Svedesi ad Asine e a Cipro, gli Inglesi a Cnosso e Micene, gli Americani a Corinto e all'agorá di Atene. Sono inoltre continuati gli scavi in Oriente che hanno permesso di porre in luce l'arte sumerica (scavi di Ur) e delle civiltà degli altipiani (scavi in Persia, nella valle dell'Indo, in Siria). È continuata anche l'opera di scavo in Egitto. Le scoperte iniziate con la spedizione di Napoleone (1798-1801) durante la quale si scoprì la famosa stele trilingue (stele di Rosetta), continuate con la spedizione Champollion e Rossellini nel 1828-1830 e quella tedesca di Lepsius (1842-45), sono proseguite con le ricerche di necropoli e la fortunata scoperta della tomba di Tutankhamon nel 1922. In Italia gli scavi hanno interessato tutto il territorio nazionale. Sono continuati quelli a Roma, che hanno consentito il recupero dell'Ara pacis, dell'Augusteo, del Foro romano e anche quelli in Campania dove nel 1927 vennero riprese le ricerche a Ercolano. Ulteriori scavi sono stati poi condotti in Etruria, e al Nord presso Aquileia. Particolare attenzione si è poi prestata alle civiltà della Magna Grecia (sono così stati avviati a fine anni Sessanta gli scavi e le ricerche a Sibari) alle civiltà puniche (Mozia) e sarde (Tharros). In crisi il modello neostoricistico si va facendo largo l'idea di una valenza extra artistica di molti reperti, a favore del loro valore di prodotti artigianali e si porta avanti una metodologia interdisciplinare che cerchi di restituire la comprensione globale delle antiche civiltà scomparse ricostruendo la fitta maglia di esperienze e di costumi in cui si inseriscono le opere d'arte. ║ A. biblica: ramo della a. orientale, che ha come scopo quello di giungere a una maggiore comprensione del testo biblico. Essa si occupa quindi del periodo che va dall'età dei patriarchi (XVIII sec. a.C.) al I sec. d.C.; geograficamente comprende la zona della Palestina e quella medio orientale ad essa strettamente collegata. L'a. biblica si prefigge di individuare i luoghi menzionati nella Bibbia; di ricostruire l'ambiente dove vissero i personaggi biblici, di accertare la verità di certi particolari attraverso il riscontro in documenti storici. Caratteristica è la ricerca del khirhet (basso cumulo), e del tell (collina) che dovrebbero nascondere le tracce degli antichi insediamenti in strati sovrapposti. Il primo a interessarsi della a. biblica fu il geografo E. Robinson che nel 1838 identificò alcune località della Bibbia. Le prime ricerche vennero effettuate tra il 1850 e il 1863 per opera di F. de Saulcy e di C. Clermont-Ganneau: mentre il primo scavo scientifico sotto le mura di Gerusalemme si deve a Ch. Warren nel 1867. Successivamente vennero create delle associazioni che si prefiggevano di delineare le carte archeologiche del territorio palestinese: nel 1865 fu istituita la Palestine Exploration Fund a cui si deve la prima carta topografica del territorio e nel 1870 la American palestine Exploration. Nel 1890 Flinders Petrie ottenne i primi risultati prettamente archeologici: applicando il metodo stratigrafico allo studio della ceramica, riuscì infatti a tracciare la prima cronologia della Palestina. Nel 1892 fu fondata l'Ecole Biblique e nel 1898 la Deutsche Orient-Gesellschaft. Dopo il primo conflitto mondiale iniziò il periodo d'oro della a. biblica con la creazione del Department of Antiquities e con i lavori della American school of Oriental research. Si distinguono due scuole di a. biblica: quella che fa capo a W.F. Albright, che fissò la cronologia palestinese, è propensa a vedere strette corrispondenze tra il testo biblico e i reperti archeologici; quella tedesca capeggiata da A. Alt e da M. Noth si caratterizza per una posizione più cauta. ║ A. subacquea: si occupa dello studio di resti archeologici sommersi dalle acque. Essa può portare alla conoscenza dei commerci e delle tecniche navali degli antichi. Sono stati rilevati insediamenti di palafitte in alcuni laghi europei, nei porti fenici di Tiro, Sidone, Apollonia di Cirenaica e, in Italia, è stato portato alla luce un insediamento villanoviano su palafitte nel lago di Bolsena. Si sono anche recuperate alcune navi tra le quali ad esempio la nave svedese di Vasa, affondata nel 1628, due navi di Caligola, recuperate nel 1932 dopo l'abbassamento delle acque del lago di Nemi e poi distrutte dai Tedeschi nel 1944. Si procede in genere, attraverso sistemi di triangolazione e di quadrettatura, al rilevamento di resti sommersi o all'indicazione dei più importanti relitti. Gli scavi sono compiuti con particolari strumenti tra i quali il boccalino-scavafango con il quale si libera il relitto dal fango, o la cosiddetta sorbona, una pompa aspirante e premente, azionata da un compressore. ║ A. industriale: studio delle strutture produttive caratteristiche della prima industrializzazione e della loro influenza sul territorio e sulla società dell'epoca. ║ A. urbana: negli ultimi anni, particolare attenzione è stata rivolta ai problemi e ai risultati dell'a. urbana, nel tentativo di giungere a una programmazione che tenga conto delle esigenze di una città moderna senza rinunciare all'acquisizione di dati che, altrimenti, andrebbero perduti. A tale scopo, in molti centri urbani si è provveduto anche a organizzare i risultati acquisiti in passato, per avere il quadro delle zone a più elevato "rischio archeologico" e intervenire di conseguenza. Viene altresì sottolineata sempre più la necessità di informare gli abitanti sullo stato delle ricerche, poiché si interviene per conoscere la storia della città in cui essi vivono. In parallelo, si sono sviluppati gli studi sull'urbanistica e sull'organizzazione delle città antiche; tali argomenti sono stati al centro dell'attenzione dell'XI Congresso internazionale di archeologia cristiana (1986). Tra i risultati più interessanti e significativi in Italia, sull'esempio di numerosi casi britannici, vanno ricordati gli scavi eseguiti a Milano durante la costruzione della terza linea metropolitana.