(dal greco
alábastros: pietra di Basra).
Termine che indica due tipi di rocce sedimentarie, aventi differente
composizione chimica: l'
a. calcareo (CaCO
3) e l'
a.
gessoso (CaSO
4). Il primo, detto anche
a. orientale,
è un materiale piuttosto tenero, caratterizzato da una struttura
fibrosa-raggiata. È una roccia traslucida, originata dalla decomposizione
di calcite da acque carsiche e da acque termali calcarifere. I colori più
comuni vanno dal bianco al giallo al bruno, al rosso con varie tonalità.
Cave di
a. calcareo si trovano nel Bergamasco, nel Cuneese, nelle zone
carsiche, nel Lazio e in Toscana. Venne impiegato nel Rinascimento per la
costruzione del duomo di Siena e di quello di Orvieto. L'
a. gessoso
è una varietà di gesso a struttura saccaroide, traslucido, di
color bianco latteo, giallastro o rosato, usato in sostituzione del marmo per la
realizzazione di suppellettili. Si trova in Egitto, in Grecia, in Germania e in
Inghilterra. La produzione italiana è proveniente da cave situate in
Toscana (Volterra, Castellina). • Arte -
L'
a., sia quello di tipo calcareo che quello gessoso, fu impiegato per
scopi artistici fin dall'antichità. Gli Egizi lo utilizzarono per
rivestire pareti e soffitti e per ricavarne un omonimo vaso funerario
(
alabastron). Diffuso in Mesopotamia, presso la civiltà cicladica
dell'Egeo, a Creta, l'
a. venne lavorato con grande abilità dagli
Etruschi, specialmente per realizzare urne funerarie e sarcofagi. Fu impiegato
dai Romani, per piccole sculture decorative da giardino e per rivestimenti
architettonici, e dai Bizantini in particolare per la costruzione di opere
architettoniche. In epoche più recenti, l'uso dell'
a. si diffuse
nell'Inghilterra gotica e nella Germania del XV sec.