Stats Tweet

Apòcrifo.

(dal greco apókryphos: occulto). Libro il cui autore è ignoto e la cui autenticità è incerta, dubbia. ║ Scritti non riconosciuti come canonici dalla Chiesa in quanto di origine sconosciuta e non compresi nel canone biblico. Originariamente il termine, secondo il suo primigenio significato di occulto, indicò quei testi che dovevano essere tenuti nascosti per il loro contenuto esoterico in genere gnostico. La denominazione di a. per quei libri dell'Antico Testamento che, estranei al canone palestinese erano però presenti nel canone alessandrino, deriva da S. Girolamo. Furono composti tra i secc. II e IV. Tra questi i più importanti sono il Libro dei Giubilei del II sec. a.C., composto in Palestina e incentrato sulla storia biblica dalla creazione fino all'esodo degli Ebrei dall'Egitto; il Libro di Enoch, che descrive il giudizio universale, gli angeli, il viaggio di Enoch attraverso il cielo, la terra e i suoi misteri, riferisce la parabole dell'uomo e in due visioni traccia la storia del mondo da Adamo al Messia, terminando con le benedizioni e le maledizioni di Enoch; il Libro dei dodici patriarchi, sorta di raccolta dei testamenti dei dodici figli di Giacobbe; gli Oracoli sibillini, che contengono narrazioni ebraiche e cristiane poste in bocca alla Sibilla. Ci sono poi gli a. del Nuovo Testamento che nella forma sono simili agli altri scritti neotestamentari. Essi si dividono in Vangeli a. (Vangelo degli Ebrei, degli Egiziani, di Pietro, Proevangelo di Giacomo); Atti a. (Atti di Paolo e Tecla, Atti di Pietro, Storia di Pietro e Paolo); Epistole a. e Apocalissi a. Si presentano come ampliamenti leggendari e fantastici di alcuni elementi poco trattati nei testi canonici, quasi a rispondere alla legittima curiosità dei fedeli.