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Anfora.

(dal greco amphoréus: vaso che si può trasportare da due parti). Vaso a due anse, di forma ovoidale, terminante nella parte inferiore con una punta o con uno stretto piede. Veniva anticamente impiegata per il trasporto e la conservazione di liquidi e cereali. ║ Antica misura di capacità per liquidi; a Roma corrispondeva a circa 26 l. • Encicl. - Le a. più antiche presentavano forma ovoidale; erano di terracotta grezza e avevano una base a punta, che permetteva di collocarle nel terreno mediante appositi sostegni. Le a. di epoca successiva, risalenti cioè ai secc. VI-VII, erano invece caratterizzate dal piede largo e presentavano forme e raffigurazioni differenti. L'a. nicostenica, della fine del VI sec. e chiamata così dal vasaio attico Nicostene, tendeva a imitare forme metalliche; l'a. nolana, di forma slanciata, presentava anse intrecciate e scarse decorazioni. Le a. panatenaiche, così chiamate in quanto venivano offerte ai vincitori delle gare panatenaiche, contenevano vino del monte Imetto. Inoltre avevano, su di un lato, la scena della gara a cui il vincitore aveva partecipato e, dall'altra, la rappresentazione della dea Atena tra due colonne, sopra le quali vi erano due galli. Le a. della ceramica attica presentavano, in un primo periodo, figure nere su fondo rosso; mentre in seguito, verso il V sec. a.C., le figure rosse dominano il fondo nero. Nell'arte cristiana, l'a. aveva probabilmente un significato simbolico, rappresentano il corpo che unisce l'anima e la grazia, personificata dallo Spirito santo.
Un'anfora a figure nere del VI secolo a.C. (Napoli, Museo Nazionale)