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Aragosta.

(dal latino locusta: aragosta). Nome comunemente usato per indicare molti crostacei appartenenti alla sottoclasse dei malacostraci, ordine decapodi. Più precisamente si indica il Palinurus vulgaris che può raggiungere una lunghezza di circa 50 cm. Presente nell'Atlantico orientale nonché nel Mediterraneo, lungo le spiagge o nei fondali rocciosi, questa specie si caratterizza per una colorazione bruno violacea della corazza e rossastra delle zampe, per le potenti pinze, delle quali si serve per raccogliere e spezzare il cibo, e per la presenza di spine nella zona cefalo-toracica. Con lo stesso termine si indica inoltre il genere Palinurus regius presente nei mari tropicali. La femmina produce, a seconda della sua grandezza, dalle 3.000 alle 10.000 uova, che le rimangono attaccate al di sotto della coda e, dopo alcuni mesi, si schiudono in piccole larve. Raggiunta la forma degli individui adulti quando hanno circa 3 cm di lunghezza, esse si calano nel fondo e possono raggiungere dopo 4 o 5 anni la lunghezza di circa 60 cm e il peso di una ventina di chili. L'a. è costituita da due parti commestibili; il corpo, che comprende la regione cardiaca bronchiale e gastrica, e l'addome, formato da una polpa bianca e saporita. La squisitezza della sua carne, che si mangia sia fresca che in scatola, ne fa un animale oggetto di abbondante caccia. • Cuc. - Generalmente si cucina ancora viva e si mangia sia calda che fredda.