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Alcmeònidi.

Nobile e potente famiglia ateniese. Essa sarebbe discesa da Alcmeone, nipote di Nestore, re di Pilo in Messenia, il quale a causa dell'invasione della Ionia da parte dei Dori, sarebbe stato costretto a trasferirsi in Attica. Durante i secc. VII e VI a.C. gli A. ebbero parte attiva nella vita politica della città, opponendosi energicamente a ogni forma di tirannide. Ma quando un membro della famiglia, l'arconte Megacle, sterminò in luogo sacro alcuni seguaci di Cilone che volevano impadronirsi del governo, tutta la famiglia venne costretta all'esilio e potè fare ritorno ad Atene solo parecchi anni dopo quando, nel 514 a.C., dopo la ricostruzione del tempio di Delfi, l'oracolo indusse gli Spartani ad abbattere la tirannide dei Pisistrati e a far tornare gli A. in patria. Nel 509 a.C. un altro degli A., il legislatore Clistene, riuscì a varare una riforma democratica rispetto alla precedente costituzione di Solone. Altre vicissitudini politiche portarono nuovamente sotto accusa gli A. durante le guerre persiane: accusati di complicità con i persiani dopo la sconfitta di Maratona, essi furono infatti costretti a riprendere la via dell'esilio. Appartennero a tale illustre famiglia anche il famoso stratega Alcibiade, discepolo di Socrate, e il pronipote di Clistene, lo stratega Pericle, destinato a governare così saggiamente Atene che l'epoca del suo governo fu detta età di Pericle o età dell'oro.