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Anschluss.

Voce tedesca: unione. Annessione dell'Austria alla Germania nazista proclamata da Hitler il 13 marzo 1938. Di A. si parlò già alla fine del XIX sec., in quanto l'inclusione dell'Austria nello Stato tedesco rappresentava un obiettivo tenacemente perseguito dai pangermanisti. L'impiego del termine cominciò a diffondersi e ad acquistare rilevanza politica nel 1918, quando, con la fine della prima guerra mondiale, il crollo della Monarchia austro-ungarica e la proclamazione della Repubblica austriaca (12 novembre), venne definitivamente ufficializzata la dissoluzione del grande edificio plurinazionale costituito dagli Asburgo in quasi settecento anni di storia. Non pochi erano gli Austriaci favorevoli all'unione del nuovo Stato alla Germania. Ma questa aspirazione non poté attuarsi per l'opposizione degli Alleati a consentire qualsiasi forma di unificazione tedesca: infatti l'art. 80 del Trattato di pace di Versailles vietava esplicitamente qualsivoglia forma di unione austro-tedesca, così come ribadito ancor più esplicitamente dall'art. 88 del Trattato di Saint-Germain. Il piccolo Stato austriaco si mostrò immediatamente debole nel suo equilibrio economico-politico con conseguenze che non avrebbero tardato a dimostrarsi fatali. Sin dalle elezioni del febbraio 1919 venne a crearsi una situazione di sostanziale bilanciamento fra le due maggiori forze politiche: il Partito socialdemocratico, particolarmente forte tra il proletariato industriale viennese, e il Partito cristiano-sociale, a base prevalentemente contadina e piccolo-borghese. L'incompatibilità tra la politica di riforma propugnata dal Partito socialista e il gradualismo paternalistico dei cristiano-sociali sfociò nell'immobilismo del Parlamento e del Governo. A peggiorare la situazione, all'inizio degli anni Trenta si aggiunsero gravi difficoltà economiche e le manovre politiche della Heimwehr, una formazione paramilitare fascista. Perciò, il crollo della Repubblica democratica avvenuto nel 1934 fu il risultato del progressivo scivolamento del Partito cattolico verso la costituzione di uno Stato autoritario-corporativo. La democrazia austriaca aveva cominciato il suo declino sin dalla promulgazione della nuova Costituzione (aprile 1934), nonostante il fallimento del colpo di mano nazista, soprattutto a causa dell'opposizione anglo-franco-italiana. Pertanto, la proclamazione dell'A. non fu che la logica conseguenza di un processo iniziato molti anni prima. Il suo raggiungimento rappresentò un obiettivo che Hitler si era proposto sin dalle prime pagine dell'opera Mein Kampf. Alla sua idea dello spazio vitale (Lebensraum) tedesco e del Grande Reich comprendente tutti i Tedeschi d'Europa, si univa la personale ambizione di riconquistare il Paese natale, e ciò contribuì a fare dell'Austria il primo oggetto del suo programma di conquista. Nel luglio del 1936, il cancelliere austriaco Kurt von Schuschnigg concluse con Hitler un accordo con il quale si impegnava a inaugurare una politica di amicizia nei confronti della Germania, mentre Hitler, dal canto suo, prometteva di rispettare l'indipendenza austriaca. Schuschnigg sarebbe stato più propenso a continuare la politica filo-italiana condotta fino a quel momento dal cristiano-sociale H. Dolfuss ma, a mano a mano che Mussolini si impegnava nelle guerre di Abissinia e di Spagna, le probabilità di un suo appoggio per garantire l'indipendenza austriaca dalla Germania diminuivano. Ciò indusse Schuschnigg a stabilire più stretti legami con i vicini Stati della Piccola intesa (Cecoslovacchia, Jugoslavia, Romania), provocando le violente rimostranze di Hitler. Dopo un fallito tentativo di putsch nazista (gennaio 1938), Hitler convocò il cancelliere austriaco, costringendolo ad accogliere nel suo Governo il leader del Partito nazista austriaco, Arthur Seyss-Inquart, cui fu affidato il ministero della Pubblica Sicurezza. Schuschnigg cercò di impedire l'attuazione del progetto di annessione, organizzando per il 13 marzo un plebiscito per l'indipendenza del Paese, cui Hitler rispose incitando i nazisti austriaci alla ribellione e chiedendo che il plebiscito venisse abrogato. Schuschnigg fu costretto a cedere e a trasmettere la carica di cancelliere a Seyss-Inquart, che invitò immediatamente le truppe tedesche a ristabilire l'ordine. Queste entrarono in Austria il 12 marzo 1938, occuparono Vienna e procedettero sino al Brennero, dove furono ben accolte dai soldati italiani. Il 13 marzo l'azione militare si concluse e venne annunciata ufficialmente l'unione dell'Austria, ridotta allo stato di provincia, alla Germania. Il 10 aprile un plebiscito diede il 99,73% di consensi all'annessione e Seyss-Inquart divenne governatore della nuova Ostmark (Marca Orientale). Con questa incruenta vittoria, Hitler aggiunse ai 66 milioni di Tedeschi sette milioni di Austriaci, assorbendo immediatamente nel Reich l'economia e l'amministrazione austriaca. Le SS naziste epurarono il Paese di ebrei, liberali, socialisti, comunisti, imprigionando tutti gli oppositori in campi di concentramento o dando loro la morte. Il cardinale di Vienna, Innitzer, e pressoché tutta la gerarchia cattolica, accolsero favorevolmente l'annessione alla Germania nazista, irrigidendosi solo quando le maglie del regime nazista (Gleichschaltung) si estesero ai movimenti giovanili cattolici, ai monasteri e alle proprietà ecclesiastiche. Così l'Austria fu coinvolta nel crollo del Terzo Reich e nel 1945, quando poté proclamare la propria indipendenza, si ritrovò divisa in quattro zone d'occupazione.