Stile ricercato proprio della cultura greca del periodo
ellenistico, dalla formazione delle monarchie, dopo lo smembramento del regno di
Alessandro Magno, fino alla loro progressiva caduta sotto i Romani, dal 300 al
30 a. C. Il termine si riferisce al ruolo predominante esercitato dalla
città di Alessandria d'Egitto nella creazione della cultura che
trovò espressione nell'
a. Attualmente si tende a utilizzare il
termine ellenismo invece che
a. ║ Per estens. - Raffinatezza,
esercizio formale e stilistico. • Lett. - Le
principali caratteristiche della letteratura dell'
a. sono la tendenza
all'individualismo e all'indagine psicologica, l'umanizzazione del mito, la
ricchezza di giochi verbali, la ricerca della bellezza formale, che raggiunge il
massimo negli epilli e negli epigrammi. Il maggiore poeta alessandrino viene
considerato Callimaco, per il suo gusto dello studio erudito e per la ricerca di
un verso cesellato e limato. A Roma l'
a. fu oggetto di imitazione da
parte dei Neoteroi, soprattutto di Catullo. Chiari influssi alessandrini si
hanno inoltre in Virgilio nelle
Bucoliche ma anche nelle
Georgiche
e nell'
Eneide. Properzio, Ovidio e Orazio sono indubbiamente da
considerarsi poeti alessandrini. ║ Nelle letterature moderne il termine
viene riferito a qualsiasi letteratura che privilegi la ricerca di uno stile
raffinato e sensuale (manierismo, decadentismo dannunziano, la poesia di A.
Chenier, il neoclassicismo foscoliano o pascoliano, i parnassiani).