Filosofo greco. Considerato il fondatore della scuola
cinica, fu discepolo di Gorgia e di Socrate. Sostenne che la felicità
consiste nel disprezzo verso qualsiasi forma di sapere che non sia
immediatamente volto a fini pratici; la vita morale consiste solo nella ricerca
della felicità, che a sua volta altro non è se non la vittoria
della natura sulle leggi create dagli uomini. In tale prospettiva,
A.
affermò, contro l'artificiosità dell'uomo civile, la
necessità di un ritorno integrale allo stato di natura e addirittura un
suo libro descrive la natura degli animali, proponendoli come modelli da imitare
nella vita.
A. si oppose alla dottrina platonica degli universali,
insegnando che ogni realtà non può che essere individuale e che di
ogni cosa si può dire solo il nome proprio, mentre qualsiasi altra
affermazione su di essa porterebbe alla sua negazione. Scrisse dialoghi,
interpretazioni di Omero e orazioni scolastiche (Atene 436-360
a.C.)