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Agrimensura.

Parte della topografia che ha per oggetto lo studio della misurazione planimetrica dei terreni agrari. Per eseguire un'operazione di a. si procede dapprima all'esame della località stabilendone gli esatti confini, le accidentalità e le particolarità (ricognizione del terreno), quindi si passa a piantare nel terreno dei cavicchi di legno, detti picchetti, per indicare i punti di riferimento per le operazioni da eseguire (picchettamento). Dopo aver tracciato, con i picchetti o con le paline (semplici bacchette di legno tinte con colori vivaci, affinché riescano visibili), le linee di operazione, si procede alla misurazione delle loro lunghezze e degli angoli che esse formano, scomponendo il terreno in figure semplici, in modo tale da poterle misurare numericamente con le formule proprie della geometria piana. Tale calcolo può essere effettuato anche con l'ausilio della trigonometria o con coordinate cartesiane o polari, o ancora con reticoli grafici. I risultati vengono accuratamente riportati sui registri o quaderni di campagna. Per valersi di questi risultati, nel compilare il disegno del rilevamento è necessario prendere uno schizzo del terreno (abbozzo di campagna), contenente le particolarità di esso e le indicazioni delle operazioni compiute. • St. - Già in epoca antica si usava misurare il terreno, come è testimoniato, per esempio, da una serie di papiri egizi risalenti al 1700 a.C. che costituiscono una sorta di manuale pratico per tali misurazioni. In epoca romana, la misurazione della terra rivestiva inizialmente un carattere sacro ed era riservata agli auguri. In seguito, questo compito passò a tecnici laici, chiamati mensores o gromatici, nome, quest'ultimo, che deriva da groma, lo strumento impiegato per tracciare linee rette. I gromatici misuravano e suddividevano tra gli aventi diritto le terre conquistate ai nemici e per il loro lavoro ricevevano una remuneratio. La terra veniva suddivisa in quadrati o rettangoli, tracciando un reticolo di strade.