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Ab excessu divi Augusti). Opera storica e letteraria
di Cornelio Tacito, pervenutaci parzialmente (interi i primi 4 libri, in parte
il V e il VI, metà dell'XI, interi il XII, il XIII, il XIV e il XV e
parte del XVI. L'opera completa, pubblicata tra il 115 e il 117, abbracciava 16
(secondo alcuni 18) libri, dedicati alle vicende dalla morte di Augusto (14) a
quella di Nerone (68). La narrazione, pur riconoscendo il ruolo storico
dell'istituzione imperiale ai fini del ripristino della pace e dell'ordine,
approda a una condanna della tirannide evidenziando i drammi e i problemi di
coscienza che costellano le vicende degli uomini che detengono un potere
assoluto. Nei primi sei libri Tacito descrive il lungo regno di Tiberio (14-37
d.C.): quest'imperatore è ritratto a fosche tinte, come un despota
crudele e sospettoso consigliato da cattivi ministri, tra cui il famigerato
Sceiano, che destituisce di ogni potere il Senato e la nobiltà per
instaurare un Governo tirannico. I libri XI e XII narrano le vicende della
seconda metà del Regno di Claudio, mentre i restanti libri sono dedicati
a Nerone, di cui vengono esposti, in una progressione drammatica, la propensione
al vizio e all'intrigo, le stragi e gli orribili crimini. La critica moderna ha
proceduto a una rivalutazione di Tiberio e di Claudio, ma ha confermato
l'ammirazione che già gli antichi avevano tributato alle qualità
artistiche di Tacito, per la sua analisi spietata delle passioni umane, per il
suo stile forte e incisivo, per il suo spirito libertario. Benché Tacito
si fosse proposto di esporre i fatti
sine ira ac studio, cioè con
assoluta imparzialità, l'impianto narrativo della sua opera subordina le
ragioni di un equilibrato resoconto storico ai canoni insopprimibili dell'arte e
dello stile, che sovrappongono ai nudi fatti l'indagine psicologica dell'animo
umano e la chiave interpretativa della storia implicita nel punto di vista
dell'autore. Gli
A. sono il capolavoro di Tacito, che in quest'opera
manifesta la sua grandezza di storico, di artista e di pensatore.