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Appennini.

Catena montuosa (1.350 km) che percorre l'intera penisola italiana dal Colle di Cadibona, dove si salda alle Alpi, allo Stretto di Messina. Originatisi durante l'Eocene, il Miocene Medio e il Pliocene, gli A. sono convenzionalmente suddivisi in tre sezioni: A. Settentrionale, tra il Colle di Cadibona e la Bocca Serriola, A. Centrale, tra la Bocca Serriola e la Bocca di Forlì, A. Meridionale, tra la Bocca di Forlì e lo Stretto di Messina. Oltre la Calabria, i monti della Sicilia possono essere considerati un naturale prolungamento della catena appenninica, mentre i monti della Sardegna e della Corsica, mostrando caratteristiche geologiche e orografiche nettamente distinte, costituiscono un sistema montuoso completamente indipendente. Gli A. sono caratterizzati da un'altitudine assai inferiore rispetto alla catena alpina (nessuna cima appenninica tocca i 3.000 m), anche se non mancano massicci imponenti, e da un clima fortemente influenzato dalla vicinanza dei mari. Le cime più alte e importanti, tutte situate nell'A. Centrale, sono, da Nord a Sud: il Monte Vettore (2.476 m), nel gruppo dei Monti Sibillini, il Monte Gorzano (2.458 m), nella catena della Laga, il Corno Grande (2.912 m), punto culminante del massiccio del Gran Sasso e dell'intera catena appenninica, il Monte Velino (2.487 m) nell'omonimo massiccio, e il Monte Amaro (2.793 m), punto culminante del massiccio della Maiella. Il clima, pur con notevoli variazioni nelle temperature e nel regime delle piogge dalla Liguria alla Sicilia, può considerarsi mediterraneo, con precipitazioni concentrate in autunno e in inverno. I mesi invernali sono in particolare caratterizzati da temperature assai rigide per la latitudine, con precipitazioni nevose spesso abbondanti e talvolta a carattere di bufera. Relativamente all'utilizzazione del suolo, prevalgono alle quote più elevate il pascolo, il bosco e la macchia mediterranea, mentre l'agricoltura si concentra nelle valli e nelle piane più fertili. L'industrializzazione risulta ancora assai scarsa, anche se le politiche di incentivazione previste nel dopoguerra hanno consentito lo sviluppo di poli industriali localizzati. Il turismo, soprattutto invernale, è in crescita significativa: comprensori sciistici quali Cimone, Abetone, Terminillo, Campo Felice o Roccaraso hanno acquisito rinomanza nazionale e godono di condizioni di innevamento spesso molto favorevoli.

Settori
Confini
Cime principali
Centri turistici principali
APPENNINO SETTENTRIONALE (dal Colle di Cadibona alla Bocca Serriola)

A. Ligure




A. Tosco-Emiliano

Colle di Cadibona - Passo della Cisa

Passo della Cisa - Bocca Seriola

Maggiorasca (1.799 m)



Cimone
(2.165 m)

Sassello, Torriglia, Fontanigorda, S. Stefano d'Aveto, Caldirola, Bobbio, Passo del Penice, Uscio


Castelnuovo ne' Monti, Serramazzoni, Pavullo nel Frignano, Lama Mocogno, Pievepelago, Sestola, Zocca, Castiglione dei Pepoli, S. Marcello Pistoiese, Abetone
APPENNINO CENTRALE (dalla Bocca Serriola alla Bocca di Forlì)

A. Umbro-Marchigiano


A. Abruzzese

Bocca Serriola – Passo di Montereale

Passo di Montereale – Bocca di Forlì

Vettore
(2.476 m)


Corno
(2.912 m)

Sarnano, Assisi, Gubbio, Monteluco, Bracciano, Frascati, Rocca Priora, Terminillo


Campo Imperatore, Pietracamela, Rocca di Cambio, Tagliacozzo, Scanno, Pescasseroli, Roccaraso, Fiuggi, Caramanico Terme
APPENNINO MERIDIONALE (dalla Bocca di Forlì allo Stretto di Messina)

A. Campano



A. Lucano



A. Calabro

Bocca di Forlì – Sella di Conza

Sella di Conza – Passo dello Scalone

Passo dello Scalone – Stretto di Messina

Miletto
(2.050 m)


Serra Dolcedor-me (2.267 m)

Montalto
(1.995 m)

S. Gregorio Matese, Bagnoli Irpino, Monte Faito, Piano Laceno, Campitello Matese, Agerola

Alberobello, Selva di Fasano, Rionero in Vulture, Stigliano


Spezzano Albanese, Camigliatello, Lorica, S. Giovanni di Fiore

Panorama dell' Appennino tosco-emiliano nei pressi di Cutigliano (PT)