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Ampolla.

(dal latino ampŭlla, der. del greco amphora: anfora). Piccolo vaso d'argilla, di vetro o di metallo, dal collo allungato e dal corpo panciuto, con o senza manico su uno dei lati. Gli antichi Greci e Romani la usavano per conservare olio e profumi, a volte anche bevande. • Anat. - Dilatazione o rigonfiamento di certi organi tubulari (a. dei canali semicircolari, a. del deferente). || A. di Vater: dilatazione della parete della seconda porzione del duodeno, nel cui fondo sboccano il coledoco e il dotto di Wirsung (V. PANCREAS). • Chim. - Recipiente chiuso, di forma varia, di vetro o quarzo, usato per operazioni esterne al contatto con l'aria. • Med. - Sorta di ciotola chiusa, provvista di un lungo becco, usata per dissetare i pazienti coricati. • Elettr. - Globo di vetro, dal quale viene estratta l'aria e che viene poi riempito di certi tipi di gas a bassissima pressione; esso racchiude il filamento delle lampade a incandescenza o gli elettrodi dei tubi elettronici. • Lit. - Recipiente d'argento o di stagno nel quale vengono conservati gli olii santi. || Nella prima età cristiana, le a. furono utilizzate anche per contenere il sangue dei martiri o dei santi. ¨ Zool. - A. di Lorenzini: organi di senso cutanei, propri del capo dei pesci cartilaginei. || A. madreporica: formazione tipica dell'apparato acquifero degli echinodermi, costituita dal canale petroso, o della sabbia.