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Albigesi.

(dal nome della città della Francia Albi, loro quartier generale). Appartenenti a una setta ereticale medievale, derivata da quella catara, di cui costituiscono il ramo provenzale. I primi gruppi di eretici erano giunti dalla penisola balcanica e si erano organizzati nelle diocesi di Tolosa, Carcassonne, Lombers, ma anche in certe zone della Lombardia, fra la fine del XII e l'inizio del XIII sec. All'origine di questa eresia vi fu, probabilmente, una lettura letterale e rigorista di alcuni passi del Nuovo Testamento, dove si parla di Dio e di Mammona, del principe di questo mondo contrapposto a Dio e delle due leggi che combattono nell'uomo. Gli A., in quanto catari, predicavano una dottrina di impostazione manichea, che si strutturava in una forma "assoluta" e in una moderata. La prima affermava l'esistenza di un Dio buono, creatore deglli spiriti, e di una divinità malvagia, creatrice del mondo visibile, le cui creazioni si erano mescolate per opera di Satana. L'azione di Cristo era, per loro, tesa a restaurare la struttura originaria del mondo, che prevedeva l'esistenza separata dei due ordini bene-male, spirito-materia. La versione moderata dell'eresia a., riconosceva un unico Dio creatore, la cui opera era stata però sconvolta dalla rivolta di Satana, che aveva pervertito e immesso gli angeli, come anime, nei corpi degli uomini. Sarà solo l'azione di Cristo a liberare questi angeli dal loro carcere materiale; Cristo che, però, non è figlio di Dio, ma un angelo dall'apparenza umana, che vive, soffre e muore in un corpo non reale ma, appunto, apparente. Lo Spirito, che aveva preso dimora in Cristo nel Battesimo del Giordano, che era disceso sugli Apostoli, veniva partecipato ai fedeli mediante una sorta di battesimo che era, in realtà, non di acqua, ma un esorcismo, un contatto coi Vangeli e una imposizione delle mani: il consolamentum. Le anime-angeli, liberate con la morte, tornavano in Paradiso, ma non era prevista alcuna risurrezione dei corpi. Nella negazione della Trinità e dell'Incarnazione, si riconoscono i retaggi di antiche eresie, come il manicheismo, il docetismo e il monarchianesimo. Corollario importantissimo era costituito dal rifiuto del mondo materiale, del matrimonio, del lavoro, di tutto ciò che era necessario al corpo; fra i "perfetti" questo atteggiamento poteva essere portato fino all'estrema conseguenza della morte per fame. La Chiesa, fra il 1170 e il 1208, fece numerosi tentativi di riportare al suo interno gli A., anche con la predicazione di molti santi monaci, ma con scarsi risultati. Finché Innocenzo III bandì contro di loro una crociata, in seguito all'assassinio del suo inviato, Pietro di Castelnau. La repressione fu feroce e comportò un bagno di sangue, con l'uccisione anche di migliaia di donne e bambini. Ci vollero, però, decenni perché l'eresia cessasse definitivamente di diffondersi.