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Algazel.

Adattamento latino medioevale di al-Ghazzāli. Filosofo e teologo persiano di lingua araba. Insegnò Teologia a Baghdad per lungo tempo, finché, in seguito ad una crisi spirituale, decise di ritirarsi definitivamente a Tus dove fondò un monastero in cui visse, insieme ai suoi discepoli, gli ultimi anni della sua esistenza, dedicandosi a pratiche mistiche e alla contemplazione e avvicinandosi, seppure con moderazione, alle posizioni della setta sufista. A. appartenne alla cosiddetta "scolastica araba", scuola di pensiero che si occupò di indagare i rapporti fra gli esiti della speculazione filosofica, identificata in particolare con quella aristotelica, e le verità della religione maomettana. Durante il Medioevo A. fu erroneamente considerato come un sostenitore del pensiero aristotelico. Nella sua opera Le tendenze dei filosofi, egli si sforzò infatti di riferire obiettivamente i principali contenuti delle correnti di pensiero che, all'interno della filosofia araba, si ispiravano ad Aristotele, ma manifestò anche il proposito di confutare, in un'opera successiva, quelle stesse dottrine oggetto della sua disamina. Interpretando l'istanza teologico-religiosa tradizionale, A. finalizzò la sua speculazione a dimostrare la superiorità della fede maomettana non solo rispetto alle altre fedi, ma anche alla filosofia che poteva essere a suo giudizio solo un utile sussidio alla vera fede, ma mai possibilità di comprenderla o sostituirla. La verità poteva essere raggiunta solo mediante un atto di fede, non attraverso un processo razionale. In particolare nel suo lavoro La distruzione della filosofia, A. sottopose a una dura critica il razionalismo di Avicenna ( (V.) e il suo necessitarismo universale. Per A. la causalità non era infatti un principio metafisico e il rapporto di causa ed effetto non necessario, giacché l'unica causa universale risale alla libera volontà di Dio cui ogni evento deve essere direttamente ricondotto. Della sua vasta produzione citiamo le seguenti opere: La vivificazione delle scienze religiose, Colui che salva dall'errore, di carattere autobiografico, La moderazione nella credenza, in cui viene esposta una teoria generale del diritto secondo le concezioni musulmane (Tus 1058-1111).