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Affettività.

Attitudine a provare, esprimere e suscitare affetti. • Psicol. - L'insieme dei processi psichici, sentimenti, come gioia o dolore, stati d'animo, affetti, emozioni e istintività, ovvero tutto ciò che è collegato al "sentire", piuttosto che all'"agire" e al "sapere". Le a. psichiche, e di conseguenza i processi affettivi, non possono essere considerati separatamente rispetto ai processi intellettivi. Infatti, ogni idea, ogni atto intellettivo provoca nell'animo di chi lo compie una risonanza emotiva: è la cosiddetta componente affettiva delle idee. La forza, o carica affettiva, di una idea dipende da molti fattori, in primo luogo dai concetti che sono associati a tale idea e dalle vicende vissute ad essa connesse. L'a. incide anche sui circuiti neurovegetativi: l'arrossire, l'impallidire, la secrezione di lacrime ne sono solo gli esempi più evidenti. Numerosissimi sono i legami fra a. e organi interni, che determinano quell'insieme di affezioni, comprese nelle malattie psicosomatiche, che tanta parte hanno nella medicina moderna. L'a. è inoltre un concetto importante per capire tutta la complessa meccanica delle malattie psichiche. Quando una persona ci offende scatta una reazione automatica che genera l'impulso a vendicarci. Se questa tensione, che ha generato una carica affettiva, è stata scaricata, per esempio nella vendetta, si dice che la tensione ha abreagito o si è liberata. Alcune idee, cariche di componente affettiva, sono invece rimosse e non possono abreagire normalmente. È la tensione affettiva che ne deriva a provocare molti dei sintomi delle malattie mentali, così come i sintomi fisici dell'isteria, che possono essere intesi come vie anomale di abreazione di idee a forte componente affettiva che, a causa della rimozione, non trovano altra via di sfogo. Importante è anche la componente affettiva dei cosiddetti complessi (ad esempio complesso di inferiorità), che può risultare talmente sgradevole da causare lo sforzo cosciente di rimozione del complesso stesso. I disturbi dell'a. hanno le cause più diverse. L'atrofia cerebrale diffusa provoca demenza e diminuzione della vita affettiva, ma in pari tempo aumenta l'intensità della carica affettiva delle idee, anche se ne diminuisce la durata nel tempo. Nelle encefalopatie croniche localizzate si può avere un aumento dell'intensità dell'impulsività o, al contrario, un ottundimento degli affetti. La psicosi maniaco-depressiva è caratterizzata da cicli alterni di eccitazione e di depressione, con conseguente forte variazione dell'a. Nella schizofrenia si ha una diminuzione della componente affettiva, senza impoverimento della ideazione (come nelle malattie organiche), accompagnata da momenti di ipersensibilità e irritabilità. È presumibile che differenti disposizioni evolutive innate costituiscano l'essenza delle psicopatie caratterizzate da eccessiva irritabilità o labilità affettiva. Studi sull'a. risalgono già ai filosofi antichi (Aristotele, Platone). Con Cartesio e poi con Leibniz ed Herbart, l'a. viene intesa come l'insieme di tutte quelle manifestazioni emotive che accompagnano la conoscenza (tesi intellettualistica), mentre la psicologia sperimentale pone il concetto di a. al centro di tutto il comportamento umano (Wundt).