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Arancio.

(dal persiano narāng). Albero da frutto del genere Citrus della famiglia delle Rutacee. ║ Per estens. - Frutto dell'a., arancia. Il termine indica due specie distinte, l'a. dolce (Citrus sinensis), diffuso nelle regioni mediterranee, negli Stati Uniti e nell'America Meridionale, e l'a. amaro (Citrus aurantium), originario dell'Asia. La prima specie ha foglie ovali, fiori bianchi e profumati, frutto con esocarpo giallo, aranciato o rosso; originario dell'Indocina e importato dall'India, giunse nel bacino del Mediterraneo intorno al XVI sec., affermandosi molto rapidamente. L'a. amaro, detto anche melangolo, si distingue da quello dolce per le lunghe spine, il profumo più intenso, i frutti ricchi di semi e generalmente non eduli; per la sua capacità di sopportare il freddo e le malattie, viene usato come portainnesto per tutti gli altri agrumi, a cui conferisce resistenza, longevità e frutti migliori. Dalla spremitura delle bucce si ottiene l'essenza d'a., costituita da oltre 30 composti tra cui il citrale, il citronellale, l'acetato di banile e alcuni terpeni; dalla distillazione in corrente di vapore dei fiori d'a. si ricava, invece, un'essenza dalla composizione chimica molto differente, caratterizzata dalla presenza di antranilato di metile. La buccia dell'a. viene usata in farmacia sotto forma di tintura o di estratto fluido come eupeptico, stomachico e correttivo del sapore, mentre i frutti, per il loro elevato valore energetico e nutritivo e per il loro contenuto di zuccheri, vitamine e sali minerali, trovano impiego nell'alimentazione diretta, nelle trasformazioni industriali e in farmacia.