Farmaco che agisce come antagonista dell'istamina, sostanza
ritenuta responsabile dello shock allergico. Gli
a. vengono usati nelle
malattie da siero, nell'orticaria, nell'edema angioneurotico, nelle allergie da
medicamenti e da sostanze alimentari, nelle punture da insetti, negli eritemi
solari, nell'asma bronchiale, in alcune forme di emicrania, nelle vertigini
(sindrome di Menière), nella chinetosi, nella tossicosi gravidica. Gli
a. si suddividono chimicamente in tre gruppi: un primo gruppo, affine
alle sostanze simpaticomimetiche; un secondo gruppo, affine alle sostanze
para-simpaticomimetiche; un terzo gruppo, affine all'istamina. Fra le sostanze
del primo gruppo, la prima a essere scoperta fu la timossietildietilamina; a
questa seguirono varie altre sintesi, fra le quali la più importante
è quella dell'
antergan o dimetina. Nel secondo gruppo sono i
composti nella cui molecola è contenuta l'etilendiamina, come nel
benadryl e nell'
antadril. Al terzo gruppo infine appartengono i
composti a struttura simile a quella dell'istamina e cioè derivati da
piridin-etilendiamine (
neo-antergan), piribenzamine e
pirimidin-etilendiamine. Sebbene questi composti appartengano a serie chimiche
assai diverse tra loro, hanno azione farmacologica analoga. La durata della
guarigione è tuttavia limitata al periodo di somministrazione del
medicamento e, cessandone l'uso, le manifestazioni morbose possono riprendere.
Gli
a. possono essere somministrati per via orale, oppure mediante
iniezioni intramuscolari o endovenose. Tra gli effetti collaterali più
comuni si possono manifestare sedazione, sonnolenza, nausea, disturbi gastrici e
sensibilizzazione cutanea. Gli
a. sono controindicati nel caso di grave
insufficienza epatica, in gravidanza per possibili effetti teratogeni, in
portatori di glaucoma o iperplasia prostatica per gli effetti colinergici.