Mit. - Di etimologia e origine incerta, è - dopo Zeus
- la divinità più importante della mitologia greca. Figlio di
Giove e di Latona, viene raffigurato come l'emblema stesso della gioventù
e di un'armoniosa bellezza. Cionondimeno la sua figura si arricchisce di uno
straordinario spessore di significati e valenze simboliche, che derivano dalla
varietà dei suoi attributi mitologici: è dio della luce e del
Sole, dell'arte profetica e dell'ispirazione poetica (in questo senso ha
l'appellativo di
A. Musagete, ovvero guida delle Muse) e presiedeva alla
musica, all'agricoltura e alla medicina (il neo-medico, nel famoso giuramento
ippocratico, giurava per
A. medico). Veniva raffigurato su un carro
trainato da cavalli, attorniato dalle Grazie danzanti e con la lira dalle sette
corde in mano (strumento di cui gli si attribuiva l'invenzione). Impersonificava
il Sole, e perciò era detto
Febo. In suo onore si celebravano i
giochi Pitici e le gare terrestri e navali ad Anzio. Fra gli animali a
lui consacrati c'erano il cigno e il lupo; fra le piante, l'olivo, la palma e
l'alloro. Molte, e immaginose, le leggende fiorite intorno alla sua figura, fra
cui quella che narra come Giunone, sempre gelosissima di Giove, perseguitasse
Latona quando portava in grembo
A.