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Antropologìa.

Scienza che ha per oggetto la vita umana nei suoi molteplici aspetti: naturali, sociali, culturali. Si possono distinguere due fondamentali indirizzi della ricerca antropologica: quello che si occupa dello studio dell'uomo dal punto di vista biologico e naturale, in quanto considera l'uomo come specie che entra in comparazione morfologica e fisiologica con altre specie animali; quello che pone l'accento sugli aspetti comportamentali e filosofici, considerando l'uomo nei suoi rapporti con l'ambiente naturale e con le molteplici manifestazioni socio-culturali delle diverse culture. ║ A. fisica: gli studi di a. intesa come scienza dell'uomo e della sua relazione con le altre specie animali si possono far risalire all'antichità classica (Aristotele). Dal punto di vista eminentemente scientifico, si deve far riferimento all'epoca delle grandi scoperte nel campo delle scienze naturali. Le tappe fondamentali dello sviluppo di questa scienza sono segnate dalle ricerche di molti studiosi: Linneo, che nel Settecento cercò di classificare l'uomo nel regno animale; Buffon, che inaugurò lo studio della storia naturale dell'uomo; Blumenbach, che elaborò la divisione delle cinque razze; Edwards, che fondò la società etnologica (1840); Retzius, che dimostrò la variabilità della forma del cranio a seconda della razza; Quatrefages, che coniò la parola a. (1855) e infine Broca che fondò la Società di a. (1859). Alle origini l'a. limitò i suoi studi alla descrizione soggettiva e frammentaria dei costumi sociali e degli aspetti morfologici; in seguito l'interesse si volse anche agli aspetti sistematici e teoretici, estendendo il campo d'indagine alla preistoria e all'origine dell'uomo. ║ A. sociale e culturale: disciplina che studia le culture dei vari gruppi umani. Secondo i seguaci della scuola inglese che dette vita nel 1843 al Royal Anthropological Institute, l'a. sociale deve svilupparsi in stretto collegamento con l'a. fisica (classificazione dell'umanità in razze), con l'archeologia (studio delle vestigia delle civiltà più antiche) e con la linguistica (studio delle strutture del linguaggio). Altri studiosi hanno invece ritenuto più opportuno separare i vari campi di indagine delle scienze antropologiche, integrando da un lato l'a. culturale con le scienze sociali e, dall'altro, l'a. fisica con gli studi biologici. Nella tradizione accademica inglese si tende a distinguere l'a. sociale dall'etnologia e dall'etnografia. La prima, apparentata all'archeologia, concentra i propri studi sulla storia antica delle civiltà di cui non sono state tramandate testimonianze scritte. La seconda si occupa della raccolta dei dati mediante l'osservazione diretta, prescindendo dai fini teorici dell'indagine. Vi è poi un'importante distinzione tra a. sociale e a. culturale. Si definiscono antropologi culturali quei ricercatori, soprattutto di tradizione americana e inglese, che si richiamano agli studi di E.B. Taylor e F. Boas; gli antropologi sociali si rifanno invece all'impostazione scientifica di E. Durkheim e A.R. Radcliffe-Brown. Il comune denominatore di questi due orientamenti disciplinari è dato dalla nozione di cultura come patrimonio di usanze condiviso da un gruppo organizzato e, pertanto, tale da costituire un'aggregazione sociale. In ogni caso oggi prevale l'orientamento che spiega la rete di rapporti esistente in una società come assoggettamento degli individui a un corpus di diritti e di doveri universalmente riconosciuti. Alcuni elementi, caratteristici dell'a. sociale, sono già rintracciabili negli studi dell'antichità, e in particolare in Erodoto e nelle relazioni di vari esploratori dei secc. XVI-XVII. È tuttavia solo nel XIX sec. che si compiono i primi viaggi con il dichiarato scopo di scoprire e studiare i diversi tipi di società umane. Tra i primi studiosi che li intrapresero figurano i tedeschi A. Bastian, F. Ratzel, L. Frobenius; gli inglesi J.F. McLennan, E.B. Taylor, J.B. Frazer; gli americani L.H. Morgan e F. Boas. Notevole influenza sulla ricerca antropologica fu esercitata dalla scuola francese di sociologia, che contribuì a orientare il lavoro degli stessi antropologi inglesi verso lo studio delle società primitive, trascurando l'a. fisica e l'archeologia, fino a quel momento integrate all'a. sociale. Massimo esponente della scuola sociologica francese fu E. Durkheim che, pur avendo focalizzato la propria ricerca sulla società europea industrializzata, non trascurò di analizzare le società a tecnologia semplice: infatti, nell'opera Formes Elémentaires de la Vie Religieuse (1912) presentò i risultati di varie ricerche condotte tra gli aborigeni dell'Australia, sostenendo che il rito rispecchiava l'ordine della società e che la divinità altro non era che la personificazione dei modelli di comportamento vigenti. L'opera di Durkheim esercitò una notevole influenza sui due massimi antropologi inglesi del Novecento, B. Malinowski e R. Radcliffe-Brown, le cui teorie sono il fondamento del pensiero antropologico contemporaneo. Molti antropologi inglesi si richiamano al Funzionalismo (V.), secondo il modello di studio da loro applicato alla società. Tra gli antropologi sociali di ispirazione durkheimiana, fu Malinowski ad elaborare il concetto di funzione, rapportando le forme di aggregazione sociale ai bisogni biologici. Radcliffe-Brown, partendo da H. Spencer, si spinse a ricercare le analogie tra sistema biologico e organismo sociale, convinto che "la funzione di un processo fisiologico ricorrente sta nella sua corrispondenza alle condizioni necessarie per l'esistenza dell'organismo". Vari studiosi si sono occupati del rapporto tra storia e a., connettendovi il dilemma della classificazione di quest'ultima come scienza o come disciplina umanistica. A questo problema si lega quello dell'alternativa tra metodo comparativo e metodo storico. Oggi prevale la tendenza a considerare compito dell'a. sociale quello di "formulare e dimostrare le ipotesi sulle condizioni di esistenza dei sistemi sociali", avvalendosi del metodo comparativo applicato alle diverse forme della vita sociale: parentela, sistemi politici, credenze magiche e religiose, ecc.