Il quarto continente (42.056.451 kmq; 869.420.381 ab.) del
globo terrestre, formato da due masse continentali (
A. Settentrionale e
A. Meridionale), unite fra loro da una lunga e stretta regione istmica
che costituisce l'
A. Centrale. È bagnata dall'Oceano Pacifico a
Ovest e dall'Oceano Atlantico a Est. Nel linguaggio comune il termine, derivato
dal nome di Amerigo Vespucci, è passato a designare, oltre all'intero
continente, anche più specificamente gli Stati Uniti d'
A. Il
continente americano è suddiviso politicamente in numerosi Stati. ║
A. Settentrionale (21.298.726 kmq; 428.523.000 ab.): si divide
politicamente in Canada, Messico, e Stati Uniti d'
A. ║
A.
Centrale (2.928.685 kmq; 75.743.552 ab.): si divide politicamente in Antigua
e Barbuda, Bahama, Barbados, Belize, Costa Rica, Cuba, Dominica, Repubblica
Dominicana, El Salvador, Giamaica, Grenada, Guatemala, Haiti, Honduras,
Nicaragua, Panama, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine.
Ad essi si aggiungono i possedimenti statunitensi (Puerto Rico, Isole Vergini,
altre dipendenze), britannici (Anguilla, Cayman, Turks e Caicos, Bermuda, Isole
Vergini, Montserrat), francesi (Guadalupa e dipendenze, Martinica, Saint-Pierre
e Miquelon), olandesi (Antille olandesi) e danesi (Groenlandia). ║
A.
Meridionale (17.829.040 kmq; 365.153.829 ab.): si divide politicamente in
Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Paraguay,
Perù, Suriname, Trinidad e Tobago, Uruguay, Venezuela. A questi Stati si
aggiungono i possedimenti britannici (Isole Falkland o Malvine che hanno alle
loro dipendenze l'isola della Georgia del Sud e le isole Sandwich australi),
olandesi (Antille olandesi sudamericane, Aruba) e francesi (Guayana francese).
║ Caratteristiche del continente americano sono la grande varietà
degli ambienti e la vastità degli spazi. Diversamente da quanto si
verifica per gli altri continenti, l'
A. si sviluppa dall'una all'altra
parte delle due regioni polari, coprendo quasi interamente lo spazio di un arco
terrestre: nonostante ciò, può essere considerata un'entità
geografica unitaria, dotata di alcuni caratteri omogenei. Infatti, il ripetersi
di alcuni motivi strutturali, tanto nella parte settentrionale quanto in quella
meridionale del continente, rivela una comune vicenda geologica: lo dimostrano
l'andamento del contorno, espanso a Nord e più assottigliato e
frastagliato verso Sud, la presenza di grandi bassopiani nella parte centrale,
l'antichità dei rilievi orientali e l'età relativamente giovane di
quelli posti sul versante occidentale. Il fattore che, invece, più
differenzia
A. Settentrionale, Centrale e Meridionale è la cultura
che, nella rielaborazione degli apporti europei, ha conosciuto in zone diverse,
a partire dal XVI sec., sviluppi autonomi ed eterogenei.
GEOGRAFIA
A. Settentrionale -
Morfologia: la
struttura geologica è delineata chiaramente e precisamente
identificabile. L'elemento centrale è il cosiddetto Scudo canadese o
laurenziano, che si estende nella parte orientale del Canada fino alla regione
dei Grandi Laghi. Il sistema atlantico si estende dal San Lorenzo alla Georgia
con i Monti Appalachi (Monte Mitchell, 2.050 m), arrotondati per la secolare
erosione dei venti. Non appartengono propriamente al sistema orientale alcuni
complessi, quali l'altopiano di Groenlandia, con un'altitudine media di 2.000 m,
i monti della Terra di Baffin e della penisola del Labrador. La zona compresa
tra i due sistemi è un'immensa pianura formata da piattaforme di origine
molto antica e da depositi alluvionali. Essa digrada verso Nord fino al mare
della Baia di Hudson e dà origine a una miriade di isole. ║
Idrografia: i fiumi che sfociano nell'Oceano Atlantico e nel Mar Glaciale
Artico non trovano ostacoli e possono formare ampi bacini; al contrario, quelli
che sfociano nell'Oceano Pacifico sono in genere brevi, in quanto nascono da
monti prossimi alla costa. Ai bacini dell'Oceano Atlantico appartengono il
Mississippi-Missouri (terzo fiume della Terra), il San Lorenzo, emissario dei
laghi laurenziani, l'Hudson, il fiume di New York, il Potomac, che bagna
Washington, il Rio Grande del Nord. Ai bacini del Mar Glaciale Artico
appartengono il Mackenzie, il Churchill, il Nelson Saskatchewan. Nell'Oceano
Pacifico sfociano lo Yukon, il Columbia, il Sacramento, il Colorado, che incide
le pendici delle montagne, provocando la formazione di
canyon. Il gruppo
dei laghi laurenziani comprende il Lago Superiore, il Michigan, lo Huron e
l'Ontario. Altri bacini lacustri sono il Lago degli Schiavi, il Lago degli Orsi
e l'Athabaska, tutti nel Canada Occidentale. Vi è poi il Winnipeg e il
Gran Lago Salato. ║
Clima: le barriere dei due grandi sistemi
costieri impediscono che le vaste pianure interne beneficino dell'aria
marittima. Solo nel Messico, per la vicinanza dei due oceani, si ha un clima con
caratteristiche tropicali. Il territorio presenta un clima polare sulle coste
artiche, freddo continentale in Alaska e nelle regioni dei laghi laurenziani. Le
montagne orientali non costituiscono una barriera insormontabile per i venti
provenienti dall'Oceano Atlantico, che giungono sui rilievi appalachiani e nelle
grandi praterie, portando piogge e tutte le caratteristiche delle zone
temperate. La zona orientale presenta un clima continentale-temperato, con
estati molto calde e inverni rigidi; a Ovest invece, nelle praterie, si incontra
un clima tipicamente continentale che, procedendo fino alla steppa, diventa
desertico. Le zone costiere occidentali, grazie all'influsso di correnti calde,
hanno un clima mediterraneo-oceanico, con estati non eccessivamente calde e
inverni miti. Le coste del Golfo del Messico godono di un clima decisamente
tropicale; all'interno dell'altopiano compreso tra la Sierra Madre Occidentale e
la Sierra Madre Orientale si ha un clima caratterizzato da scarsità di
piogge e temperatura mite. ║
Flora: nelle zone polari si sviluppa
la tundra, forma di vegetazione costituita da muschi, erbe e arbusti nani. Nella
zona delle grandi foreste il clima continentale favorisce lo sviluppo di boschi
di conifere (larici, pini, abeti), platani e querce secolari. Nelle regioni
temperate il territorio è ricoperto di vaste praterie e, dove possibile,
permette la coltivazione di mais, frumento, cotone, tabacco, alberi da frutta.
La flora della zona tropicale è varia: nelle pianure costiere sono
diffuse le piantagioni di caffè, cacao e canna da zucchero, sugli
altipiani predominano i cactus, con la vegetazione propria della steppa. Le zone
costiere pacifiche sono adatte per vigneti, frutteti, agrumeti, quelle
atlantiche presentano coltivazioni di cereali e cotone. ║
Fauna: la
fauna delle regioni artiche è costituita da animali da pelliccia (volpe
polare, orso bianco), buoi muschiati e renne. Nei mari glaciali abbondano
balene, narvali, foche e trichechi. Nella zona delle foreste vivono il puma,
l'orso grigio, il castoro, lo scoiattolo e la lince. Nelle grandi praterie
pascolano ovini, bovini, equini, caprini; si trovano anche l'opossum e il
bisonte, oggi in via di estinzione. Animale caratteristico delle Montagne
Rocciose è l'antilocapra. Nei corsi d'acqua della Florida e nel
Mississippi vivono gli alligatori. La zona tropicale registra la presenza di
scimmie, serpenti, giaguari, pappagalli. In tutti i fiumi e laghi dell'
A.
Settentrionale vi è abbondanza di salmoni, carpe, trote, lucci e
storioni. •
A. Centrale -
Morfologia: caratterizzata da una configurazione montuosa estremamente
varia, già delineatasi nel Pliocene, l'
A. Centrale presenta, nella
regione istmica, estesa tra lo stretto di Tehuantepec e la linea spartiacque tra
Atrato e Tuira, un'ossatura montuosa che rappresenta la continuazione delle
Montagne Rocciose. Di costituzione prevalentemente vulcanica o calcarea, essa
poggia su un antichissimo basamento granitico o scistoso. Tale caratteristica
rende la regione una delle più instabili della Terra, a causa di
frequenti eruzioni e terremoti. L'andamento dei rilievi è interrotto
dalla fossa del Nicaragua, occupata da due grandi laghi, il Managua e il
Nicaragua, a Sud della quale si trovano vasti bassopiani vulcanici e argillosi,
mentre nel Panama, considerato come il resto di una più vasta regione
sommersa dal mare nel Cenozoico, il sistema orografico è diviso in due
pieghe, le Cordigliere di San Blas e di Beragua. Le Antille, eccettuata Cuba,
generalmente bassa o lievemente ondulata con rilievi notevoli solo a Sud-Est,
sono di costituzione vulcanica (Piccole Antille), calcarea (Bahama), oppure
vulcanica, ma ricoperte di un ampio mantello calcareo di tipo carsico (Giamaica,
Puerto Rico). ║
Idrografia: non esiste un vero sistema idrografico,
essendo il Segovia l'unico fiume di una certa importanza, mentre notevole
è il sistema lacustre, rappresentato principalmente dai laghi Managua e
Nicaragua. ║
Clima: l'
A. Centrale può essere
suddivisa in due zone climatiche, che si diversificano a seconda
dell'altitudine. Le
tierras calientes, fino a 500 m, sono caratterizzate
da clima equatoriale, molto piovoso e con temperatura stabile; al di sopra dei
600 m fino a circa 2.000 m, si hanno invece le
tierras frias, nelle quali
le medie annuali sono molto basse e le escursioni stagionali sono
particolarmente pronunciate. Inoltre, le regioni atlantiche, battute dagli
alisei, sono più piovose di quelle occidentali e in genere più
calde. ║
Flora: sul versante occidentale cresce rigogliosa la
foresta tropicale, tipica delle regioni a forte piovosità e alta
temperatura, con grande abbondanza di liane, felci e fitto sottobosco; dove non
arrivano gli alisei di Nord-Est, la vegetazione è costituita generalmente
da savana e da boschi di lauracee, conifere e palme; alcune zone del Guatemala e
di El Salvador sono caratterizzate da vegetazione xerofila. Nelle zone
più elevate compare una vegetazione di tipo montano con forte prevalenza
di conifere, querce, eurorbiacee e cactacee, accompagnate da un numero crescente
di felci; in alcune zone settentrionali del Guatemala si sviluppa una
vegetazione di tipo alpino, costituita da conifere, felci arboree ed erbe
perenni. ║
Fauna: la fauna presenta notevoli analogie con quella
dell'
A. Meridionale, ed è composta soprattutto da rettili, uccelli
e insetti; i laghi sono popolati da alcune specie di pesci d'acqua dolce.
•
A. Meridionale -
Morfologia: le
coste si presentano uniformi, salvo le grandi insenature costituite dai golfi
del Venezuela, di Darien e le basi di Rio de Janeiro e di Rio della Plata. Solo
l'estrema punta Sud si presenta molto frastagliata: qui si trova anche lo
Stretto di Magellano che costituisce il passaggio dall'Oceano Atlantico al
Pacifico. La grande uniformità del territorio interno (i rilievi montuosi
sono infatti situati a grande distanza dall'oceano) ha consentito la formazione
di fiumi estremamente lunghi e tali da permettere un'intensa navigazione. A
Ovest si trova la Cordigliera Andina che si estende per oltre 5.000 km. Nella
zona orientale si elevano gli altopiani della Guyana, del Brasile e il tavoliere
patagonico a Sud del Rio della Plata. Nelle zone centrali dell'
A.
Meridionale si notano i bassopiani costituiti dai bacini dell'Orinoco, del Rio
delle Amazzoni e del Paraguay-Paranà. In numerose regioni, soprattutto
nel Brasile, si trovano massicci primordiali (Brasilia) ricchi di resti fossili
dell'Era paleozoica; molto interessanti, sempre dal punto di vista geologico,
sono gli altipiani della Guayana, caratterizzati da terreni granitici. Oltre
Brasilia, si innalza un sistema montuoso facente parte dell'Argentina, che
costituisce la regione delle pampas. A Sud di questa, il tavoliere patagonico si
divide in due zone nettamente distinte. La zona occidentale forma le
precordigliere di San Juan e di Mendoza, caratterizzate da un sottosuolo
risalente all'Era paleozoica, e i rilievi della Cordigliera della Patagonia,
risalente al Mesozoico. La zona orientale, invece, è formata da terreno
ciottoloso, risalente all'Era cenozoica, digradante verso l'Oceano Atlantico. La
Cordigliera delle Ande, che attraversa quasi tutta l'
A. Meridionale,
è ricca di vulcani ancora attivi. Molte sono le cime al di sopra dei
6.000 m: la maggiore è l'Aconcagua (6.959 m). La Cordigliera andina
è formata da due catene che corrono in direzione Nord-Sud, delle quali
quella interna si biforca a sua volta, all'altezza del Perù, nella
Cordigliera Bianca, che dà origine alla Cordigliera Reale (Bolivia), e
nella Cordigliera Nera, che si prolunga fino all'estremità meridionale
della Patagonia. La zona montuosa esterna, più breve, dopo aver
attraversato l'Ecuador, giunge fino al Golfo di Guayaquil, dove entra
nell'Oceano Pacifico. Le varie catene andine sono divise le une dalle altre da
profondi avvallamenti o da elevati tavolieri, spesso occupati da grandi laghi
come il Titicaca, situato a 3.812 m s/m. Invece nei rilievi della Guyana e del
Brasile non si trovano altopiani simili ma solo zone piatte, elevate e
profondamente scavate dai grandi fiumi. Le vaste pianure centrali, poste tra le
Ande e i rilievi della zona orientale, sono in parte costituite da terreni
alluvionali e in parte da sedimenti rocciosi marini. ║
Idrografia:
i fiumi dell'
A. Meridionale sono tra i più grandi del mondo. Il
loro sviluppo è in funzione dei rilievi montuosi; in conseguenza di
ciò, a Occidente troviamo fiumi importanti per ricchezza di acque e per
lunghezza. Fra questi ricordiamo il Rio delle Amazzoni (6.280 km) e il
Paranà-Paraguay (3.900 km). Al contrario, a Oriente scorrono pochi e
brevi fiumi, spesso a carattere torrentizio, perché ostacolati dalla
catena andina. Di scarsa rilevanza sono i laghi, a eccezione di quelli andini,
l'origine dei quali è da porre in relazione con l'erosione glaciale.
Caratteristica di questa zona sono i laghi ad acque salmastre, originati dai
fiumi salati che scendono dalle Ande del Cile e dell'Argentina. ║
Clima: nell'
A. Meridionale il clima è prevalentemente
tropicale, ma d'altra parte, poiché il continente si restringe verso Sud,
risente dell'influenza del mare; tuttavia all'influenza mitigatrice dell'Oceano
Pacifico si oppongono le elevate catene andine. Importante è inoltre
l'influenza della corrente del Nord, che abbassa notevolmente la temperatura
delle coste pacifiche rispetto a quella delle coste atlantiche (che risentono
degli influssi della corrente temperata del Brasile). Irregolari sono anche le
precipitazioni: minime nelle zone del Golfo di Guayaquil, fino agli altipiani
patagonici, e nel deserto di Atacama a causa di correnti oceaniche fredde e di
anticicloni marittimi; molto abbondanti nell'alta Amazzonia, sulle coste della
Guyana e sul versante occidentale della Ande. Questi i principali tipi di clima:
equatoriale, caratterizzato da piogge abbondanti, elevata umidità, e
temperature costantemente elevate, nella zona del bacino del Rio delle Amazzoni
e lungo le coste della Colombia e della Guyana; subequatoriale, diverso dal
precedente solo per la presenza di una stagione particolarmente secca, esteso
fino al territorio del Brasile; tropicale, che presenta forti differenze di
temperatura tra giorno e notte e una stagione secca più prolungata, fino
al territorio del bacino dell'Orinoco; subtropicale, simile al clima delle
regioni influenzate dai monsoni, che giunge fino all'Argentina nord-orientale;
temperato-continentale, con inverni freddi e piogge scarse, nelle regioni
interne del continente meridionale; desertico-continentale, tipico
dell'Argentina nord-occidentale, ai piedi della catena andina;
desertico-freddo-oceanico, nella Patagonia, caratterizzato da una forte
ventosità e da scarse precipitazioni; desertico-caldo-oceanico, esteso
dal golfo di Guayaquil lungo tutta la zona centrale pacifica, caratterizzato da
abbondante umidità e precipitazioni scarse; mediterraneo-oceanico e
temperato-oceanico, tipico della zona cilena da Nord a Sud; freddo-oceanico,
nelle zone esterne della Patagonia e nella Terra del Fuoco. Vi sono poi le zone
montane che presentano climi diversi, secondo le altezze e altri dati
particolari. ║
Flora: per quanto riguarda la vegetazione,
nell'
A. Meridionale si notano tre zone: tropicale, la più estesa;
andino-pampina e antartica. Nel bacino dell'Amazzonia si stendono le
selvas, fitte foreste tropicali, formate da alti alberi molto diversi tra
loro. ║
Fauna: dal punto di vista della fauna, l'area principale
è quella amazzonica, popolata da formichieri, armadilli, tapiri, rettili
(fra cui l'anaconda) e pesci (come il pericoloso piranha). Gli unici animali
feroci dell'
A. Meridionale sono il puma e il giaguaro. Tipicamente
sud-americani sono l'alpaca, il nandù, il guananco, il lama e i roditori.
Abbondante la fauna ittica e svariate le specie di insetti. Prima della scoperta
europea nell'
A. Meridionale non si registrava la presenza di equini e
bovini: essi si sono poi facilmente adattati nelle zone a clima temperato, nelle
praterie della fascia atlantica e nelle
pampas.
Cartina dell'America del Nord e centrale
Cartina dell'America del Sud
AMERICA
|
Fiumi principali
|
Lunghezza (km)
|
Laghi principali
|
Superficie (kmq)
|
Rio delle Amazzoni
|
6.280
|
Superiore
|
84.131
|
Mississippi-Missouri
|
5.970
|
Huron
|
61.797
|
Rio della
Plata-Paraná
|
4.700
|
Michigan
|
58.016
|
Mackenzie
|
4.241
|
Gran Lago degli Orsi
|
31.792
|
Arkansas
|
3.300
|
Gran Lago degli Schiavi
|
28.438
|
Madeira-Mamoré
|
3.200
|
Erie
|
25.612
|
Purus
|
3.200
|
Winnipeg
|
24.514
|
San Lorenzo
|
3.058
|
Ontario
|
18.941
|
Rio Grande
|
3.034
|
Maracaibo
|
14.243
|
São Francisco
|
2.900
|
Nicaragua
|
8.430
|
Yukon
|
2.897
|
Titicaca
|
8.300
|
Tocantins
|
2.640
|
Athabasca
|
8.080
|
Colorado
|
2.334
|
Lago delle Renne
|
6.390
|
Rio Negro
|
2.250
|
Winnipegosis
|
5.447
|
Araguaia
|
2.200
|
Nipigon
|
4.843
|
Orinoco
|
2.140
|
Manitoba
|
4.706
|
Paraguay
|
2.200
|
Gran Lago Salato
|
4.690
|
Rio Salado
|
2.000
|
Poopó
|
2.510
|
Columbia
|
1.930
|
Buenos Ayres
|
2.100
|
AMERICA SETTENTRIONALE E CENTRALE: ALTITUDINI MASSIME
|
Monte
|
Sistema montuoso
|
Stato
|
Altitudine (m)
|
McKinley
|
Catena dell'Alaska
|
Alaska
|
6.194
|
Logan
|
Gruppo Sant'Elia
|
Alaska-Canada
|
6.050
|
Citlaltépetl
|
Sierra Madre
|
Messico
|
5.747
|
Sant'Elia
|
Gruppo Sant'Elia
|
Alaska-Canada
|
5.489
|
Popocatepetl
|
Sierra Madre
|
Messico
|
5.452
|
Whitney
|
Sierra Nevada
|
Stati Uniti
|
4.418
|
Elbert
|
Montagne Rocciose
|
Stati Uniti
|
4.399
|
Rainier
|
Catena delle Cascate
|
Stati Uniti
|
4.392
|
Shasta
|
Catena delle Cascate
|
Stati Uniti
|
4.317
|
Pikes Peak
|
Front Range
|
Stati Uniti
|
4.301
|
Nevado de Colima
|
Sierra Madre
|
Messico
|
4.265
|
Tajumulco
|
Sierra Madre
|
Guatemala
|
4.220
|
Gannett Peak
|
Montagne Rocciose
|
Stati Uniti
|
4.202
|
Grand Teton
|
Montagne Rocciose
|
Stati Uniti
|
4.196
|
Peña Nevada
|
Sierra Madre
|
Messico
|
4.054
|
Waddington
|
Catena delle Cascate
|
Stati Uniti
|
4.042
|
Cloud Peak
|
Montagne Rocciose
|
Stati Uniti
|
4.016
|
Robson
|
Montagne Rocciose
|
Canada
|
3.954
|
Pico Duarte
|
Cordigliera Centrale
|
Rep. Dominicana
|
3.175
|
AMERICA MERIDIONALE: ALTITUDINI MASSIME
|
Monte
|
Sistema montuoso
|
Stato
|
Altitudine (m)
|
Aconcagua
|
Ande
|
Cile-Argentina
|
6.959
|
Ojos del Salado
|
Ande
|
Cile-Argentina
|
6.880
|
Huascarán
|
Ande
|
Perú
|
6.768
|
Llullaillaco
|
Ande
|
Cile-Argentina
|
6.723
|
Yerupaiá
|
Ande
|
Perú
|
6.632
|
Tupungato
|
Ande
|
Cile-Argentina
|
6.550
|
Sajama
|
Ande
|
Bolivia
|
6.544
|
Coropuna
|
Ande
|
Perú
|
6.425
|
Illampú
|
Ande
|
Bolivia
|
6.421
|
Auzangate
|
Ande
|
Perú
|
6.384
|
Illimani
|
Ande
|
Bolivia
|
6.322
|
Nevado Salcantay
|
Ande
|
Perú
|
6.271
|
Chimborazo
|
Ande
|
Ecuador
|
6.267
|
Cotopaxi
|
Ande
|
Ecuador
|
5.897
|
Cayambe
|
Ande
|
Ecuador
|
5.790
|
Nevado de Huila
|
Ande
|
Colombia
|
5.750
|
Cerro San Valentin
|
Ande
|
Patagonia
|
4.058
|
Tronodor
|
Ande
|
Patagonia
|
3.554
|
Pico de la Neblina
|
Massiccio della Guayana
|
Venezuela-Brasile-Guyana
|
3.014
|
AMERICA: CASCATE PRINCIPALI
|
Cascata
|
Fiume
|
Stato
|
Altezza (m)
|
Salto del Angel
|
Caroni
|
Venezuela
|
972
|
Yosemite
|
Yosemite Creek
|
California (USA)
|
739
|
Roraima
|
Aruparu
|
Guyana
|
457
|
Kaieteur
|
Potaro
|
Guyana
|
247
|
Guaira
|
Paraná
|
Brasile, Paraguay
|
117
|
Paulo Alfonso
|
São Francisco
|
Brasile
|
84
|
Niagara
|
Niagara
|
USA-Canada
|
49
|
ECONOMIA
A. Settentrionale - Fu all'epoca della
prima colonizzazione britannica che si crearono le premesse per l'ampio sviluppo
economico della regione, dovuto principalmente alla conquista e allo
sfruttamento di vasti territori ricchi di materie prime. A partire dai primi
decenni del XIX sec. nelle regioni settentrionali si creò una
società di tipo capitalistico-mercantile che, in virtù di ingenti
capitali e di grandi risorse di ogni genere, fu in grado di compiere notevoli
progressi tecnologici. L'economia si trasformò quindi da essenzialmente
agricolo-commerciale ad agricolo-industriale e permise la formazione di grandi
patrimoni personali e di gigantesche società monopolistiche. Entrata
presto in competizione con la produzione industriale europea, l'industria
nord-americana conquistò velocemente nuovi ampi mercati internazionali,
fino a ottenere il primato economico a livello mondiale. ║
Agricoltura: caratteristica principale dell'
A. Settentrionale
è la disponibilità di vastissimi spazi agricoli che, unita alle
diverse condizioni ambientali e climatiche, permette una notevole varietà
di colture. Originarie dell'
A. Settentrionale sono le coltivazioni di
tabacco, mais, pomodoro e patate. Grande sviluppo hanno ottenuto le colture
importate dall'Europa come il frumento, l'avena, lo zucchero. La parte
meridionale del subcontinente rappresenta ancora oggi una delle maggiori aree di
produzione del cotone. Notevoli sono anche la frutticoltura (pesche, mele,
olive, uva) e soprattutto l'agrumicoltura, praticata nelle aree irrigate della
regione del Pacifico. Detenendo ancora il primato mondiale della
produttività, l'agricoltura nord-americana si è andata
trasformando profondamente attraverso l'impiego di capitali e l'uso di alte
tecnologie sempre più specializzate, che però hanno avuto come
conseguenza negativa il drastico calo della popolazione agricola. Notevoli sono
anche le risorse forestali, soprattutto in Canada, che sono alla base di
importanti industrie del legno e della carta. ║
Allevamento: il
territorio dell'
A. Settentrionale presenta vastissime praterie, ideali
per gli animali da allevamento. Il patrimonio zootecnico dell'
A.
Settentrionale, infatti, è uno dei più ricchi del mondo e si
contraddistingue per l'alto grado di specializzazione. Nelle terre nordiche,
abitate dagli Eschimesi, è praticato l'allevamento di renne e di cani.
Anche la pesca (salmoni, merluzzo, aringhe, aragoste) riveste una certa
importanza, essendo legata a una rilevante attività industriale. ║
Industria: l'
A. del Nord può essere considerata la zona
più industrializzata del mondo. Un ruolo particolarmente importante
è svolto dalle industrie di trasformazione dei prodotti agricoli e
dell'allevamento. Negli Stati atlantici particolarmente attive sono le industrie
tessili (cotone, lana, seta) e quelle per la produzione del tabacco e della
carta. L'immenso patrimonio zootecnico è alla base del grande sviluppo di
industrie alimentari (latticini, carne conservata). Lungo le coste
settentrionali del Pacifico si è sviluppata soprattutto l'industria
conserviera, grazie alla forte pescosità delle acque. Imponenti complessi
siderurgici e metallurgici si trovano nelle terre appalachiane, lungo la
Cordigliera occidentale (produzione di acciaio). Nelle regioni artiche
l'abbondanza di castori, lontre, martore, visoni, volpi favorisce la lavorazione
delle pelli, che vengono esportate in tutto il mondo. Più recenti ma
ugualmente di alto livello tecnologico e di enorme rilevanza economica sono le
industrie dei settori informatico, automobilistico, aeronautico. ║
Risorse minerarie: costituiscono, forse, la più grande ricchezza
del continente nord-americano. I principali prodotti di estrazione sono: carbone
(i giacimenti più importanti si trovano nella regione appalachiana e in
alcune province occidentali del Canada), ferro (soprattutto nel territorio dei
Laghi Laurenziani), rame (in Arizona), zinco, nichel, piombo, argento, oro (in
Alaska, Canada, Colorado e California), amianto, bauxite, fosfati, nichelio,
stagno, zolfo (particolarmente nel Texas e nella Louisiana). Il petrolio viene
estratto nel Texas, nella California, nella Louisiana, nel Kansas,
nell'Oklahoma, nel Messico e sulle coste settentrionali dell'Alaska: gli Stati
Uniti sono il secondo produttore mondiale dopo i Paesi dell'ex Unione Sovietica,
ma ciò non è sufficiente a coprire il fabbisogno dell'industria
nord-americana. Infine, immenso è il patrimonio idroelettrico a
disposizione delle industrie, anche se finora è stato sfruttato solo in
minima parte. ║
Comunicazioni: la rete di comunicazioni
dell'
A. Settentrionale può essere definita imponente. Molto
sviluppata risulta la circolazione ferroviaria, che rappresenta l'asse
fondamentale delle comunicazioni. Numerose linee transcontinentali uniscono le
coste atlantica e pacifica, divenendo particolarmente fitte nelle zone
più industrializzate e più urbanizzate. Intenso è inoltre
il traffico aereo, grazie a una rete di linee che raggiunge i luoghi più
remoti. Una fittissima rete di strade, superstrade, autostrade, per un totale di
6.500.000 km, consente ogni tipo di collegamento via terra. Notevoli sono le
comunicazioni per via fluviale, rese possibili anche da una moderna rete di
canali. Lunghi tratti dei fiumi Yukon, Mackenzie, San Lorenzo, Hudson, Potomac,
Alabama e l'intero bacino del Mississippi sono navigabili. Le comunicazioni
marittime sono molto funzionali e tutti i porti (Montreal, Vancouver, Seattle,
New York, San Francisco, Baltimora, New Orleans, Tampico), se si escludono nel
periodo invernale quelli dell'Alaska e del Canada, garantiscono un imponente
movimento di merci. •
A. Centrale -
L'economia della zona centrale istmica e insulare del continente è
piuttosto povera. ║
Agricoltura: i prodotti principali sono
caffè, tabacco, canna da zucchero (base dell'economia delle isole),
banane, cacao, mais, manioca, patata dolce, frutti tropicali e semi oleosi. Gli
indici di produzione sono fra i maggiori del mondo; il sistema praticato
è generalmente quello intensivo. ║
Allevamento: poco
sviluppata è la pastorizia, quasi esclusivamente costituita da ovini e
caprini, soprattutto nelle regioni più settentrionali. ║
Industria: l'attività industriale è piuttosto scarsa e
arretrata, se si eccettuano la piccola industria manifatturiera e gli impianti
per la trasformazione dei prodotti agricoli. L'industria estrattiva fornisce
oro, argento, zinco e piombo, fin dal tempo dei
conquistadores. Si sono
molto sviluppate negli ultimi tempi le ricerche in campo petrolifero. ║
Comunicazioni: a una scarsa rete fluviale si aggiunge, nell'
A.
Centrale, un'altrettanto insufficiente rete stradale e ferroviaria. Più
agevoli risultano, tuttavia, le comunicazioni costiere e con le isole. Di
eccezionale importanza il canale di Panama, punto obbligato di passaggio tra
Atlantico e Pacifico. •
A. Meridionale -
A livello mondiale, l'economia dell'
A. Meridionale occupa un posto
intermedio tra le aree più industrializzate e quelle sottosviluppate.
Tratto caratteristico è la dipendenza dalle ex potenze coloniali e dagli
Stati Uniti che, a partire dall'Ottocento, si erano imposti come forza
trainante, soprattutto a livello economico, dell'intero continente. A ciò
va aggiunto il ruolo svolto dall'Inghilterra, vera potenza egemone fino agli
inizi del Novecento, che seppe sfruttare i Paesi latino-americani sia come
fornitori di materie prime che come consumatori di quegli stessi prodotti
lavorati. Oggi l'economia sud-americana, condizionata dalla massiccia presenza
di capitali statunitensi che hanno consentito la concentrazione della ricchezza
nelle mani di poche famiglie, stenta a decollare, nonostante gli sforzi attuati
da alcuni Governi. ║
Agricoltura: costituisce ancor oggi la base
economica dell'
A. Meridionale, assorbendo circa il 30% della popolazione
attiva. Sia per le condizioni ambientali e climatiche, sia per il persistere del
microfondo (terreno troppo piccolo e supersfruttato) e del latifondo (terreno
poco sfruttato e in genere specializzato in coltivazioni di tipo coloniale),
l'economia agricola è povera. La produzione principale è
costituita dal caffè e dal cacao; seguono tabacco, zucchero di canna,
cotone, banane, grano, manioca, patate dolci. Negli ultimi anni alle colture
tradizionali sono andate aggiungendosi quelle cerealicole, collegate a opere
idriche di sbarramento e di canalizzazione. Dalle foreste si ricavano resine e
gomme naturali. ║
Allevamento: costituisce parte integrante
dell'economia di alcune regioni (Pampas, Chaco, ecc.) e nelle vaste pianure del
bacino del Rio della Plata ha un forte sviluppo. Le steppe della Patagonia
costituiscono la zona principale dell'allevamento ovino, mentre i vasti
territori interni sono il dominio di quello bovino. Ne deriva una forte
esportazione di animali vivi o macellati e di prodotti derivati. ║
Industria: sull'attività industriale dell'
A. Meridionale
hanno avuto in passato, ed esercitano tuttora, grande peso gli investimenti
statunitensi che hanno condizionato e, in parte, frenato, un possibile sviluppo.
L'industria si basa essenzialmente sulla trasformazione dei prodotti agricoli e
tessili (zuccherifici, industria della lana e del cuoio). Un posto preminente
occupano i settori minerario e della raffinazione del petrolio, mentre
importanza sempre maggiore vanno assumendo i settori chimico, metallurgico e
meccanico (produzione di elettrodomestici, autoveicoli e macchine agricole). Si
aggiungono industrie locali, come quelle specializzate nella produzione dei
caratteristici
poncho. ║
Risorse minerarie: l'elemento
più importante in questo settore è il petrolio, estratto
soprattutto nelle zone costiere del Venezuela, nel Perù e in Argentina;
recentemente sono entrati in attività anche giacimenti amazzonici che in
passato non erano stati sfruttati per la loro posizione in luoghi difficilmente
raggiungibili. La zona mineraria più importante è quella andina.
Discreta è la produzione di ferro, povera quella di carbone. Rilevante
resta, invece, la produzione di bauxite, rame, argento, stagno, antimonio,
manganese. Infine, è enorme la potenzialità di energia
idroelettrica, finora utilizzata soltanto in minima parte. ║
Comunicazioni: la rete di comunicazioni del subcontinente meridionale
è carente, anche se si assiste a un graduale processo di ampliamento e
ammodernamento. Il settore più carente è quello ferroviario, che
presenta pochi raccordi continentali: si stanno però allestendo nuovi
progetti, come quello della linea venezuelana, che dovrebbe percorrere un
impervio territorio (700 km circa) collegando Caracas a Ciudad Guayana, nuovo
centro industriale. I trasporti aerei hanno un discreto sviluppo, mentre
insufficiente è la rete stradale.
PREISTORIA
Scarsi sono i resti archeologici risalenti alla
Preistoria rinvenuti in
A. Dall'analisi dei reperti alcuni studiosi hanno
ipotizzato, per l'
A. Settentrionale, l'esistenza di insediamenti
risalenti a 37.000-23.000 anni fa (altri studiosi, invece, collocano la
formazione dei primi insediamenti in un periodo compreso fra i 15.000 e i 10.000
anni fa). I primi popoli furono raccoglitori e cacciatori; in seguito i prodotti
agricoli acquisirono un'importanza crescente, come si desume dai resti di macine
e di vasi di terracotta per la conservazione dei raccolti. Nell'arco di alcuni
millenni vari gruppi culturali si succedettero tanto nell'
A.
Settentrionale quanto nell'
A. centro-meridionale. Fra questi, gli
Eschimesi e le altre popolazioni nordiche si dedicarono alla caccia delle
balene, gli Indiani delle praterie a quella delle renne selvatiche e dei
bisonti, mentre le popolazioni costiere divennero abili nella pesca.
L'agricoltura raggiunse un elevato livello di sviluppo sui vasti altopiani delle
Ande e del Messico; i prodotti tipici erano tabacco, mais, patate, cacao,
pomodori, ecc. Piuttosto arretrate erano la lavorazione dei metalli (come il
rame nella zona dei Grandi Laghi, l'oro e l'argento in Messico e nel territorio
andino, il bronzo nell'attuale Perù), le arti della ceramica e della
tessitura, che in Europa erano sorte fin dal Neolitico. Gli indumenti usati
nella zona centrale andina erano fatti in tessuto (
poncho), mentre nelle
zone più settentrionali gli indigeni erano soliti vestirsi di pelli
conciate e cucite. La capanna di pelli o di paglia era il tipo di abitazione
più diffuso in tutto il continente e le differenze si riducevano alla
pianta: quadrangolare al Nord, rotonda altrove. Sappiamo che in un periodo
successivo le popolazioni indiane delle praterie settentrionali erano dedite
alla caccia, si spostavano seguendo le mandrie e avevano adottato la tenda come
riparo adatto alla vita nomade; al contrario, le popolazioni stabili, insediate
sulla costa, erano dedite alla pesca e abitavano in villaggi in parte costruiti
con materiale edilizio. Nella regione messicana e centrale gli indigeni, molto
più progrediti, costruivano già case completamente in pietra;
abbastanza sviluppati erano anche l'attività commerciale e il traffico
fluviale e marittimo, quest'ultimo limitato alle zone costiere. Per quanto
riguarda l'organizzazione sociale, queste popolazioni adottarono diverse forme
di aggregazione; clan e nuclei patriarcali comprendevano generalmente più
famiglie, unite da vincoli di parentela. In un secondo momento si costituirono
nuclei molto più numerosi, le tribù, guidate da un unico capo;
presto la carica divenne ereditaria e ciò diede origine a vere e proprie
dinastie (tipiche quelle dell'
A. Centrale degli Aztechi e degli Incas).
Oltre a questo tipo di organizzazione sociale, erano molto frequenti i gruppi a
carattere religioso, il cui capo simbolico era il
totem. In genere, le
prime popolazioni furono caratterizzate da un forte sentimento religioso:
numerose erano le divinità adorate, identificate con animali, astri,
fenomeni naturali. Diffusa era la credenza negli spiriti del male, che solo lo
stregone, con vari riti, era capace di sconfiggere. Le forme esteriori del culto
erano molto primitive e si manifestavano con danze tribali, travestimenti,
sacrifici cruenti, molto spesso con vittime umane. La grande importanza assunta
in breve dalla religione creò presso alcuni popoli la necessità di
una classe sacerdotale che ne curasse il culto, e che non di rado divenne tanto
potente da ostacolare lo stesso potere politico. La profonda sensibilità
religiosa si manifestò anche nei campi artistico e architettonico che,
specialmente nella regione messicano-andina, raggiunse risultati notevoli con la
costruzione di grandiosi templi e di altri imponenti edifici. Nelle varie
manifestazioni delle civiltà indigene del continente americano si possono
individuare le influenze delle civiltà siberiana e oceanica, dalle quali
traggono origine rispettivamente le popolazioni del Nord e quelle del Sud. Non
si hanno, almeno finora, indizi sicuri che possano far presupporre l'esistenza
di una forma umana autoctona; sembra accertata, al contrario, l'ipotesi di un
passaggio di popolazioni dall'Asia all'
A. attraverso lo Stretto di
Bering. Costituisce, invece, ancora un problema la datazione di queste
migrazioni, avvenute probabilmente in ondate successive. Per decine di secoli il
continente americano rimase isolato: la sua entrata nel vivo della storia e
della civiltà mondiale risale al XVI sec. In alcune zone del continente,
nel frattempo, si erano sviluppate civiltà relativamente avanzate: i Maya
(Guatemala), gli Aztechi (Messico), gli Incas (Perù). Tuttavia, pur
avendo raggiunto risultati notevoli in campo sociale, politico, architettonico,
astronomico, i conquistatori europei non ebbero difficoltà a sconfiggere
queste popolazioni e a distruggere le civiltà da essi fondate.
Iniziò così una seconda fase nella storia del continente
americano.
STORIA
A. Settentrionale - Di sbarchi da parte di
Europei su territori americani, prima delle spedizioni di Colombo, si ha notizia
solo per quanto riguarda i Normanni che, già stanziati in Islanda,
giunsero verso il 900 sulle coste meridionali di una grande isola che chiamarono
Terra Verde (cioè Groenlandia), dove Erik il Rosso stabilì una
colonia. La tradizione islandese afferma che furono compiuti da questi coloni
viaggi verso il continente americano, in particolare verso il Labrador. A causa
dell'incertezza di tali precedenvi, si attribuisce a Colombo la vera e p2opria
scoperta del continente americano, il 12 ottobre 1492. Le prime esplorazioni
delle coste nord-americane furono guidate $a Sebastiano Caboto nel 1497 verso
l'isola Terranova, nel 1498 lungo le coste del Canada e della Nuova"Scozia e nel
1509 lung/ quelle del Labrador, fino al luogo dove sorge oggi New York. La
perlustrazione della costa, sia atlantica, sia pacifica (dopo la scoperta dello
Stretto di Magellano, nel 1520), proseguì con viaggi sempre più
frequenti da parte di navigatori di tutte le nazionalità: francesi, come
Juan Ponce de Léon, che nel 1513 scoprì ed esplorò la
Florida, Jacques Cartier che in tre spedizioni, dal 1534 al 1541, risalì
il fiume San Lorenzo fino all'odierna Montréal; spagnoli, come Alfonso
Alvares de Pineda, che giunse alle foci del Mississippi, e molti altri fra cui
Juan de Fuca, che diede il nome allo stretto da lui scoperto; italiani, come
Giovanni da Verrazzano, che in particolare viaggiò attraverso la Carolina
e la regione dell'Hudson, o come Alessandro Malaspina, esploratore delle coste
dell'Alaska e dello stretto che prende il nome del danese Bering; infine
inglesi, come James Cook ed Henry Hudson, che per primo giunse nella baia
omonima. Il cosiddetto passaggio a Nord-Ovest tra l'Atlantico e il Pacifico
restò invece inviolato fino al 1905, anno in cui Roald Amundsen
riuscì a portare a termine per la prima volta, affrontando tre inverni
polari, la traversata dalla Baia di Baffin allo Stretto di Bering. La prima
penetrazione dell'interno nord-americano fu intrapresa, intorno al 1540, dagli
Spagnoli con F. Vásquez Coronado, H. de Soto e Lopez de Cardenas, che si
spinsero nelle valli dei fiumi Arkansas e Tennessee e nella zona dei grandi
canyon. Tuttavia, poiché le nuove terre non si erano rivelate
particolarmente ricche né di oro né di metalli preziosi, gli
Spagnoli abbandonarono le esplorazioni verso l'interno, anche se, soprattutto in
California, rimasero le numerose missioni cattoliche: i missionari percorsero
per decenni le terre tra le Montagne Rocciose e il Pacifico, fondando anche
città come San Diego (1769) e San Francisco (1776). L'
A.
Settentrionale rimase così aperta, sul principio del 1600, alla
penetrazione di Inglesi e Francesi. I primi si stanziarono sul versante
orientale dei monti Appalachi (la prima colonia inglese fu la Virginia, fondata
da W. Raleigh; all'epoca della guerra d'Indipendenza, le colonie erano tredici
in tutto); i secondi occuparono la regione del Québec fino ai Grandi
Laghi, che oggi segnano il confine tra Canada e Stati Uniti, lungo il corso del
fiume Ottawa. Da qui partirono poi verso Sud e verso Ovest numerosi esploratori:
Jolliet e padre Marquette discesero il Mississippi, la cui foce fu raggiunta nel
1682 da Cavelier de La Salle; a Occidente Gaultier de la Vérendrye
riconobbe il Missouri e lo risalì giungendo fino ai piedi delle Montagne
Rocciose. Tuttavia fu scarso il popolamento delle colonie da parte dei Francesi,
mentre il numero degli Inglesi diveniva sempre più alto: le colonie
rappresentarono infatti una vera patria per chi aveva abbandonato l'Inghilterra
per motivi religiosi ed in esse si cercarono di realizzare principi di
libertà religiosa e politica, che sempre rimasero un'aspirazione delle
nuove popolazioni. Questi pionieri si dedicarono soprattutto all'agricoltura,
mantenendo rapporti di tipo commerciale e politico con la madrepatria, ma
improntando economia e vita interna delle colonie a una sempre maggiore
autonomia e libertà. Gli insediamenti francesi, al contrario, furono
retti con gli stessi sistemi autoritari e assolutistici della madrepatria.
L'elemento anglosassone (in virtù anche della forte spinta
espansionistica) finì col prevalere su quello francese fino a
sopraffarlo, in campo economico prima (commercio delle pelli e dei metalli
preziosi) e in quello politico poi. La diminuzione dell'appoggio militare da
parte della Francia impedì ai suoi coloni di sostenere la pressione
esercitata dagli Inglesi, affacciatisi nella valle del Mississippi, di modo che
la presenza francese si ridimensionò sia territorialmente, ritirandosi
sempre più verso il Canada, che numericamente. Nelle guerre coloniali
scoppiate in coincidenza con la guerra dei Sette anni in Europa, le forze
francesi furono definitivamente sconfitte anche per l'apporto dato alla lotta
dai coloni inglesi, cui molto premeva spezzare l'arco di occupazione francese
che, dalla Louisiana al Canada, li costringeva fra l'Atlantico e i monti. La
Pace di Parigi del 1763 sancì la cessione del Canada all'Inghilterra e
della Louisiana alla Spagna da parte della Francia, cui rimase solo un piccolo
stanziamento nel Québec, primo centro coloniale. Nel corso del XVIII
sec., l'esplorazione e la penetrazione nelle regioni del Nord-Ovest
continuò incessantemente, culminando nelle imprese di Mackenzie che nel
1789 trovò e seguì fino alla foce l'emissario del Grande Lago
degli Schiavi, del Grande Lago degli Orsi e del Lago Athabaska, che da lui prese
poi nome; nel 1793 egli superò le Montagne Rocciose seguendo il corso di
alcuni fiumi. In seguito alla vittoria contro i Francesi si acuirono i motivi di
attrito tra Londra e le colonie circa lo sfruttamento delle nuove terre
conquistate, la riduzione delle tasse e la liberalizzazione economica. I
contrasti sfociarono in un conflitto armato, dopo la cruenta repressione
inglese, nel 1773, di un tentativo di boicottaggio economico operato a Boston.
Il 4 luglio 1776 le colonie proclamarono l'indipendenza, con il nome di Stati
Uniti. In seguito alle vittorie militari di Saratoga (1777) e Yorktown (1781),
si arrivò nel 1783 alla Pace di Parigi, in cui si stabilì
l'indipendenza degli Stati Uniti (comprendenti le tredici colonie originarie e i
territori ad Ovest di esse fino al Mississippi) e la loro piena
sovranità. Il Canada rimase invece sotto la Corona inglese, svincolandosi
tuttavia progressivamente dal potere centrale, con la costituzione di un proprio
Governo, di proprie forze armate e di una amministrazione autonoma. Durante i
primi tempi dell'indipendenza, la politica degli Stati Uniti fu attenta
soprattutto a problemi interni, quali la forte immigrazione dall'Europa e
l'espansione territoriale in direzione di vaste regioni. La piena conoscenza del
subcontinente non fu raggiunta, infatti, che nel XIX sec., quando le
esplorazioni si identificarono con l'avanzata verso Ovest dei pionieri e dei
soldati e numerose spedizioni furono promosse direttamente dal Governo federale
degli Stati Uniti, anche in funzione della costruzione di grandi vie di
comunicazione da una costa all'altra. Infatti a metà dell'Ottocento gli
Stati Uniti si erano già estesi fino alla costa del Pacifico, sottraendo
alla Francia la Louisiana (che le era stata restituita) e alla Spagna la
Florida, il Texas, la California. Si trattò a volte di conquiste
militari, a volte di cessioni dietro contropartita economica, a volte di
autonome annessioni agli Stati Uniti da parte dei territori stessi. Nel 1861
scoppiò la guerra di Secessione, combattuta dagli Stati dell'Unione a
Nord e quelli della Confederazione a Sud; causata dalla questione dello
schiavismo, si concluse con la vittoria degli Stati nordisti. Nel 1867 fu
acquistato l'Alaska dalla Russia, primo Stato incorporato nella federazione al
di là della continuità territoriale. Nel 1823 l'enunciazione della
dottrina di Monroe aveva avviato in politica estera da una parte un processo di
isolazionismo degli Stati Uniti nei confronti dell'Europa, dall'altra una
politica di coinvolgimento e tutela nei confronti dell'
A. Meridionale e
Centrale. Gli Stati Uniti cominciarono a proporsi nel ruolo di Nazione-guida
degli altri Stati americani, secondo il motto "l'
A. agli Americani",
disinnescando così il dominio secolare dell'Europa, sostenendo le varie
lotte d'indipendenza e contrastando l'immagine del continente come terra aperta
a continue colonizzazioni. L'indirizzo fondamentale della politica estera degli
Stati Uniti rimase, fino alla prima guerra mondiale, l'isolazionismo nei
confronti dell'Europa, soprattutto durante il periodo del cosiddetto
big
stick, sotto il Governo di Roosevelt, anni in cui, d'altra parte, si
portarono a compimento l'occupazione militare del Nicaragua, di Santo Domingo e
di Haiti. Fu solo l'inattesa dimensione assunta dal primo conflitto mondiale che
provocò un momentaneo abbandono di questa linea politica con l'entrata in
guerra degli Stati Uniti a fianco dell'Intesa nel 1917. Il determinante
contributo dato alla vittoria degli Alleati, che affermò definitivamente
gli Stati Uniti sulla scena politica mondiale come nuova grande potenza,
sembrò favorire una stagione di maggior apertura nel primo dopoguerra, ma
il fallimento della politica internazionalista di Wilson provocò un nuovo
periodo di isolamento statunitense dalle vicende politiche d'oltreoceano. In
quegli anni aumentò invece il potenziale economico-industriale della
Federazione, che subì tuttavia un parziale ridimensionamento con il
crollo di Wall Street del 1929. Il Canada divenne indipendente dalla Corona
britannica nel 1931, avviandosi alla conquista di ruoli internazionali di primo
piano sia economicamente sia politicamente. Estranei, almeno formalmente, alla
prima fase europea del secondo conflitto mondiale, gli Stati Uniti entrarono in
guerra solo dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbour (dicembre 1941), assumendo
la guida dell'alleanza contro le potenze tedesca e giapponese. La fine del
conflitto e la vittoria ottenuta segnarono l'abbandono dell'isolazionismo. I
decenni della "guerra fredda" e della deterrenza nucleare videro gli Stati Uniti
affermarsi come Paese-guida della contrapposizione anche ideologica col mondo
sovietico e comunista, di fatto terminata solo col crollo dei regimi comunisti
del 1989. Negli anni Novanta, la disgregazione dell'Unione Sovietica
modificò radicalmente l'assetto dei rapporti internazionali, tanto che il
dialogo, con l'URSS prima e la Russia poi, arrivò a definire accordi non
solo di disarmo e distensione militare ma anche economici, con programmi di
sostegno e di apertura di mercato. Per la storia dagli anni Novanta
V. i singoli Stati.
•
A. centro-meridionale - Nell'
A.
Centrale e Meridionale il processo di esplorazione sia della regione costiera
sia dell'interno fu, dapprima, assai più rapido che nel Nord. Già
durante il suo terzo e quarto viaggio (1498-1504) Colombo, e come lui in seguito
Vincente Pinzon e Juan Diaz de Solis, aveva esplorato una vasta porzione della
costa atlantica centro-americana e aveva toccato a Sud l'odierno Venezuela, alla
ricerca di un passaggio che portasse a Ovest. Partendo dall'attuale Guayana
Francese, Amerigo Vespucci condusse nel 1500 una spedizione lungo le coste del
Brasile, fino alla foce del Rio delle Amazzoni e poi fino a Capo San Rocco,
stabilendo l'orientamento Est-Sud-Est delle nuove terre ed intuendo per primo
che esse non erano parte dell'Asia, come riteneva Colombo, ma un nuovo
continente. Nel 1513 lo spagnolo Vasco Nuñez de Balboa attraversò
l'Istmo di Darien, presso l'odierna Panama, e accertò la presenza di un
oceano prima sconosciuto che chiamò Mare del Sud. Nel 1516 Diaz de Solis
navigò la costa atlantica verso Sud sino all'estuario del Rio della
Plata. Ferdinando Magellano nell'inverno 1520-21, avendo scoperto e attraversato
lo stretto che da lui prese il nome, fu il primo europeo a navigare lungo la
costa pacifica del Sud-America, risalendola sino alla zona dove oggi sorge
Valparaiso. La Terra del Fuoco fu aggirata solo nel 1616 da due Olandesi,
Schouten e Lemaire, che cercavano una via meno rischiosa dello stretto. Il primo
rilevamento dettagliato delle coste sud-occidentali fu opera di Alonso de
Camargo, che dallo Stretto di Magellano risalì il continente fino al
Perù, concludendo il suo viaggio nel 1540. L'interno fu rapidamente
esplorato da successive spedizioni di
conquistadores: Cortés
avanzò in Messico, Pizarro conquistò il Perù, Almagro la
Bolivia, Quesada la Colombia. Nel 1540 Pedro de Valdivia, un luogotenente di
Pizarro, percorse l'attuale territorio cileno e quattro anni dopo Francisco de
Orellana attraversò tutto il continente dal Pacifico all'Atlantico, lungo
la via fluviale Marañón-Rio delle Amazzoni. Più a Sud
Sebastiano Caboto esplorò la regione del Rio della Plata, risalendo il
Paranà e il Paraguay: l'impresa, continuata poi da Pedro de Mendoza e
Juan de Ayolas, fu portata a termine da Domingo Martinez de Irale nel 1548. La
prima spedizione a scopo scientifico fu quella dei francesi Bourguer e La
Condamine, inviati nell'Ecuador alla fine del XVIII sec. per la determinazione
dell'arco di meridiano. Tuttavia, l'epoca della vera esplorazione scientifica
iniziò solamente nel secolo successivo, aperta dal viaggio di Alexander
Von Humboldt e di A. Bonpland, che dal 1799 al 1804 batterono la zona andina
centro-settentrionale. Dopo di loro numerosi scienziati si recarono specialmente
nell'Amazzonia e nel Mato Grosso; fra essi, numerosi gli Italiani come Boggiani,
Codazzi, Descalzi, Osculati e Raimondi. Nell'
A. centro-meridionale si
costituirono i domini coloniali degli Spagnoli e dei Portoghesi. I loro confini
furono definiti in anticipo con gli accordi di Tordesillas nel 1494, con i quali
fu fissata una linea longitudinale (la
raya divisoria) a circa 370 miglia
a Ovest delle Azzorre: a Est di questa linea ideale si sarebbe estesa la zona di
influenza portoghese, coincidente poi nella realtà con il Brasile
scoperto dal portoghese Pedro Alvarez Cabral, mentre l'Occidente sarebbe stato
zona di influenza spagnola, organizzata poi in Nuova Spagna (Messico) e
Perù (territori dell'
A. Meridionale, poi variamente suddivisi
amministrativamente). L'intento spagnolo, come quello portoghese, non fu quello
di una colonizzazione in senso proprio né organico, ma piuttosto quello
di un puro sfruttamento del territorio e delle popolazioni indigene. I nuovi
padroni privarono queste terre delle loro ricchezze, oro e argento, e poi
cominciarono a sfruttare e commerciare i loro prodotti naturali e agricoli. Gli
Indios, ai quali si impose una conversione più o meno forzata alla
fede cattolica, vennero costretti a prestazioni lavorative come pagamento di
tributi ai conquistatori. Solo l'introduzione di schiavi negri e la predicazione
di uomini come padre Bartolomé de Las Casas salvarono le popolazioni
indigene dal totale genocidio. Un leggero miglioramento della loro condizione si
verificò con le leggi del 1542, in base alle quali essi divennero liberi
vassalli della Corona e furono istituite zone protette (
reducciones),
entro le quali non era consentito catturare schiavi. I due vicereami dell'Impero
coloniale spagnolo, la Nuova Spagna (1535) e il Perù (1542), furono
aumentati a quattro con l'istituzione della Nuova Granata (1718) e di La Plata
(1776). L'autorità centrale amministrativa, giudiziaria ed ecclesiastica
era rappresentata dal Consejo de Indias con sede a Siviglia. L'Impero portoghese
era organizzato invece in un unico governatorato con centro decisionale a Bahia,
in Brasile. Tra la fine del XVI sec. e l'inizio del XVII sec. il dominio
coloniale portoghese passò sotto la Corona spagnola, in seguito alla
temporanea unione di Portogallo e Spagna: a partire da tale epoca il monopolio
economico spagnolo si consolidò ulteriormente. Nell'
A. Latina la
lotta per l'indipendenza fu assai più lunga che nel Nord. Il declino
della potenza spagnola e l'impoverimento delle risorse minerarie del Paese
spinsero i coloni creoli a ribellarsi alla madrepatria, anche a causa delle
restrizioni economiche operate soprattutto in campo agricolo. Accanto ad essi si
schierarono anche uomini di cultura, formati dalle nuove idee dell'Illuminismo,
i cosiddetti
Amigos del país, che favorirono la promulgazione di
alcune riforme. La popolazione india e di sangue misto cominciò solo nel
XVIII sec. ad avere consapevolezza della propria forza e del proprio diritto e a
considerare quindi gli Spagnoli come usurpatori. Si giunse così
lentamente ma irreversibilmente, verso la fine del Settecento, alla nascita di
numerosi movimenti di guerriglia finalizzati alla liberazione dei territori
sud-americani dalle potenze coloniali. In questo clima all'inizio del XIX sec.,
approfittando dell'occupazione napoleonica della penisola iberica, i Paesi
latino-americani abbatterono i regimi coloniali. A guida di questo movimento
rivoluzionario, che coinvolse quasi interamente l'
A. Meridionale, furono
Simon Bolivar e José de San Martin. Il primo fra il 1817 e il 1820
liberò il Vicereame di Nuova Granata (Venezuela, Colombia, Ecuador); il
secondo, partendo dall'Argentina e dal Paraguay (dichiaratisi indipendenti
rispettivamente nel 1811 e nel 1816), attraversò le Ande nel 1817-18 e
liberò il Cile. Nel 1821 con una manovra combinata, Bolivar da Nord e de
San Martin dal mare, attaccarono e liberarono il Perù. Nello stesso anno
il colonnello Agustin de Iturbide proclamò l'indipendenza della Nuova
Spagna (Messico), mentre il Brasile si staccò pacificamente dalla
madrepatria. Nel 1824 le forze nuovamente coalizzate di Bolivar e de San Martin
affrontarono e vinsero l'ultima resistenza spagnola nelle battaglie di Junin e
Ayacucho. Al contrario di quanto avvenne nel Nord-America, però, il
processo di indipendenza non si concluse con la costituzione di un unico grande
Stato, ma con la frammentazione dell'ex Impero coloniale spagnolo in un gran
numero di Stati, spesso in lotta fra loro per questioni territoriali e minati
all'interno da instabilità politica e forti tensioni etnico-sociali.
Già nel 1825 la Bolivia aveva dichiarato la propria secessione dal
Perù e l'anno seguente il Congresso di Città di Panama vide
fallire il progetto di una grande Federazione sud-americana, di cui Bolivar fu
il più convinto sostenitore. Nel 1828 l'Uruguay, in seguito a una guerra,
si staccò dal Brasile e nel 1830 la Grande Colombia si frazionò in
Ecuador, Venezuela e Colombia. Nell'
A. Centrale le vicende politiche
ebbero uguale corso: nel 1823 le regioni meridionali della ex Nuova Spagna si
staccarono dal Messico dando vita alle Province Unite dell'
A. Centrale;
la Federazione sopravvisse solo fino al 1839, quando si suddivise ulteriormente
in nuovi Stati indipendenti (Guatemala, Honduras, El Salvador, Nicaragua,
Costarica). Poiché le nuove entità statali latino-americane
mancavano di esperienza politica e di una reale cultura democratica e
libertaria, e al loro interno perdurava una generale confusione, prese forma
assai presto il fenomeno dei
caudillos, uomini politici o militari che
giungevano al potere adottando sistematicamente l'espediente del colpo di Stato
e governavano secondo metodi autoritari. Ciò non solo impedì ai
Paesi latino-americani di crescere economicamente e di risolvere le
contraddizioni sociali, ma favorì anche ingerenze esterne, sia degli
Stati Uniti sia di altre Nazioni europee. Tali ingerenze diedero vita anche a
paradossali avventure, come quella di Massimiliano d'Asburgo che, divenuto
imperatore del Messico nel 1864 con l'aiuto delle armi francesi, venne fucilato
nel 1867 dal capo del movimento repubblicano, Juarez. Solo verso la fine del
secolo alcuni Paesi (Argentina, Uruguay, Brasile, Cile), grazie all'immigrazione
europea e a serie riforme, conobbero un'apprezzabile crescita economica. Durante
i primi anni del Novecento l'ingerenza degli Stati Uniti (soprattutto in
Venezuela, Colombia, Messico) si fece ancora più marcata e fu sancita
dalla creazione nel 1910 dell'Unione Panamericana. Solo in Messico, dopo la
rivoluzione del 1911, si raggiunse la stabilità politica e fu avviato un
progetto di radicali riforme. Nel periodo tra le due guerre, in concomitanza con
la grave crisi economica del 1929-31, gli Stati Uniti abbandonarono la politica
di intervento diretto, sostituendola con una strategia di penetrazione economica
(Conferenza di Montevideo, 1932). Gli Stati latino-americani reagirono tentando
di assumere un orientamento politico unitario, culminato con la fondazione
dell'OSA (Organizzazione degli Stati Americani) nel 1948. Non mancarono, nel
sub-continente, anche esempi di regimi a carattere dittatoriale-nazionalista
(come il peronismo in Argentina o il regime di Getulio Vargas in Brasile), che
tentarono la modernizzazione industriale e l'affrancamento dal potere economico
degli Stati Uniti. Nel 1959, in seguito a una rivoluzione, si instaurò a
Cuba il primo regime comunista dell'
A. Meridionale, sotto la guida di
Fidel Castro. La presenza di tale regime e lo stanziamento di forze militari
sovietiche nell'isola ebbe come conseguenza diretta in tutto il continente
sud-americano una serie di tentativi rivoluzionari di ispirazione marxista. Gli
Stati Uniti promossero in un primo tempo l'Alleanza per il Progresso (1961), poi
tentarono di contrastare il diffondersi dell'ideologia comunista appoggiando
vari regimi dittatoriali, come quello di Pinochet in Cile, insediatosi dopo un
sanguinoso colpo di Stato. Nonostante ciò, nel 1979 si verificò in
Nicaragua l'ascesa al potere, attraverso libere elezioni, di un partito
marxista, quello sandinista, che dovette però abbandonare alla successiva
tornata elettorale. Durante la prima metà degli anni Ottanta vari Stati
adottarono un regime democratico, come l'Ecuador (1980), la Bolivia (1982),
l'Uruguay (1984), il Brasile e il Perù (1985). In Argentina la giunta
militare, screditata da una disastrosa guerra contro la Gran Bretagna,
abbandonò il potere nel 1983. Gli ultimi a raggiungere, almeno
formalmente, un sistema democratico furono il Paraguay (1989) e il Cile (1990).
Non mancarono interventi armati degli Stati Uniti per rovesciare regimi
dittatoriali sia di destra che di sinistra, come a Grenada (1983) e Panama
(1989). In tutto il subcontinente meridionale le tensioni sociali e politico
sono tuttora alte, a causa di un mancato sviluppo economico e di un pesante
debito estero che affligge tutti i Paesi sud-americani. Per la storia dagli anni
Novanta in poi V. I SINGOLI STATI.
Tappe dell'esplorazione del continente americano
|
Fine X sec.
|
Spedizione vichinga di Erik il Rosso in
Groenlandia e nell'America settentrionale (Labrador e Terranova). Il
racconto della spedizione è tramandato da antiche saghe islandesi, ma non
è altrimenti documentata
|
12 ott. 1492
|
Cristoforo Colombo approda a San Salvador
(Antille)
|
1493-1504
|
Cristoforo Colombo esplora Cuba, Haiti,
Dominica, Guadalupa, Martinica, Portorico, Giamaica, Trinidad
|
1497-98
|
Giovanni Caboto sbarca sull'isola di
Terranova, sulle coste del Canada e della Nuova Scozia giungendo a Capo
Cod
|
1499-1502
|
Amerigo Vespucci costeggia il Brasile,
raggiunge la foce del Rio delle Amazzoni e si spinge fino a Capo San Rocco. Da
qui, verso Nord, costeggia il Venezuela e la Colombia fino al golfo di
Maracaibo
|
1500
|
Pedro Alvarez Cabral raggiunge il
Brasile
|
1508-09
|
Juan Díaz de Solís e Vincente Y.
Pínzon giungono in Honduras e costeggiano la costa orientale dello
Yucatan Sebastiano Caboto raggiunge il
Labrador e le coste nord-orientali degli Stati Uniti
|
1513
|
Juan Ponce de León scopre la
Florida Vasco Nuñez de
Bálboa risale il Río Atrato e raggiunge per primo l'Oceano
Pacifico
|
1515-16
|
Juan Díaz de Solís raggiunge
l'estuario del Río de la Plata
|
1519
|
Juan de Grijalva giunge alla foce del
Río Pánuco Alfonso Alvarez
de Pineda riconosce le foci del Mississippi Hernán Cortés
conquista il Messico
|
1520
|
Ferdinando Magellano circumnavigava il
Continente, scoprendo lo stretto a cui dà il suo nome
|
1524
|
Giovanni da Verrazzano costeggia
l'attuale Carolina fino alla Nuova Scozia, esplorando la foce del fiume
Hudson
|
1527-29
|
Sebastiano Caboto risale il fiume Paraná
fino alla confluenza col Pilcamayo
|
1540-42
|
Francisco Vázquez de Coronado, partendo
dal Messico, raggiunge il Grand Canyon del
Colorado Francisco de Orellana raggiunge
il Rio delle Amazzoni, che naviga fino alla foce
|
1541
|
Jacques Cartier risale il fiume Lorenzo e
giunge a Montréal
|
1592
|
Juan de Fuca scopre lo stretto che porta il suo
nome
|
1608-16
|
Samuel Champlain prosegue l'esplorazione
del Canada e raggiunge i laghi Ontario e Huron
|
1616
|
Gli olandesi Schouten e Lemaire doppiano capo
Horn
|
1731-40
|
Pierre Gualtier de la Vérendrye scopre i
laghi Woods e Winnipeg
|
1770-71
|
Samuel Hearne, partendo dalla baia di Hudson,
discende il fiume Coppermine fino al Mare Artico
|
1793
|
A. Mackenzie, partendo dal lago Athabasca,
valica le Montagne Rocciose e raggiunge il Pacifico lungo il corso del fiume
Frazer
|
1804-06
|
Lewis e Clark risalgono il Missouri, valicano
le Montagne Rocciose e raggiungono il Pacifico
|
1843-46
|
François de Castelnan compie la
traversata da Rio de Janeiro a Lima, tornando all'Atlantico attraverso il
Rio delle Amazzoni
|
1869-70
|
Musters esplora la Patagonia
|
1903-05
|
Roald Amundsen percorre interamente il
passaggio di Nord-Ovest, collegando l'Atlantico al Pacifico attraverso
l'Arcipelago Artico Americano
|
ANTROPOLOGIA
I primi esploratori del
continente americano, credendo di aver raggiunto l'Asia, battezzarono il nuovo
Paese con il nome di Indie Occidentali, e gli abitanti Indiani. Il termine
è poi rimasto di uso corrente, ma per non generare confusione si è
preferito in seguito chiamarli Indiani d'
A. o
Americani. Attualmente il termine
Indiani viene utilizzato per designare
le popolazioni indigene dell'
A. Settentrionale, il termine
Indios
per indicare i gruppi autoctoni dell'
A. centro-meridionale, il nome
generico di
Amerindi per designare qualunque popolazione originaria del
continente americano. Gli indigeni d'
A. presentano elementi somatici che
li collegano alla razza mongolica (colore giallastro-bruno della pelle, capelli
neri lisci) e alla razza caucasica (capelli ricci e naso irregolare). Tuttavia,
non si riscontrano nei caratteri somatici dell'uomo americano
particolarità uniformi e costanti: il tipo americano è misto,
derivato dall'unione di numerosi tipi etnici e gruppi arcaici. Fanno eccezione
gli Eschimesi, abitanti delle zone artiche del continente, che mostrano
chiaramente la loro origine mongolica. In ogni regione si riscontrano
caratteristiche somatiche particolari, che danno luogo a numerosi nuclei
regionali (andino, patagonico, ecc.); queste variazioni risalgono all'epoca del
popolamento del continente (il Pleistocene Superiore), ma derivano anche dalle
condizioni ambientali e dal tipo di vita proprio di tali popolazioni. Si ritiene
che il popolamento dell'
A. sia avvenuto per ondate successive, a
cominciare da gruppi provenienti dalle isole della Melanesia, che si
installarono nel Sud del continente, fino ai gruppi mongolici e di tipo europeo,
che si stabilirono nelle zone temperate e artiche. Le popolazioni del continente
americano sono tradizionalmente divise in: Eschimidi, abitanti le regioni
dell'estremo Nord; Columbidi, Planidi, Sonoridi e Appalacidi, stabilitisi nella
fascia temperata; Istmidi, nell'istmo che congiunge la parte settentrionale a
quella meridionale del continente; Amazzonidi, Landidi, Lagidi e Fuegidi,
diffusi nell'
A. Meridionale. Nonostante il numero di gruppi etnici, la
popolazione alla fine del XV sec. non raggiungeva che poche decine di milioni di
abitanti, numero che diminuì ulteriormente a causa delle stragi compiute
dai primi esploratori. Secondo stime recenti, infatti, prima dell'arrivo dei
bianchi gli Indiani contavano oltre 5.000.000 di individui, mentre gli Indios
superavano i 12.000.000 individui. All'inizio del nostro secolo gli Indiani
erano ridotti a circa 350.000 individui, mentre nei primi anni Novanta ne sono
stati censiti 1.800.000. Essi sono stanziati in riserve o in zone boscose del
Nord-Ovest, dove continuano a praticare la caccia. La grande massa della
popolazione americana, invece, è formata da elementi di origine europea,
specialmente anglosassoni, che costituiscono circa i due terzi degli abitanti;
all'inizio il popolamento da parte degli Europei fu lento, ma successivamente fu
incrementato e favorito soprattutto da motivi economici. Numerosi sono i
discendenti degli schiavi negri affrancati al tempo della guerra civile e i
mulatti nati dai matrimoni misti. Infine, un elemento determinante è
stato il fenomeno dell'immigrazione europea, dal XIX sec. fino ai nostri giorni,
che ha superato abbondantemente i 40 milioni di individui, provenienti
soprattutto dall'Irlanda (dopo il 1830) e dall'Italia (particolarmente
dall'inizio del Novecento in poi). La percentuale di indigeni stanziati nella
parte meridionale del continente risulta molto più alta rispetto a quella
stabilitasi nel Nord: si tratta soprattutto di gruppi etnici autonomi, che
posero la loro dimora nelle foreste amazzoniche e sugli altopiani andini, luoghi
impervi che impedirono l'immigrazione, consentendo quindi la conservazione dei
caratteri originari. Invece, nelle zone più simili quanto a clima a
quelle europee, cioè sulle coste oceaniche e nelle regioni più
meridionali come Brasile, Argentina, Cile, l'immigrazione trovò
condizioni più favorevoli. Le basi della prima organizzazione
territoriale furono create dai colonizzatori spagnoli sul lato del Pacifico; la
creazione dei centri atlantici fu più tarda e iniziò con la
costruzione dei primi centri portuali da parte dei Portoghesi. In questo periodo
si ebbe una fortissima diminuzione di abitanti autoctoni, dovuta non solo alle
stragi compiute dai bianchi, ma anche al lavoro estremamente faticoso a cui essi
venivano sottoposti. I bianchi stanziati nell'
A. latina sono soprattutto
di origine spagnola e di religione cattolica; il loro atteggiamento tollerante
nei confronti degli indigeni portò alla nascita di un numero elevato di
gruppi misti e di meticci i quali, mentre nelle zone occidentali vennero a
costituire una classe dominante, in quelle orientali furono subordinati agli
indigeni. Dalla fusione dei negri, introdotti con la schiavitù, con gli
indigeni nacque un nuovo gruppo. Il numero di immigrati che si sono stanziati
nell'
A. Meridionale dal XIX sec. a oggi supera i 15 milioni di elementi:
le prime ondate migratorie furono di provenienza spagnola, tuttavia nel XX sec.
forte è stata anche l'immigrazione italiana (soprattutto nel Brasile e in
Argentina). ║
Distribuzione della popolazione: il popolamento del
continente americano ha avuto come caratteristica principale quella
dell'adattamento dei colonizzatori all'ambiente, di volta in volta suggerito
dalle esigenze economiche e commerciali; inoltre, hanno avuto un ruolo
fondamentale l'ampiezza dei territori man mano occupati e la varietà
delle popolazioni giunte in
A. Per quanto riguarda il continente
nord-americano, la parte che per prima fu colonizzata fu ovviamente la sponda
atlantica, dato il diretto collegamento con l'Europa. Questa zona offriva,
inoltre, un clima simile a quello europeo, territori fertili, ricchezza di
minerali e sicurezza dei porti naturali. Ancora oggi questa regione raccoglie
quasi la metà della popolazione nord-americana, raggiungendo alte
densità (su vaste zone si ha una densità media di 200 ab./kmq),
proprio come ai tempi dei primi coloni. Altre zone fittamente popolate sono la
California e i territori nelle vicinanze del Golfo del Messico. Il resto
dell'
A. Settentrionale presenta una popolazione piuttosto scarsa se
raffrontata con la vastità dei territori: si tratta di zone
essenzialmente agricole, se non addirittura montuose (le Montagne Rocciose).
Nell'
A. Settentrionale fortemente sviluppato è il fenomeno
dell'urbanesimo: circa il 70% della popolazione vive in città enormi, con
molti milioni di abitanti. New York è una delle più vaste
metropoli del mondo, ma si possono ricordare anche Chicago, Toronto, Boston,
Filadelfia, San Francisco, Los Angeles, Houston. Per quanto riguarda l'
A.
centro-meridionale, il tratto demografico più evidente è
costituito dall'elevato tasso di incremento della popolazione, dovuto alla
natalità. Le aree più densamente popolate sono la regione
platense, la costa brasiliana e quella venezuelana, la regione intorno a
Santiago. In regioni come quella amazzonica la popolazione è invece assai
scarsa (meno di 1 ab./kmq). Nel complesso, più della metà degli
individui vive in villaggi e nelle campagne, ma anche qui è molto
sviluppato l'urbanesimo. Le grandi città, nate ai tempi della
colonizzazione, si sono sviluppate in rapporto all'attività
dell'entroterra (per esempio, Buenos Aires alla sbocco delle ricche regioni
dette pampas), e oggi continuano a registrare crescite vertiginose. Si pongono
ormai gravi problemi legati alle secolari contraddizioni sociali che da sempre
hanno caratterizzato l'
A. Meridionale: ai margini di queste città,
dotate spesso di centri vivaci e modernissimi, sorgono migliaia di casupole e
tuguri, le
favelas, che ospitano milioni di persone in condizioni di vita
disumane. Le maggiori città latino-americane sono Buenos Aires, Caracas,
Lima, Rio de Janeiro, San Paolo, ma nell'insieme i centri che contano milioni di
abitanti sono trenta.
"Relazione di viaggio: "Chavén de Huantar" di Felice Bellotti
LINGUA
Varie fonti ci danno notizie di molte lingue ora
estinte da aggiungersi a quelle tuttora parlate. La scomparsa di tali lingue
è da attribuirsi al diffondersi di quelle europee e di altre indigene.
Nelle lingue attualmente parlate nel continente americano si notano due processi
caratteristici: la
polisintesi e l'
incorporazione. La prima
è caratterizzata dall'unione in un unico sostantivo di numerosi concetti,
accomunati tra loro dal senso o da dipendenze grammaticali. Con incorporazione
si intende la fusione nel verbo dei complementi diretti, formati non solo da
pronomi ma anche da sostantivi. Lo studio delle lingue indigene americane ebbe
inizio con la scoperta dell'
A. e fu condotto soprattutto dai padri
missionari che avevano l'esigenza di conoscere gli idiomi americani per tradurre
preghiere e testi religiosi. Uno studio sistematico e scientifico ha avuto
luogo, tuttavia, soltanto nel corso del Novecento, quando si è potuto
procedere a una raccolta più completa e accurata di materiali. In tutte
le regioni del Nordamerica, comprese le isole artiche, la lingua corrente
è l'
eschimese, parlato tuttavia anche in Paesi non americani.
Nella fascia che attraversa l'
A. del Nord, dai territori dell'Alaska fino
al Messico, si parla una lingua derivata dal
na-dene, l'
athabaska;
nelle zone atlantiche è invece diffuso un idioma del gruppo
algonchino, anche se nello stesso territorio esistono gruppi di individui
che parlano una lingua discendente dal gruppo
irochese. Lungo le coste
pacifiche, soprattutto nella penisola californiana, si possono notare i gruppi
linguistici dei
Penuti e degli
Hoka, mentre più a Ovest,
nella regione delle Montagne Rocciose, si trovano ancora gruppi di Indiani Sioux
che parlano un dialetto chiamato
dakota. Nell'
A. Centrale si
distinguono le lingue
uto-azteche, tra le quali le principali sono
l'
azteco parlato nel Messico e la lingua
maya usata dalle
popolazioni dello Yucatan. Le lingue appartenenti alla famiglia
chibcha
costituiscono il legame fra gli Indiani dell'
A. Centrale e quelli
dell'
A. Meridionale, essendo diffuse dal Nicaragua fino alle regioni
più a Nord dell'
A. Latina. Tra le lingue principali di queste zone
sono l'
arawak, parlato alla foce del Rio delle Amazzoni, e il gruppo
caribico, caratteristico delle Antille. Nella regione tra la foce di
quest'ultimo fiume e quella del Rio de la Plata è il gruppo
tupiguarani; ancora più a Sud, fino al Rio Paranà,
sopravvivono le lingue del gruppo
guaicurù. Nel Cile si parlano
lingue
araucane e nella Terra del Fuoco l'
alakaluf e le lingue del
gruppo
tehuelche. Nel continente americano sono oggi molto diffuse le
lingue importate dagli Europei, che con il tempo assunsero caratteri peculiari
tali da differenziarsi dalla loro matrice originaria. Nel Canada si parla il
francese, negli Stati Uniti l'
inglese, nelle zone dell'
A.
Centrale e Meridionale lo
spagnolo e nel Brasile il
portoghese. Di
minore importanza sono alcune lingue creole introdotte dagli schiavi negri,
soprattutto nell'arcipelago delle Antille.
RELIGIONE
I reperti archeologici e i monumenti
architettonici lasciano pensare, riguardo alle popolazioni amerinde
dell'
A. Meridionale, che le loro prime manifestazioni religiose fossero
di tipo animistico. Soltanto nelle zone più settentrionali vivevano
tribù che possedevano un proprio totem a cui dedicavano un culto
antichissimo (spesso si trattava di un animale mitico). Oggetto di culto erano
spesso le forze della natura e gli astri: il sole (divinità principale
degli Inca), la luna, il tuono, il vento, il fulmine, le cime innevate (presso i
popoli andini). Un posto centrale occupava la venerazione dei morti, ai quali
venivano dedicati tempietti funebri. Presso le popolazioni meridionali
più evolute si era costituita anche una casta sacerdotale, dotata di
grandi poteri e autorità. Agli dei venivano offerti sacrifici, che
andavano dall'offerta di cibo a quella di cuori umani. All'inizio del XVI sec. i
conquistatori europei vollero imporre con la forza il Cristianesimo, ma il
tentativo non riuscì completamente, poiché ancor oggi nel folclore
locale persistono intatte credenze e superstizioni ancestrali. Tuttavia, ci fu
anche chi, come il domenicano B. de las Casas, difese i diritti dei popoli
nativi contro la violenza di un'evangelizzazione forzata. Oggi le statistiche
riferiscono che circa il 90% della popolazione sud-americana è
battezzata. Nell'
A. Settentrionale, al contrario, non fu esercitata
nessuna pressione per l'adozione della religione dei colonizzatori, la cui
confessione era generalmente quella protestante. Essa ebbe lentamente ragione
dei culti locali, ma nel clima generale di totale libertà si
frantumò in numerose sette e gruppi confessionali. Oggi i protestanti
degli Stati Uniti sono circa 70 milioni e le Chiese che contano più
aderenti sono quelle battista, metodista, luterana. I cattolici, poco numerosi
in passato, sono cresciuti a partire dal XIX sec. grazie alla raggiunta
parità di diritti con i protestanti e, più di recente, in seguito
al fenomeno dell'immigrazione (in particolare di Tedeschi). Il Canada vede una
compresenza abbastanza equilibrata di cattolici (il Cattolicesimo fu importato
dai primi coloni francesi) e di protestanti.
LETTERATURA
Letteratura nord-americana - Manca una
tradizione scritta della letteratura degli Indiani, che si trasmise per via
orale. A lungo essa non è stata valorizzata adeguatamente dagli studiosi
che scorsero negli Indiani un popolo misterioso e leale secondo il mito del buon
selvaggio. Se si esclude l'opera di Henry Rowe Schoocraft, che tentò di
interpretare seriamente le tradizioni culturali delle tribù Ojibwa nel
1830, bisogna aspettare la fine del XIX sec. per avere studi accurati, capaci di
offrire una veritiera testimonianza della letteratura indiana (tra queste, una
registrazione di un gruppo indiano del Delaware). La tradizione orale si
articola in canti, aneddoti, liriche, ma è ricca soprattutto di leggende.
Tra i principali miti sono quello della creazione, dell'origine dell'eroe o del
semidio della tribù, della morte, ecc. ║ In Canada la presenza del
bilinguismo, i pochi contatti tra le culture inglese e francese hanno reso
difficile la nascita di una letteratura indipendente. Nel corso dell'Ottocento
esercitò un grande influsso la letteratura francese, soprattutto V. Hugo.
Successivamente si diffusero il Simbolismo e le correnti d'avanguardia. ║
Per la letteratura statunitense: V. STATI UNITI -
Letteratura. •
Letteratura
latino-americana - Tre furono le principali culture dell'
A.
precolombiana: quella del Messico (civiltà nahuatl), quella
dell'
A. Centrale (civiltà maya) e quella del Perù
(civiltà incaica). Furono creati inni, miti e leggende, ma poche opere
raggiunsero un elevato livello artistico (tra queste le elegie del poeta
Netzahualcóyotl, il canzoniere Otomí e gli
yarawí
peruviani). A seguito della conquista europea, la letteratura indios subì
una battuta di arresto; fortunatamente non tutte le forme indigene vennero
distrutte e missionari europei (F. Ximénez, B. Sahagún) poterono
raccogliere le testimonianze di queste civiltà. Lo sviluppo di una
letteratura indigena creola fu favorita dall'istituzione di università
frequentate da meticci ed Indios che, pur essendosi formati nella cultura
europea, mantennero integra la loro "americanità"; tra questi ricordiamo
Garcilaso de la Vega el Inca, Fernando de Alva Ixtlilxóchitl, Felipe
Guamán Poma de Ayala. La Chiesa stessa promosse l'acculturazione dei
meticci impiegando manodopera indigena e istruendo il clero locale. Dalla fine
del XVI sec. si affermò una coscienza americana presso scrittori creoli.
Nel Settecento la cultura europea diffuse nuovi generi, quali il saggio critico
e storico, la poesia arcadica, il trattato scientifico, la narrativa di viaggio.
Molti enciclopedisti iniziarono a diffondere le idee che avrebbero portato alla
rivoluzione e alla lotta per l'indipendenza (P. Olavide, F. Miranda). Con il
raggiungimento dell'indipendenza da parte di numerosi Stati si svilupparono le
letterature nazionali, pur sempre però legate alla cultura europea di cui
rielaborarono successivamente il Romanticismo, il Naturalismo, il Simbolismo e
le avanguardie. Il Romanticismo portò a un recupero delle tradizioni
americane (esaltazione delle pampas, della natura amazzonica); il Naturalismo e
il Realismo affrontarono problemi tipicamente locali quali i conflitti tra le
diverse razze, la lotta tra poveri, lo sfruttamento dei peones, dei negri, ecc.
Il Simbolismo ebbe seguaci soprattutto nella lirica (P. Neruda, R. Darío,
L. Lugones, G. Mistral, M. de Cabral). Degli autori contemporanei si possono
ricordare M.A. Asturias; gli argentini J.L. Borges, E. Mallea, E. Sábato
e J. Cortázar; il colombiano G. García Márquez; i messicani
J. Rulfo e C. Fuentes; il paraguayano A. Rosa Bastos; il cubano A. Carpentier;
l'uruguayano J. Onetti e i brasiliani J. Guimaraes Rosa e J.
Amado.
ARTE
Arte precolombiana: ogni area culturale
del continente americano si differenzia dalle altre per la peculiarità
dello stile. Gli Eschimesi crearono raffinate sculture rappresentanti piccoli
animali su osso e avorio. Gli Indiani delle praterie si specializzarono nella
decorazione delle pelli con aculei di porcospino e, più tardi, con
perline. Le testimonianze più evidenti dell'arte delle regioni
sud-orientali degli Stati Uniti sono strutture artificiali di pietra di forme
zoomorfe e ceramiche di impronta messicana. Gli Irochesi si prodigarono nella
pittura della ceramica, decorata con motivi geometrici, e nella lavorazione di
maschere in legno. Nel centro-
A. l'arte maya raggiunse livelli artistici
elevati nell'architettura (piramidi, palazzi, sferisteri, osservatori
astronomici), nella pittura parietale, nella scultura e nella ceramica. Le
popolazioni della zona caribica si specializzarono nella lavorazione dei
metalli. La zona andina produsse architetture in pietra e ceramiche modellate e
dipinte. Dopo la colonizzazione la produzione artistica indigena decadde ovunque
e si radicò la cultura europea. ║
Arte coloniale:
nell'
A. Settentrionale l'arte fu espressione solo dei gruppi europei,
mentre nell'
A. Meridionale avvenne una fusione tra la tradizione indigena
e quella iberica. Nell'
A. Settentrionale i coloni costruirono centri con
abitazioni in legno, di struttura molto semplice, simili ai paesi inglesi. Solo
alla fine del Seicento si realizzarono nelle grandi città le prime case
in pietra (
meeting halls), caratterizzate da forme architettoniche
tipicamente europee. Fino alla metà dell'Ottocento si diffuse il
palladianesimo settecentesco inglese, con notazioni originali nelle
plantation houses. Durante la Rivoluzione si affermò un'arte
ispirata al Classicismo romano con Th. Jefferson e al classicismo ellenico con
B.H. Latrobe. Nell'
A. centro-meridionale, in particolare in Messico,
Ecuador, Bolivia e Perù, nel Seicento fiorì una forma di Barocco
che si manifestò soprattutto nelle grandiose cattedrali ornate con
sculture, intagli e dorature che testimoniano la presenza di elementi locali.
Nel Settecento, in seguito alla mancanza di una forte tradizione indigena, si
diffuse il
churriguerismo. La pittura si uniformò ai modelli
portoghesi e spagnoli. ║
Arte contemporanea: solo nella seconda
metà dell'Ottocento si elaborarono forme americane originali. Si
cominciarono a costruire edifici non più a pianta classica, ma a pianta
aperta e si impiegò il metallo per le strutture più alte. Tra i
maggiori rappresentanti di questo nuovo stile citiamo H.H. Richardson, divenuto
popolare grazie al suo Shingle Style; gli esponenti della scuola di Chicago
(Sullivan, Root, Roche, Burnham), che fuse insieme esperienze diverse in nome
del binomio arte-tecnica; gli artisti della scuola californiana (Dinwiddie,
Wurster), che pose il problema del rapporto con l'ambiente e dell'uso di nuovi
materiali. All'interno di questo movimento spicca la personalità
dell'architetto statunitense F.L. Wright, attivo dai primi del Novecento
(è il periodo delle
prairie houses) agli anni Cinquanta
(sperimentò le possibilità dello spazio curvo nel Guggenheim
Museum a New York), la cui interpretazione dello spazio sarà alla base di
tutta l'architettura futura. Alla fine dell'Ottocento Le Baron Jenney, Mundie e
la coppia Burnham-Root furono le figure più importanti per la
progettazione di grattacieli. Negli anni Venti si diffuse il razionalismo
dell'International Style, rappresentato dagli esponenti della Bauhaus. Negli
Stati dell'
A. Latina solo verso il 1930 si sviluppò una nuova
architettura, anche se con caratteri simili alla precedente, eccezione fatta per
il Messico dove operarono J. Villagran García, O'Gorman e Villagran
Legarreta, M. Pani, S. Ortega, F. Candela, R. Salinas, M. Cetto e L. Barragan.
In Brasile dopo il 1889 figura dominante fu L. Costa che, collaborando con Le
Corbusier, contribuì alla nascita di una nuova architettura. ║
Pittura: nell'Ottocento la pittura presenta elementi simili in
A.
Latina e Settentrionale. Si diffuse la pittura di genere con particolare
riguardo a quella di paesaggio (citiamo il messicano J.M. Velasco). Importante
fu la scuola di Hudson River. Nell'
A. del Nord nella seconda metà
dell'Ottocento si presero a modello la scuola di Barbizon e Corot. W. Morris
Hunt, W. Page, T. Eakons precedettero le esperienze impressioniste di M. Cassat,
T. Robinson e del "Gruppo dei Dieci". A.P. Ryder, con il suo senso visionario,
anticipò la pittura surrealista. Agli inizi del Novecento si
elaborò una nuova pittura con l'emergere delle avanguardie (M. Weber, G.
Bellows, Man Ray, T. Benton). Tra il 1930 e il 1940 si registrò un
ritorno al Realismo, in particolare in Messico (D. Rivera. D.A. Siqueiros, J.
Orozco). Dopo il 1940 si ebbe la grande stagione dell'Arte Astratta: ne sono
esempi la costituzione della American Abstract Artists, fondata nel 1937, e il
Museum of non-Objective Painting, su progetto di S.R. Guggenheim. Dopo la
seconda guerra mondiale J. Pollock e l'Action Painting diedero una nuova visione
espressionistica dell'Astrattismo. Sorsero poi movimenti pittorici improntati a
nuove sperimentazioni: il New Dada, la Pop-Art, la Op-Art, la Land Art, la
Minimal Art, la Environment Art e la Conceptual Art.
MUSICA
Il patrimonio musicale americano si caratterizza
per la varietà di espressioni, conseguenza della presenza di numerose
etnie in un territorio estremamente vasto. Le manifestazioni più tipiche
dell'area settentrionale sono i canti popolari, tramandati di generazione in
generazione, i canti religiosi, affidati a sacerdoti e stregoni, e canti
più recenti, in genere creati su un ritmo melodico discendente, con
sovrapposizioni ritmiche. Nell'
A. Meridionale forme musicali si
svilupparono in forme progredite nelle aree delle grandi civiltà maya e
inca, ma non ne rimane oggi alcuna traccia. Per il loro studio è
necessario rifarsi alle testimonianze dei primi coloni e ai ritrovamenti di
strumenti musicali. Si può supporre che la musica avesse una funzione
religiosa e che le esecuzioni fossero affidate ad una casta particolare. Con il
XV sec., la presenza degli Europei portò a un declino delle forme
autoctone, ma per lungo tempo non venne elaborata una forma musicale originale.
L'interesse per la musica colta si diffuse solo nel XIX sec. con l'istituzione
di orchestre e scuole musicali. Solo con G. Gershwin la musica americana si
sganciò dai modelli europei ricollegandosi a quelli etnici
negro-americani (jazz, gospel songs, blues). Nell'
A. latina non si
sviluppò una produzione originale e a lungo prevalse l'interesse per
l'opera italiana. L'interesse per la musica si è diffuso solo nel XIX
sec. con l'emergere di scuole nazionali folcloristiche.
AMERICA INDIPENDENTE
|
Stati
|
Superficie (kmq)*
|
Popolazione
|
Dens.
|
Capitale
|
Abitanti
|
Antigua e
Barbuda Argentina Bahama
Barbados Belize
Bolivia Brasile Canada
Cile Colombia Costa
Rica
Cuba Dominica Diminicana,
Rep. Ecuador El
Salvador Giamaica Grenada
Guatemala Guyana Haiti
Honduras Messico Nicaragua Panamá Paraguay Perú Saint
Kitts e Nevis Saint
Lucia Saint
Vincent Stati
Uniti Suriname Trinidad
e
Tobago Uruguay Venezuela
|
442 2.780.272 13.939 431 22.965 1.098.581 8.547.393 9.970.610 756.626 1.141.748 51.100 110.861 751 48.511 272.045 21.041 10.991 344 108.889 215.083 27.700 112.088 1.958.201 131.812 75.516 406.752 1.285.216 269 616 389 19.372.614 163.820 5.128 176.215 912.050
|
67.000 36.577.000 301.000 269.000 235.000 8.142.000 163.948.000 30.491.000 15.018.000 41.564.000 3.933.000 11.160.000 71.000 8.364.000 12.411.000 6.154.000 2.560.000 93.000 11.090.000 855.000 8.087.000 6.316.000 97.365.000 4.938.000 2.812.000 4.938.000 25.230.000 39.000 152.000 113.000 1276.218.000 415.000 1.289.000 3.313.000 23.706.000
|
152 13 22 624 10 7 19 3 20 36 77 101 95 172 46 292 233 270 102 4 292 56 50 37 37 12 20 145 247 290 129 3 251 19 26
|
Saint
John's Buenos
Aires Nassau Bridgetown Belmopan Sucre Brasilia Ottawa Santiago Santa
Fe de Bogotá San
José L'Avana Roseau Santo
Domingo Quito San
Salvador Kingston Saint
George's Guatemala Georgetown Port-au-Prince Tegucigalpa Città
del
Messico Managua Panamá Asunción Lima Basseterre Castries Kingstown Washington Paramaribo Port
of
Spain Montevideo Caracas
|
30.000 2.988.006 172.000 6.700 6.785 149.097 1.821.946 323.340 5.076.808 6.004.782 329.154 2.241.000 15.853 2.138.262 1.487.513 422.570 110.000 4.600 1.167.495 254.000 846.247 813.900 8.489.007 864.201 464.928 564.637 6.464.693 18.000 13.615 16.132 543.213 216.000 45.284 1.378.707 1.964.846
|
AMERICA STATUNITENSE
|
Isole Vergini
Puerto Rico
|
347 104
|
94.000 3.839.000
|
271 422
|
Charlotte Amalie
San Juan
|
12.331
433.705
|
AMERICA BRITANNICA
|
Anguilla
Bermuda Cayman Falkland
(Malvine) Isole
Vergini Montserrat Turks
e Caicos
|
96 54 259 12.173 153 98 430
|
8.000 64.000 37.000 12.173 21.000 4.000 16.000
|
83 1.196 143 0,2 137 41 37
|
The
Valley Hamilton Georgetown Stanley Road
Town Plymouth Cockburn
Town
|
595 3.438 19.600 1.636 6.330 3.500 2.500
|
AMERICA FRANCESE
|
Guadalupa e
dip. Guayana
Francese Martinica Saint
Pierre e Miquelon
|
1.703 83.534 1.128 242
|
422.000 157.000 381.364 7.000
|
248 2 338 28
|
Basse-Terre Cayenne Fort-de-France Saint-Pierre
|
14.003 41.067 100.080 5.580
|
AMERICA OLANDESE
|
Antille
Aruba
|
68
193
|
40.000
98.000
|
588
508
|
Willemstad
Oranjestad
|
43.547
21.000
|
AMERICA DANESE
|
Groenlandia
|
2.175.000
|
56.000
|
0,03
|
Godthåb = Nuuk
|
13.566
|
1esclusi
16.759 kmq e 1.193.000 ab. (Hawaii) riportati
nell'Oceania Stime
1999
|
Messico: l'antica città mineraria di Pachuca
Perù: un quartiere di Lima sulla riva dell'oceano Pacifico
Il Grand Canyon in Arizona
Panorama di Miami
Argentina: veduta della città di Ushuaia (Terra del Fuoco)
Brasile: la valle del fiume Carmo presso Mariana
L'Avana: panorama
Costa Rica: coltivazioni di caffè nei pressi di Paraiso
Canada: il lago Louise nel Banff National Park
Canada: veduta di Calgary
Cile: veduta di Valparaiso
Bolivia: paesaggio della Cordigliera Orientale
Il centro balneare di Punta del Este, in Uruguay
Veduta di Caracas (Venezuela)