Atto a resistere alle scosse di terremoto. ║
Costruzioni a.: sono costruite con criteri che si basano sull'impiego di
strutture deformabili che siano in grado di assorbire le sollecitazioni del
terreno in quanto libere di muoversi una rispetto all'altra. La legislazione
italiana prevede di fissare rigidamente la costruzione al suolo, ma altri studi
condotti, ad esempio, in Giappone o negli Stati Uniti dimostrano come non sia
sempre questo il sistema migliore. Particolarmente curata deve essere la scelta
del luogo di fabbricazione. È necessario porre la costruzione su rocce
vive e compatte; se il terreno non è tale, si deve costruire una base
compatta, o un telaio orizzontale o una platea armata. È preferibile
innalzare nuove costruzioni su terreni pianeggianti o in luoghi preventivamente
terrazzati, in quanto i terreni scoscesi facilitano il crollo della struttura
quando inizia il movimento tellurico. Sarebbe necessario una trivellazione del
suolo in modo da definirne la natura geologica, anche in profondità. Sono
da evitare i terreni instabili, le cime delle alture, i confini geologici tra
due terreni di natura diversa, i margini degli altipiani, gli annessi sporgenti,
le strutture spingenti e la muratura a secco. Le costruzioni devono essere
piene, compatte, devono avere muri perimetrali con un forte spessore, saldi
collegamenti fra le varie parti dell'edificio e altezza limitata. Per quanto
riguarda il materiale, è bene evitare l'uso di laterizi e pietre naturali
che sono poco resistenti alla trazione. Generalmente si può fare uso di
materiali leggeri o disporre delle ossature metalliche. È soprattutto
consigliabile l'uso di cemento armato, resistente e ignifugo. Ciò
è molto importante perché non è raro che dopo il sisma si
verifichino incendi causati dalla rottura di impianti a gas o di depositi di
materiale infiammabile. Per quanto riguarda l'altezza degli edifici si tiene
conto della sismicità della zona, della natura del terreno e del tipo di
costruzione.