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Apoplessìa.

(dal greco apoplexía: stordimento). Med. - Sindrome neurologica che si manifesta con un improvviso arresto, parziale o totale, delle funzioni cerebrali (perdita della coscienza, della parola, della motilità, della sensibilità) ad eccezione di quelle vegetative. Questa patologia è indotta da gravi disturbi circolatori cerebrali che in genere comportano un'emorragia con conseguente formazione di raccolta ematica nel cervello. Si possono avere anche a. sierose per l'aumento del liquido cerebrospinale o del liquido esistente nei ventricoli cerebrali, o forme dovute a tumori o a rammollimento cerebrale da trombosi o da embolia. L'a. può essere provocata da contrazione improvvisa di alcune piccole arterie cerebrali con conseguente arresto dell'afflusso sanguigno nella zona del cervello colpita (V. ICTUS). Se lo spasmo arterioso è di breve durata i sintomi sono fugaci e spariscono senza lasciare traccia. Se l'ostacolo circolatorio cerebrale persiste, la perdita della coscienza si trasforma in coma profondo e, se il paziente sopravvive, la paralisi e gli eventuali disturbi del linguaggio divengono permanenti. Inoltre la zona di cervello lesa va incontro a rapida disgregazione. Si forma così un focolaio di rammollimento. L'a. si verifica per lo più in soggetti il cui sistema neurovegetativo si trova in una condizione di equilibrio instabile con prevalenza del componente simpatico su quello vagale. Al contrario di quanto comunemente si crede, non sempre l'a. colpisce persone già sofferenti di ipertensione arteriosa; però, durante l'attacco apoplettico, la pressione del sangue, per via riflessa, si eleva di solito notevolmente. La terapia prevede l'uso di alcuni farmaci ad azione vasodilatatrice e antispastica. • Zool. - A. da colpo di sole o di calore: patologia apoplettiforme che colpisce gli animali sottoposti a sforzi estenuanti durante la calura estiva. Particolarmente soggetti risultano essere i cavalli durante le manovre militari e i cani nelle battute di caccia. • Bot. - A. della vite: malattia della vite dovuta a funghi che fanno avvizzire irrimediabilmente foglie, tralci e grappoli durante l'estate.