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Amore.

Tensione spirituale o intellettuale sorgente dalla volontà di affermare un valore o di giungere al bene. || Solidarietà verso gli altri. || Inclinazione benevola e affettuosa dell'animo verso una persona o verso una cosa. || Devozione. || Cura, zelo, dedizione. || Passione per una attività. || Sentimento che unisce due persone di sesso opposto e le spinge a desiderarsi reciprocamente. In tale significato l'a. può avere natura di passione. || Per estens. - Vicenda amorosa o rapporto sessuale. || A. platonico: a. spirituale da una lettura non fedele della dottrina di Platone. || A. libero: a. al di fuori del matrimonio. || Mal d'a.: malessere causato da sofferenze di tipo sentimentale e non fisiche. || Principio cosmico universale, energia che regola il mondo. • Filos. - Già nella filosofia indiana e in quella presocratica l'a. fu inteso come un principio cosmico, la forza che avvince tutto il mondo. Il concetto di a. riceve una prima elaborazione organica nelle opere giovanili di Platone, il quale nella contrapposizione tra Eros e Thanatos (A. e Morte) pone Eros come forza generatrice di bellezza. Ossia a. è desiderio dell'ideale (della bellezza, del vero e del bene), ed è per questo ciò che media tra mondo reale e mondo ideale. In Aristotele troviamo già un concetto divino di a.: il primo motore immobile (Dio) è l'Amato, colui che attrae tutto ciò che lo ama, dando così il moto all'intero universo. Nel Neoplatonismo attraverso l'a. è possibile giungere all'uno, l'a. per il quale è il solo vero a. Nel Cristianesimo è Dio che ama e che per a. si fa uomo e muore per la salvezza degli uomini. L'a. è l'unico rapporto sincero tra gli uomini e fonda tutti i rapporti: esso sarà alla base delle costituzione del Regno di Dio. L'a. cristiano è agape ossia caritas, è senza interesse e gratuito ed è dato da Dio all'uomo. Si contrappone all'eros che invece cerca di attrarre l'oggetto. In San Tommaso ritroviamo inoltre ancora il concetto di primo motore immobile sviluppato da Aristotele. Su questo concetto la disputa all'interno del pensiero cristiano si protrasse per secoli, dividendo i filosofi in due correnti che propugnavano il principio attivo dell'a. platonico come volontà e azione, o l'opposto concetto aristotelico del primo motore immobile. Durante il Rinascimento il concetto di a. venne inteso in un modo nuovo; come forza eroica che pervade la Natura, a sua volta identificata con Dio stesso (Bruno, Campanella). Infine Spinoza conciliò teologia cristiana e teologia greca nella formula dell'amor dei intellectualis, secondo la quale ogni sentimento umano si risolve nell'a. di Dio verso se stesso e, in se stesso, verso gli uomini. Da questa concezione si sviluppò la tematica romantica dell'a., inteso come dualità attiva e passiva, in cui ritorna la coppia a.-morte. Tutto il Romanticismo fu una rivendicazione della metafisica dell'a. L'uomo attraverso l'a. si apre, e si apre quindi all'infinito rompendo la chiusa individualità del singolo. L'a. è inteso quindi come realizzazione dell'infinito nel finito. Successivamente il concetto di a. passò dal campo della metafisica a quello dell'etica. All'inizio dell'Ottocento i movimenti socialisti e comunisti videro nella famiglia e nel matrimonio degli strumenti di oppressione di classe, e propugnarono la teoria del libero a., inteso dapprima come comunione delle donne e poi come libertà di relazioni sessuali al di fuori di ogni vincolo non liberamente e personalmente scelto, secondo la rielaborazione del concetto operata da Marx e da Engels. • Teol. - Atto di volontà per il quale, attraverso il ragionamento, si sceglie l'oggetto del proprio a. Viene distinto in a. di concupiscenza (di chi vuole il bene per sé) e a. di benevolenza (che vuole il bene di chi è fatto oggetto d'a.). Nei riguardi di Dio la Speranza corrisponde all'a. di concupiscenza e la carità a quello di benevolenza.