Stats Tweet

Alcesti.

Mitica moglie di Admeto, re di Tessaglia. Secondo il racconto mitologico Apollo aveva fatto promettere alle Moire che quando fosse giunta l'ora di Admeto, esse lo avrebbero salvato se qualcuno dei parenti si fosse immolato al suo posto. Al momento del trapasso la moglie A. si offerse al posto del consorte ma Eracle scese all'Ade per riprenderla. Secondo un'altra versione sarebbe stata Persefone stessa a farla tornare nel mondo dei vivi. • Lett. - Il mito di A. è poeticamente rielaborato da Euripide, nella tragedia omonima, rappresentata nel 438 a.C. È la più antica delle tragedie euripidee e trae il suo maggiore interesse dalla capacità del poeta di rivivere il mito come storia umana e vera, senza spirito religioso o sconfinamento fiabesco. Il dramma termina con la felicità di tutti e, forse per questa ragione, o anche per qualche elemento di lieve comicità di cui è intessuto, fu rappresentato al quarto posto in una tetralogia di cui facevano parte i drammi, ora perduti: I Cretesi, l'Alcmeone a Psofi e il Telefo. A. è anche la protagonista delle omonime tragedie di J. Racien, F.J. de Chaucel, P.I. Martello, e dell'A. seconda del 1798 di V. Alfieri, e delle tragedie di B. Perez e di una di H. von Hofmannsthal. • Mus. - Alla vicenda di A. si sono ispirati, in campo musicale, numerosi compositori. Con la tragedia A., in 5 atti, rappresentata nel 1674 su libretto di Philippe Quinault, G.B. Lulli attuò il passaggio, già anticipato nella tragedia Cadmus et Hermione, alla cosiddetta tragèdie lyrique. Lulli precorse in tal modo la riforma gluckiana che avrebbe avuto una espressione esemplare proprio nella tragedia A. di Gluck, un'opera in tre atti, rappresentata nel 1776, che porta riassunti nella dedica a Leopoldo II di Toscana i principi di questo cambiamento. L'A. di Gluck è giustamente considerata il capolavoro del grande musicista ed è soprattutto notevole per l'intima unione della musica e dell'azione drammatica. Rispetto alla tragedia euripidea quella di Gluck è più lineare e le parti migliori sono quelle corali e soprattutto quelle della protagonista sulla quale l'autore concentra la propria attenzione, e della quale illumina i diversi stati d'animo e le emozioni. In Italia, su questo soggetto, fu composta nel 1937 da Giovanni Salviucci una cantata per coro e orchestra.