Tragedia di Vittorio Alfieri, ispirata a quella di Sofocle,
ideata nel 1776 ed edita nel 1783. Pur non avendo la compiutezza di un
capolavoro come il
Saul, lascia però trasparire, in parecchi
punti, alcuni elementi particolarmente riusciti nella figura della protagonista,
mentre quelle di Creonte e di Emone presentano minor coerenza drammatica e scavo
psicologico. L'opera ruota intorno ad Antigone che, dopo le ripetute sventure
familiari, vive solo per compiere l'ultimo gesto di pietà verso Polinice,
dandogli sepoltura, contro il divieto del tiranno Creonte. Il suo gesto è
affermazione di un'eroica volontà di morte, sentita come ricerca estrema
di libertà ma anche di purificazione da ciò che ella vive come una
colpa, cioè l'amore per Emone figlio del tiranno.