Stats Tweet

Allegoria.

(dal greco állos: altro e agoréuo: parlo). Figura retorica consistente nella rappresentazione di idee e concetti mediante figure e immagini con significato diverso da quello letterale, sia in letteratura, sia nelle arti figurative. • Lett. - Entrata in uso nell'età ellenistica, già Aristotele l'aveva definita come metafora continuata, per sottolineare che il senso autentico di questa figura retorica è frutto di un processo di trasposizione metaforica del significato letterale delle parole. Fin dall'inizio del pensiero greco si pose il problema di una lettura allegorica dei poemi di Omero. Con Senofane, Teagene di Reggio e Metrodoro di Lampsaco inizia la lettura in chiave allegorica che interpreta le divinità ora come simboli del cosmo ora come stati d'animo o parti del corpo. Questa esigenza "ermeneutica" si trasformò in una vera e propria impostazione filosofica nella scuola stoica, allorché si cominciò a interpretare i miti come riflesso dell'elemento divino che pervade di sé la natura. L'a. penetra nella letteratura latina sotto l'influsso delle religioni orientali orfiche: esempio ne sono le Metamorfosi di Apuleio. È però soprattutto nel Medioevo che si afferma l'a. sia come esegesi che come atto creativo. Vi è il filone delle Visioni dell'oltretomba: la Visio Caroli Magni, la Visio Pauli fino ad arrivare alla Divina Commedia, ai Trionfi di Petrarca e alla Amorosa Visione di Boccaccio. Basata sulla a. era anche il genere del poema didattico allegorico di cui è prototipo la Psicomachia di Prudenzio; sulla sua scia seguirono l'Anticlaudianus, e il Roman de la rose. Nel Rinascimento lo scarso influsso della religione sulla poesia, portò a trascurare la a. che invece ricomparve nel Barocco soprattutto nel teatro, dove diventa parte integrante delle feste, degli autos sacramentales. Durante il Settecento l'a. apparve sotto forma di favola ad esempio nel romanzo I viaggi di Gulliver, mentre nell'epoca preromantica si ebbe un ritorno al genere delle Visioni (ad esempio le Visioni di Varano, la Bassvilliana di Monti). Nel Romanticismo prevalse invece il simbolo rispetto all'a. Le avanguardie novecentesche, preferendo una letteratura incentrata non sul compiuto ma anzi non conclusa, il cui significato si comprendesse in connessione ad altri testi, favorirono la riabilitazione dell'a. • Arte - La pittura e la scultura ci offrono numerosi esempi di figurazioni allegoriche, nelle quali personaggi e scene hanno un significato diverso da quello di per sé evidente. Si ricordano ad esempio l'A. della vita di B. Antelami nella lunetta sopra il portale del battistero di Parma; le personificazioni dei vizi e delle virtù di Giotto (Padova, cappella degli Scrovegni) e di A. Lorenzetti (Siena, Palazzo pubblico); l'A. del marchese d'Avalos di Tiziano (Parigi, Louvre); le a. del Tiepolo in CÀ Rezzonico a Venezia.